Basilicata abbazie e monasteri
ABBAZIA DELLA S.S. TRINITA’
Tra gli itinerari più belli e più importanti da
un punto di vista culturale nell’Italia meridionale c’è sicuramente
una tappa nella meravigliosa zona della città di Venosa in provincia
di Potenza, dove sorge un grande e pregevole monumento: l’Abbazia
della S.S. Trinità, composta da due principali complessi
architettonici, la chiesa vecchia, sorta in età paleocristiana su un
tempio pagano dedicato a Imene protettrice delle nozze e la chiesa
nuova, iniziata nell’XI secolo e rimasta poi incompiuta.
L’intera abbazia fu fatta costruire tra il V ed
il VI secolo e prevedeva appunto la realizzazione simultanea di due
chiese. Quella esterna, di cui rimangono solo le fondazioni, aveva
due vasche battesimali e il pavimento musivo. Nell’alto medioevo
venne abbandonata divenendo area cimiteriale.
La seconda chiesa, detta "Chiesa Vecchia", aveva
un impianto a tre navate con sette pilastri, sormontati da archi a
tutto sesto, transetto ed abside con otto aperture passanti su un
deambulatorio esterno con pavimento a mosaico, trasformate
attualmente in grandi finestre; due colonne in cipollino, di
reimpiego, sostenevano l’arco trionfale e le murature erano
costituite da due o tre filari di conci di pietra alternati a due o
tre filari di mattoni.
Dopo la fase paleocristiana nell’XI secolo seguì
una seconda importante fase per il complesso. Drogone d’Altavilla,
fece iniziare nel 1042 i lavori di restauro della SS. Trinità,
ultimati poi per volontà dall’abate Ingilberto, nel 1051.
I lavori interessarono prevalentemente il
monastero ed anche la chiesa vera e propria per cui, nel 1059, papa
Nicolò II si recò a Venosa per trasformarla da Cattedrale ad
Abbaziale. Nel XII secolo i grandi abati benedettini forti del
florido periodo nel quale si trovava l’abbazia iniziarono il
progetto di quella che sarebbe appunto rimasta l’incompiuta.
La chiesa incompiuta si innesta sulla c.d. chiesa
vecchia, in continuità con i muri perimetrali, mantenendone il
medesimo asse e le stesse dimensioni trasversali.
È costituita da un corpo longitudinale a cinque
colonne con capitelli corinzi, dove si contano tre navate, con un
ampio transetto sporgente ed absidato ed un coro molto profondo,
circondato da un deambulatorio con cappelle radiali. In
corrispondenza dell'attacco del transetto con il deambulatorio sono
inserite due torrette scalari.
Il sistema planimetrico di questa nuova chiesa è
una soluzione tipica dell'area francese, in cui le soluzioni
particolari erano numerose, mentre in Italia si riscontrava in pochi
altri monu-menti di età normanna, quali le cattedrali di Aversa e
della vicina Acerenza, nei quali si intuisce però un impianto
comune, attuato con modalità del tutto diverse.
In questo edificio, l'Anfiteatro e tutti i
monumenti della zona hanno fornito, come una cava, materiale già
pronto per l'uso, al quale venne adeguata tutta la progettazione di
dettaglio fatta sul posto. Anche la planimetria importata sembra
trovare terreno fertile in schemi già sperimentati nella stessa
area, come quelli del triconco e del deambulatorio.
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