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Calabria abbazie
e monasteri
Abbazia della Sambucina
Una delle abbazie-figlie di Clairvaux fu quella di
Santa Maria della Sambucina di Luzzi, in Calabria, celebre monastero
fondato secondo alcune fonti intorno al 1140 dall'abate Sigismondo,
con il titolo di S. Maria Requisita e passato circa un decennio dopo
ai Cistercensi di Casamari, con i quali acquisto grande rinomanza.
Sulla derivazione diretta dell'abbazia, comunemente
detta della Sambucina, solo recentemente gli storici si sono trovati
d’accordo nel voler confutare tutte le precedenti teorie dimostrando
che la Sambucina non è figlia dell’abbazia di Casmari nel Lazio, ma
di Clairvaux, ed è stata eretta probabilmente quando San Bernardo era
ancora vivo.
A trarre in inganno per molti anni gli studiosi due
avvenimenti singolari; il primo riguarda l'affermazione di Luca Campano,
dal 1193 al 1202 abate della Sambucina e poi sino al 1224 arcivescovo
di Cosenza, il quale, nel suo breve profilo di Gioacchino da Fiore,
aveva ricordato il fondatore dell'ordine florense come "figlio della
Sambucina figlia di Casamari".
Il secondo risale invece al 1184, quando a seguito
di un grande terremoto che sconvolse tutta la Val di Crati, la Sambucina
era stata riedificata in maniera determinante dai monaci di Calamari,
e per questo motivo papa Celestino III°, con un privilegio del 6 maggio
1192, ne aveva riconosciuto a Casamari la supremazia sull'abbazia.
Ma la ricostruzione storica più attendibile parte
dalla contrapposizione che esisteva tra San Bernardo ed il re normanno
nella cui giurisdizione ricadeva la Calabria, a causa di un contenzioso
sorto intorno alla successione al soglio pontificio. Alla morte del
papa Onorio IIIº erano stati eletti due papi: Innocenzo IIº e Anacleto
IIº. Quest’ultimo appoggiato dalla maggioranza dei cardinali, aveva
chiesto aiuto al normanno RuggeroIIº . Innocenzo IIº aveva invece dalla
sua parte il re Lotario di Germania, ma soprattutto Bernardo di Chiaravalle,
che nel sinodo di Etampes del 1130, si era schierato decisamente a suo
favore. San Bernardo aveva invece un atteggiamento ostile contro Anacleto
II, sia perché di discendenza ebraica, e gli ebrei anche nel medioevo
non erano molto stimati, sia perché proveniva da Cluny, monastero che
san Bernardo detestava a causa delle grandi ricchezze lì accomunate,
e per lo spirito di mondanità con cui vivevano quei monaci.
Solo nel 1139 con la pace di Mignano e dopo la morte
di Anacleto II, si venne a capo della controversia. Innocenzo II accettato
da tutti come unico papa riconobbe a Ruggero il titolo di re di Sicilia
e la giurisdizione su tutta l’Italia meridionale. Dopo queste vicende
San Bernardo aveva scritto a Ruggero una lettera con la quale si congratulava
per essere stato riconosciuto re di Sicilia, e Ruggero a sua volta aveva
invitato San Bernardo a fondare un monastero nelle sue terre.
Tenuta in gran conto da papi, re normanni e imperatori
svevi , l’abbazia negli anni divenne la casa madre di molti conventi
cistercensi in Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia.
Purtroppo
fu sempre sottoposta a continui lavori di ristrutturazione, a causa
delle molteplici frane che nei secoli la danneggiarono non poco, l’ultima
nella prima metà del '500 costrinse la chiusura della Chiesa fino a
chiesa 1625 data in cui furono completati i lavori di ricostruzione.
Nel l780, con lo scioglimento dell'ordine monastico, l'abbazia fu chiusa
e nel 1803 gli ultimi resti furono incamerati dallo Stato. Di ciò che
fu l' impianto monastico cistercense rimangono solo pochi avanzi della
chiesa conventuale: i lavori di scavo hanno permesso di ricostruire
la probabile pianta. II tipo sembra richiamare la chiesa di Fontenay
in Burgundia, considerato il modello della più antica architettura dei
Cistercensi: si può ritenere che solo le due arcate di apertura tra
la crociera e gli antichi bracci appartengono a un tempo successivo
alla seconda meta del sec. XII.
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