Correre nel verde Abbazie, Chiese, Monasteri, Santuari: le residenze ecclesiastiche e monastiche - direttore responsabile Giorgio Gandini

Abbazie in Italia

RESIDENZE ECCLESIASTICHE E MONASTICHE

Campania abbazie e monasteri

Abbazia di Santa Maria di Cadossa

Situata a sud di Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno, in origine dipendeva dal vicinissimo Casale di Cadossa, abitato da cento famiglie soggette all’autorità dell’abate e attorno al quale grandi erano le estensioni di terre donate da Margherita di Scotto, contessa di Montesano e moglie di Guglielmo Sanseverino.

I primi documenti che fanno riferimento in origine al monastero e poi all’abbazia risalgono al XIII secolo, quando nel 1238 l’abate di Cadossa dimostrava la provenienza e l’appartenenza della chiesa di S. Venera contro i monaci basiliani di S. Andrea Arpio. Nel 1272, Onorato Fornerio, signore del casello di Cadossa, invase la Badia di S. Maria occupando un mulino e dichiarando suoi vassalli gli abitanti di Casalnuovo.

L’abate e i monaci ricorsero allora all’aiuto di Carlo I d’Angiò, che impose al Fornerio di desistere dalle sue usurpazioni.

Nel 1294 si ebbe una svolta, perché il monastero e il casale passarono alle dipendenze dell’Ordine militare ospitaliero dei Cavalieri di Malta, e vi rimasero fino al 1306.

Rimane tuttora oscura la vita del monastero nel periodo più antico, anche se da varie fonti è possibile risalire ad alcuni dei suoi abati: Costa, Mattia da Montecorvino (1306); Guglielmo da Diano (1321); Nicola della Penta (1324); Tommaso; Ruggero (1361).

Ma le continue occupazioni, le aggressioni, le ruberie ed altri motivi ancora, segnarono il decadimento del famoso monastero, che nella metà del XV secolo il monastero fu ridotto a "Commenda", a causa delle continue occupazioni e aggressioni e venne affidato ad abati "commendatari", i quali non risiedendo sul posto, non facevano che sperperare i sui beni, senza curarsi del culto divino.

La badia, all’epoca dell’annessione alla Certosa, versava in stato di avanzato degrado, ma la situazione si risollevò nel 1578, quando il Priore chiese ed ottenne dal Papa Gregorio XIII di trasferire il culto dalla vecchia chiesa a quella nuova e di trasformare la prima in abitazione per i religiosi addetti alla "grancia".

l’Abbazia esternamente, ha conservato il suo aspetto originale; all’interno, i muri che una volta erano lisci e uniformi, si presentano ora carichi di stucchi sovrapposti nel periodo barocco, e sull’altare maggiore si eleva, il quadro della Vergine Assunta, da sempre titolare della chiesa.

La parte centrale della facciata principale, è stata interamente ricostruita e vi si nota il bel portale d’ingresso che immette nel cortile, in fondo al quale troviamo una fontana che richiama quelle esistenti nella Certosa.

   

 

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