Campania abbazie
e monasteri
Abbazia di Santa Maria di Cadossa
Situata a sud di
Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno, in origine dipendeva
dal vicinissimo Casale di Cadossa, abitato da cento famiglie soggette
all’autorità dell’abate e attorno al quale grandi erano le estensioni
di terre donate da Margherita di Scotto, contessa di Montesano e moglie
di Guglielmo Sanseverino.
I primi documenti che fanno riferimento in origine
al monastero e poi all’abbazia risalgono al XIII secolo, quando nel
1238 l’abate di Cadossa dimostrava la provenienza e l’appartenenza della
chiesa di S. Venera contro i monaci basiliani di S. Andrea Arpio. Nel
1272, Onorato Fornerio, signore del casello di Cadossa, invase la Badia
di S. Maria occupando un mulino e dichiarando suoi vassalli gli abitanti
di Casalnuovo.
L’abate e i monaci ricorsero allora all’aiuto di
Carlo I d’Angiò, che impose al Fornerio di desistere dalle sue usurpazioni.
Nel 1294 si ebbe una svolta, perché il monastero
e il casale passarono alle dipendenze dell’Ordine militare ospitaliero
dei Cavalieri di Malta, e vi rimasero fino al 1306.
Rimane tuttora oscura la vita del monastero nel periodo
più antico, anche se da varie fonti è possibile risalire ad alcuni dei
suoi abati: Costa, Mattia da Montecorvino (1306); Guglielmo da Diano
(1321); Nicola della Penta (1324); Tommaso; Ruggero (1361).
Ma le continue occupazioni, le aggressioni, le ruberie
ed altri motivi ancora, segnarono il decadimento del famoso monastero,
che nella metà del XV secolo il monastero fu ridotto a "Commenda", a
causa delle continue occupazioni e aggressioni e venne affidato ad abati
"commendatari", i quali non risiedendo sul posto, non facevano che sperperare
i sui beni, senza curarsi del culto divino.
La badia, all’epoca dell’annessione alla Certosa,
versava in stato di avanzato degrado, ma la situazione si risollevò
nel 1578, quando il Priore chiese ed ottenne dal Papa Gregorio XIII
di trasferire il culto dalla vecchia chiesa a quella nuova e di trasformare
la prima in abitazione per i religiosi addetti alla "grancia".
l’Abbazia esternamente, ha conservato il suo aspetto
originale; all’interno, i muri che una volta erano lisci e uniformi,
si presentano ora carichi di stucchi sovrapposti nel periodo barocco,
e sull’altare maggiore si eleva, il quadro della Vergine Assunta, da
sempre titolare della chiesa.
La parte centrale della facciata principale, è stata
interamente ricostruita e vi si nota il bel portale d’ingresso che immette
nel cortile, in fondo al quale troviamo una fontana che richiama quelle
esistenti nella Certosa.
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