L'abbazia di S. Maria in Sylvis, viene citata per
la prima volta in un atto di donazione del 762 sottoscritto dai fratelli
longobardi, figli di Pietro duca del Friuli, Erfo, Anto e Marco.
Sarebbero stati proprio questi tre monaci infatti
a fondare l’abbazia, resa subito luogo prestigioso sin dall'inizio dalle
donazioni di Carlo Magno, Lotario, Berengario.
Nell'agosto dell' 889, l’invasione degli Ungari provocò
la devastazione dell’abbazia, che risorse a fatica ma più fortificata
e con maggior pregio.
Il massimo splendore dell'abbazia fu tra il XII e
il XIV secolo, quando cinquanta tra ville e castelli sparsi nel Veneto,
Friuli e nell'Istria erano sotto la sua dipendenza.
Una nuova decadenza cominciò agli inizi del 1400,
quando il Friuli fu stabilmente incorporato nella Repubblica veneta.
Ogni residuo potere temporale fu soppresso con il dominio napoleonico.
Dell'antica abbazia rimangono la torre di ingresso eretta alla fine
del '400, la basilica abbaziale del XII secolo con il campanile già
torre di vedetta, la residenza dell'abate (oggi municipio), la cancelleria
abbaziale (adattata ad asilo infantile) e la canonica.
Alla piazza dell'abbazia si accede sottopassando
un robusto torrione, unico superstite dei sette che difendevano le mura,
detto del ponte levatoio, oggi sede della Biblioteca Civica.
Dinnanzi appare la massiccia torre vedetta scandita
da lesene (1050 circa), trasformata in campanile; a sinistra l'antica
cancelleria abbaziale (ora scuola materna), mentre a destra è visibile
la residenza degli abati (oggi sede municipale), costruzione di impianto
rinascimentale sulla cui facciata si conservano gli stemmi affrescati
di cinque abati commendatari.
La facciata d'ingresso risultato di modifiche avvenute
lungo i secoli, è aperta da un semplice portale sopra il quale ci sono
degli affreschi datati XI-XII sec. (Arcangelo Gabriele, entro lunetta;
S. Benedetto) sovrastati da trifore.
Varcando il portone si accede al vestibolo interamente
decorato con affreschi databili al 1450 circa, attribuiti ad Antonio
da Firenze e allievi. Nel vestibolo si apre a destra la Sala delle Udienze
, oggi una sorta di pinacoteca e a sinistra la Sala Museo, con reperti
archeologici di varie epoche.
L’ interno della chiesa presenta un notevole apparato
di pittura a fresco tra le quali spiccano quelle della zona presbiteriale
eseguite intorno al secondo e terzo decennio del XIV sec. da pittori
giotteschi.
Di notevole interesse la CRIPTA, che si estende sotto
il presbiterio ed è scandita da volte a crociera impostate su colonnine
marmoree. Vi si conservano l’Urna di S. Anastasia, splendido monumento
d’età longobarda formata dai resti di una cattedra di marmo greco, il
Vesperbild, la quattrocentesca Pietà in pietra arenaria da attribuire
ad un maestro tedesco, l’Annunciazione degli inizi del XIV sec. con
l’angelo e la Vergine iscritti entro una nicchia aperta su due archi
trilobati.