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Lazio abbazie
e monasteri
Abbazia di Farfa
Incastonata in un incantevole borgo medievale, l'Abbazia
di Farfa è ubicata tra gli ulivi e i boschi di querce della Sabina.
L'abbazia fu fondata sui resti di un’antica basilica, nel 680 dal savoiardo
Tommaso di Maurienne. La località era già abitata in epoca romana (la
chiesa è stata riedificata con materiali romani) ed infatti a testimoniarlo
permangono sotto la chiesa antiche strutture romane, con rilevanti tracce
di affreschi ed un'iscrizione che cita l'imperatore Comodo. L’abbazia
di Farfa, che è stata anche sotto l’amministrazione di Carlo Magno,
nei secoli è diventata uno dei più famosi e potenti centri monastici
del medioevo. Nel ‘898 fu conquistata dai Saraceni che ne fecero il
luogo d’appoggio per le loro espansioni nell’ Italia centrale, e riacquistò
il massimo splendore tra il X e il XII secolo sotto gli abati Raffredo,
Ugo e Bernardo I, e l'appoggio imperiale di Enrico IV ed Enrico V. A
seguito del Concordato di Werms (1192), perse la sua autonomia e fu
collocata sotto la giurisdizione papale. Solo nel secolo scorso l'abbazia
divenne proprietà privata, e nel 1919 la congregazione di Cassino ricostituì
la comunità monastica che si era disgregata, trasferendo all’abbazia
di Farfa i monaci dell'abbazia romana di San Paolo fuori le Mura.
Il grande complesso abbaziale è il frutto di numerosi
ampliamenti, ristrutturazioni e rifacimenti che si sono susseguiti nel
corso dei secoli. Si accede all’abbazia attraverso un portale quattrocentesco,
opera di Anselmo da Perugina, sormontato da una lunetta in cui è affrescata
una "Madonna con Bambino e Santi", e ci si ritrova così nel cortile,
dominato a sinistra dalla grande torre merlata detta "il Palazzaccio".
Di fronte è possibile ammirare la bella facciata della chiesa di Santa
Maria di Farfa.
La chiesa fu fatta ricostruire nel 1492 dal cardinale
Orsini su una preesistente struttura carolingia; il portale gotico è
sormontato da una lettera con un pregevole affresco quattrocentesco
di scuola umbra mentre un rosone e frammenti di sarcofagi romani adornano
la facciata.
L'interno è a tre navate con colonne recuperate da
antichi edifici romani, sormontate da capitelli dorici e ionici; la
navata centrale termina con un presbiterio poligonale illuminato da
finestre gotiche. Tra le numerose opere contenute all'interno della
chiesa, di notevole interesse è il soffitto ligneo a cassettoni del
1495 che sovrasta la navata centrale; il grande "Giudizio universale"
del pittore fiammingo Beker sulla facciata interna; i vari affreschi,
della Vergine e dei Profeti. A destra della chiesa si apre un grande
cortile con fontana al centro, dal quale si accede al piccolo chiostro,
detto "longobardo", con bifore romaniche; dal "chiostro longobardo"
si possono ammirare l'abside ed il campanile della chiesa arricchito
da archi ciechi romanici e da quattro piani di trifore, che presenta
all'interno alcuni interessanti affreschi risalenti al secolo XI.
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