Lazio abbazie
e monasteri
Abbazia di
Montecassino
La maestosa abbazia situata sul colle che domina
Cassino è stata fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia sui resti
del tempio di Apollo. All’iniziò, l’abbazia forniva essenzialmente assistenza
alla popolazione civile, che costituiva una parte preminente dei seguaci
del monachesimo benedettino. Il motto "Ora et labora" infatti, veniva
rispettato ed eseguito grazie alla "Regola" benedettina appunto, redatta
in loco e suddivisa in 73 capitoli, nella quale venivano date precise
prescrizioni sulla successione delle diverse incombenze nella vita monastica
quotidiana.
L’accesso all’abbazia è consentito da un portale
laterale che, attraverso un androne, conduce al primo dei tre chiostri
in successione lungo il lato meridionale del complesso. Quello centrale
forse il più grande dei tre tutti ricalca fedelmente la precedente costruzione
rinascimentale, e si affaccia sull'ampia piana di Cassino con l'elegante
loggia del Paradiso. Dopo un quarto chiostro, detto dei benefattori,
al centro del quale è collocata una cisterna ottagonale, si arriva alla
chiesa, la cui facciata presenta due portali laterali, con scene della
vita di San Benedetto. L'interno è a tre navate, decorato da stucchi
dorati, ed è stato ricostruito su disegno originario seicentesco, arricchito
nel secolo successivo dalla fastosa decorazione, recuperata in parte
dal cumulo di macerie in cui l'abbazia era stata ridotta.
Sulla parete d'ingresso, emerge la grandiosa Gloria
di San Benedetta in cui appaiono personaggi della chiesa contemporanea,
primo fra tutti Paolo VI.
Ai lati del finestrone centrale si notano poi le
solenni figure di Mosè e di Abramo, mentre le lunette della navata principale,
ai lati delle finestre, recano le figure di Papi fra cui Gregorio XVI,
e Celestino V.
Il percorso prosegue poi nella cupola seicentesca,
totalmente ricostruita, dove sono affrescate la Visione di San Benedetto,
la morte di S. Scolastica, la morte di San Benedetto e la Madonna coi
sui SS. Giovanni e Benedetto.
L’ altare maggiore è di Cosimo Fanzago (uno dei più
celebri architetti del seicento napoletano), ed è stato pazientemente
ricostruito utilizzando le parti superstiti del manufatto originale,
mentre il paliotto argenteo che rappresenta la Glorificazione di San
Benedetto è un’ opera di Antonio Selva.
Nella cripta sottostante la Chiesa si trovano i sepolcri
dei Santi Benedetto e Scolastica.
Nelle cappelle ai lati dell'abside si possono ammirare
alcune opere d'arte sopravvissute alle devastazioni del 1944, come nella
parete di sinistra del presbiterio, dove si trova il sepolcro di Pietro
de' Medici, lavoro di Antonio e Francesco da Sangallo grandi scultori
rinascimentali, e nella cappella omonima, la Pietà del celebre pittore
campano Francesco Solimena.
Nel lungo ambulacro che corre parallelamente all'asse
longitudinale della chiesa, sono collocati l'Archivio e la Biblioteca.
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