Piemonte abbazie
e monasteri
Abbazia
di San Quintino
A Spigno Monferrato, provincia di Alessandria,
sono conservati interessanti resti della millenaria Abbazia di San
Quintino, oggi incorporati in una casa colonica. Di forme romanico-borgognone,
molto semplice nella struttura esterna a capanna con due spioventi,
l’abbazia ha perso molto delle strutture originarie.
Fondata nel 991 da Anselmo, figlio del marchese Aleramo,
e dalla moglie, la contessa Gisla, con un atto stipulato presso il castello
di Visone, il cui prezioso ed interessante originale si conserva ancora
presso la Biblioteca "Barrili" di Savona, fu in seguito gestita dai
Benedettini fino al XV secolo, e ancora oggi è conserva i meravigliosi
affreschi databili attorno al 1000.
Protetta per lungo tempo dalla famiglia Del Carretto,
allora favorevolmente accreditata presso l'impero germanico (Enrico
I del Carretto signore di Savona, detto il Guercio, fu plenipotenziario
dell'imperatore Federico Barbarossa e firmò per lui la pace di Costanza
nel 1183), l'abbazia di San Quintino ha goduto di piena autonomia negli
affari temporali relativi alla amministrazione del patrimonio per oltre
cinque secoli, aumentando i domini terrieri ed il potere esercitato
sull'intera Valle Bormida orientale.
Nel 1500 una bolla del papa Alessandro VI la destinò
definitivamente alla mensa vescovile di Savona, allora retta dal cardinale
Giuliano della Rovere, in seguito all'abbandono da parte dei monaci
benedettini avvenuto qualche anno prima.
Restò di proprietà episcopale ininterrottamente sino
alle campagne napoleoniche in Italia del 1796, durante le quali venne
in gran parte distrutta, i beni incamerati e dispersi attraverso vendite
e la chiesa ridotta agli usi liturgici solo per un minimo spazio, ma
con il Congresso di Vienna (1815) i resti del cenobio vennero formalmente
restituiti al legittimo proprietario pre-napoleonico finché, a metà
del XIX secolo, il Parlamento Subalpino ne decretò l'acquisizione al
demanio e la vendita all'asta: la modesta struttura restante passò quindi
a privati che convertirono definitivamente e completamente l'edificio
della chiesa per loro usi personali.
All’interno la chiesa, è stata ridotta ad appartamento
privato e resta solo una cappella con alcune lapidi romane e rinascimentali,
oltre a tracce di affreschi dell’XI secolo, purtroppo non visitabili.
Il complesso monastico, che oggi, come abbiamo sopra
anticipato è una casa colonica, ha ancora parte della cripta antica.
L'abbazia di San Quintino di Spigno è raggiungibile,
attraversando un ponte medioevale sulla Bormida di fattura caratteristica
per queste valli, a schiena d'asino con arcate diseguali a conci di
pietra locale, sormontato sul colmo da due cappellette.
Del grande complesso architettonico, resta solamente
l'impianto esterno della chiesa.
All’interno è divisa in due piani ed adattata ad
abitazione signorile, ma esternamente caratterizzata da una indubbia
impronta lombarda, specie per la distribuzione delle lesene. Gli architetti
studiandole, hanno potuto ipotizzare un interno originariamente a tre
navate con volte a crociera. Nel sottotetto, in corrispondenza della
parete d'ingresso, si trovano invece tracce di un giudizio universale,
mentre sul lato interno della parete destra sono visibili due figure
frammentarie, resti di pregevoli affreschi databili forse al secolo
XI.
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