Il territorio di Morreale a Palermo, è molto vasto
e comprende diverse frazioni, caratterizzate per la bellezza dei paesaggi
e per i complessi monumentali.
Uno dei più belli si trova nella frazione di San
Martino delle Scale, che prende il nome proprio dall’antico e prodigioso
complesso abbaziale benedettino fondato da Papa San Gregorio Magno nel
VI secolo. Distrutta nell’837 dagli Arabi, venne riedificata nel 1347
dal benedettino Angelo Sinisio e dedicato a San Martino, vescovo di
Tours. Nei secoli, l’abbazia ha subito altri considerevoli interventi
architettonici, l’ultimo dei quali ad opera di Venanzio Marvuglia nel
periodo neoclassico. Oggi l'immenso complesso architettonico, che si
sviluppa attorno alla chiesa, si presenta costituito da molteplici chiostri,
da logge ed edifici minori che, pur esprimendo caratteristiche formali
diverse, ben si armonizzano tra foro contribuendo a creare una sensazione
di completa e poderosa unità.
Tra i sei chiostri del complesso, il più bello e'
certamente quello della Fontana di San Benedetto, ristrutturato
nel 1612 dall'architetto Giulio Lasso. La chiesa, di impianto cinquecentesco,
ha un’unica navata fiancheggiata da 10 cappelle laterali, ed e' sormontata
da una modesta cupola di dimensioni contenute, all’interno della quale
si trovano numerose opere d'arte tra le quali tele di, Paolo de Matteis
Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Pietro Novelli e marmi raffinati di
altre età. Immenso e spettacolare è poi il Coro ligneo ad intarsi,
opera cinquecentesca napoletana degli scultori Benvenuto Tortelli da
Brescia, Nunzio Ferrara e G. B. Vigilante, che fu completato solo nel
'700. Composto da 68 stalli e lungo 20 m, conserva un organo ancora
perfettamente funzionante che può inserirsi tra i più potenti tra le
varie chiese siciliane.
Altre sorprendenti opere visibili al pubblico sono
la Cappella delle reliquie custodite nella storica abbazia,che
vanta il possesso di 4 corpi di Santi e 1253 reliquie, e il Portale
marmoreo trecentesco, ornato da formelle raffiguranti il Mistero Pasquale
e la sacrestia che si palesa come un trionfo di marmi policromi e legni
scolpiti. Tutte le statue, i medaglioni ed i busti scultorei, eseguiti
in pietra nera di paragone e marmo candido, sono opera di Fra' Guglielmo
Benedetto Papillonia. La monumentale fontana dell'Oreto, così
come il gruppo scultoreo del vescovo di Tours, è opera di Ignazio Marabitti.
Ricchissima e sorprendente, per preziosità e varietà, è la dotazione
di paramenti sacri dell'Abbazia, ma il vero tesoro dell’abbazia è costituito
dalla biblioteca, che non ha nulla da invidiare ai piu' celebri
santuari della Conoscenza e del Sapere.
Nel 1866, la biblioteca fu privata dei suoi 44.000
volumi originari, poiché lo Stato Italiano aveva imposto lo scioglimento
degli Ordini religiosi confiscandone anche i beni. Solo in tempi recenti
con ingenti acquisti, la biblioteca è riuscita a riappropriarsi del
proprio immenso patrimonio librario, al quale il Comune di Palermo ha
aggiunto, in affidamento, altri 32.000 volumi provenienti dal Fondo
di San Michele. Volumi che vengono conservati e restaurati dai monaci
stessi dell’Abbazia, grazie ad un laboratorio attrezzato e di ottimo
livello.