Esistente già a partire dal 772, l’abbazia almeno
da ciò che viene rivelato da un antico documento di permuta, venne presto
assoggettata all'abbazia di San Salvatore di Brescia. All’inizio era
essenzialmente un convento femminile di monache benedettine, in seguito
vista la sua posizione strategica (su una scorciatoia che dalla Cassia
conduceva alla Badia a Taona), divenne anche un luogo di ristoro per
viandanti. Si consegna alla storia prima sotto la proprietà privata
dei re longobardi, e dopo l’ 848, come possedimento della regina Irmingarda
a cui già spettava l'abbazia di San Salvatore a Brescia.
Nel 901, Ludovico III passò l'abbazia alle dipendenze
del vescovo di Fiesole, come atto di ringraziamento per averlo accompagnato
a Roma alla sua incoronazione, ma dopo ventisei anni, fu concessa ai
Conti Guidi, a cui rimase fino al 982, quando, nuovamente, venne dichiarata
proprietà del vescovo di Fiesole, pur rimanendo sempre legata alla diocesi
di Pistoia. Nel Cinquecento il monastero cadde in abbandono e la chiesa
venne chiusa al culto. Rimase comunque ai Canonici regolari Lateranensi
fino al 1778, quando, soppresso l'ordine, l'abbazia venne ceduta ai
cavalieri di Santo Stefano, ordine a sua volta soppresso verso la metà
dell'Ottocento. Si annoverano come ultimi titolari del priorato, la
famiglia Covoni-Pandolfini, alla quale apparteneva già la vicina villa
'La Smilea', anche se in seguito, l'abbazia divenne per eredità proprietà
dei Borghese.
La chiesa si presenta con tre absidi, la facciata
a profilo di capanna, una decorazione a coppie di archetti ciechi con
lesene leggermente aggettanti dalla parete, ed ha un paramento murario
a pietre irregolari. Il sottotetto è costituito da una serie di mattoncini
disposti a punta di diamante poggianti su arcatelle in laterizio, mentre
il portale ha un archivolto con conci cuneiformi e stipiti a bugnato.
Al centro della facciata, nella parte superiore si trova un occhio murato
con cornice in pietra. Il motivo decorativo che si vede sulla facciata
si trova anche sulle pareti laterali e sulle absidi. L'interno è a croce
latina con presbiterio rialzato e con tre absidi, ognuna con una sola
monofora, e cripta a oratorio triabsidata, che tradisce l'origine monastica
della chiesa, risalente XI. La chiesa è stata restaurata in maniera
troppo radicale nel 1920.