Veneto abbazie
e monasteri
La Chiesa di San Zeno a Verona
San Zeno a Verona, rappresenta una delle chiese più
famose di Verona custodendo appunto le reliquie del santo patrono della
città San Zeno, il vescovo moro di origine africana raffigurato anche
nella lunetta del portale. Nel 589 il re longobardo Autari, sposo novello
di Teodolinda, la regina che convertì il suo popolo al cattolicesimo,
fu testimone della benevolenza del santo che fu in grado di difendere
la città di Verona dalla furia delle acque, salvando l’abbazia da allagamento
certo. Testimoni del suo miracolo, i veronesi costantemente minacciati
dagli straripamento dell’Adige affidarono da allora a lui la loro protezione
dalle piene.
Di stile romanico fin dall’età carolingia, accanto
alla chiesa fu presente il monastero benedettino attorno al quale si
sviluppò il borgo San Zeno che nel X secolo ospitava abitualmente gli
imperatori del Sacro Romano Impero quando si trovavano in città.
Il monastero, dopo essere divenuto abbazia, fu soppresso
nel 1770, ed utilizzato in epoca napoleonica come fonte di materiale
edilizio di reimpiego dell’antica abbazia, della quale attualmente rimangono
soltanto il torrione ed il chiostro.
Come tutte le abbazie benedettine anche quella di
San Zeno godeva di grande potere; gli abati infatti dominavano feudi
anche grandi come province. L’abate di S. Zeno aveva proprietà vicino
al Garda (Bardolino, Affi, Pastrengo), e sul Po (Ostiglia).
La chiesa di San Zeno che risalirebbe al V secolo,
periodo in cui affondano le radici del culto del santo, fu incendiata
insieme al monastero da invasori barbari, e intorno al 806 venne riedificata
da Pipino Re d’Italia, figlio di Carlo Magno.
La facciata di San Zeno richiama quella del più noto
Duomo di Modena e appare quasi come una filiazione diretta di questa
cattedrale, grazie allo schema compositivo e l’articolazione degli spazi
interni quasi perfettamente in linea con quelli del duomo.
il protiro ad esempio, in entrambe le chiese è sostenuto
da due leoni stilofori, che sorreggono le colonne del "diritto" e della
"fede" e sono posti all’ingresso della basilica come simbolo della forza
della chiesa.
L’arco presenta decorazioni a motivi animali e vegetali,
con sculture dei santi ed ai lati raffigurazioni dei mesi. Il portale
invece, è un esempio fondamentale di scultura romanica, ogni battente
ligneo si presenta infatti decorato da 24 formelle di bronzo, a rilevo,
e nella parte di sinistra si possono vedere storie del Nuovo Testamento
, mentre sulla parte destra 18 storie dell’Antico Testamento, 4 storie
di San Zeno. Ai lati del portale troviamo dei rilievi in pietra, che
ripercorrono le storie della Genesi del Maestro Guglielmo e la raffigurazione
di Teodorico attirato all’inferno, di cui si ignora l’autore, oltre
alle scene di vita di Gesù. La facciata della chiesa è dominata dalla
"ruota della fortuna" il grande rosone scolpito da Briolto agli inizi
del XIII sec.; la ruota simboleggia il rapido alternarsi delle sorti
umane.
L’interno della chiesa è a croce latina con tre navate,
divise da pilastri cruciformi, alternati a colonne con capitelli a motivi
zoomorfi e capitelli corinzi provenienti da edifici romani. Il soffitto
ligneo carenato (ricordiamo che il soffitto a carena di nave è tipico
di Venezia e dell’entroterra veneto) risale alla fine del ’300. Nella
cripta sono custoditi in un’urna d’argento i resti del patrono.
In San Zeno per un certo periodo abitarono anche
frati tedeschi, legati in una sorta di confederazione religiosa con
i conventi di Augusta. Fu così che San Zeno finì per diventare la chiesa
nazionale della comunità teutonica che per motivi di affari e di guerra
era finita per risiedere a Verona.
Oggi la chiesa di San Zeno ad uno sguardo più attento
si presenta non solo come luogo sacro e di preghiera ma anche, nel suo
valore artistico e storico, come testimone silenziosa della tradizione
storica della città.
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