Il
Rafting è uno sport relativamente
recente, nato ufficialmente in Italia nel dicembre 1987 grazie alla
volontà di un gruppo di appassionati che, al fine di praticare, promuovere
e diffondere questa attività, fonda a Milano l’Associazione Italiana
Rafting (Airaf): questo passo rappresenta l’esordio ufficiale nel nostro
Paese di una disciplina il cui primo Campionato Nazionale si svolge
nel 1988 con la partecipazione di 15 imbarcazioni (numero che va incrementandosi
sempre più da allora ad oggi, di pari passo con la progressiva elaborazione
- ormai di riferimento internazionale - di un Regolamento tecnico di
gara).
Rafting deriva dal verbo inglese
“to raft”, ossia “navigare su una zattera”: gli appassionati
sportivi si cimentano infatti nella discesa di rapide tumultuose e di
torrenti a bordo di un
canotto.
Contrariamente
alle apparenze, la discesa ed il superamento di impervi corsi d’acqua
non rappresentano uno sport particolarmente pericoloso, se si è a conoscenza
di particolari tecniche per affrontare ostacoli e difficoltà.
L’idea
di risalire e attraversare torrenti, fiumi e rapide con “imbarcazioni
pneumatiche” (in passato otri di pelle gonfiate con aria, oggi gommoni
con chiglie pneumatiche costruiti con materiali resistenti all’usura
e agli impatti) affonda le sue radici, non per finalità sportive ma
per necessità, all’epoca degli antichi Babilonesi.
Negli
Stati Uniti questa disciplina trae origine dall’antica tradizione di
indiani ed esploratori che guadavano corsi d’acqua poco ospitali a bordo
di avventurose canoe di legno e ricoperte di pelle, fino a trasformarsi
nello sport (approdato in Europa negli anni ’80) che oggi attrae sempre
più appassionati del brivido e della “sfida con la natura”.
In
fondo, contrariamente alle apparenze, il rafter ha bisogno di poche
cognizioni di base: è sufficiente saper nuotare ed importantissimo affidarsi
all’esperienza delle guide che conoscono percorsi e segreti delle correnti,
oltre ad avere una forte spinta verso un’emozione che ha decisamente
dell’avventuroso.
Per
quanto riguarda l’attrezzatura, ossia muta in neoprene, calzari, casco
e giubbotto di salvataggio, è possibile noleggiarla presso le compagnie
di navigazione: molte sono le proposte di associazioni e percorsi nel
nostro Paese, così come è possibile scegliere gli itinerari grazie ad
una classificazione dei fiumi navigabili in base alla loro difficoltà.
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