Correre nel verde Cavalli e cavalieri - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Cavalli e cavalieri la rubrica di equitazione di Correre nel verde

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Equini: cavalli, asini, zebre, pony, muli, bardotti

PONY

BARDIGIANO

Il Bardigiano originario delle valli del Taro e del Ceno, prende il nome del paese di Bardi, un tempo irrisorio stato, e poi territorio del ducato di Parma ai tempi in cui i signorotti locali avevano una propria cavalleria militare che doveva essere in grado di muoversi sui monti. Di quei tempi ci rimane il castello di Bardi, e i suoi cavallini. Questa razza si è fissata nei secoli, essendo cavalli adatti alle zone di montagna, all’interno di un’area delimitata, che va dalle zone interne dell’Appennino Parmense e Piacentino fino ai confini delle province di Massa, La Spezia e Genova. Piccolo e robusto cavallo di montagna.

C’è chi dice possa risalire all’epoca romana. Cavalli locali s’incrociarono con soggetti pesanti della Gallia Belgica, altri ritengono le sue origini più remote, legate ai cavalli dei Liguri che tentarono di fermare l’avanzata dei Romani. Con il dominio del Landi e del Fieschi, nel 1500-1600 furono importati miglioratori arabi e friulani, alla fine della 1° guerra mondiale l’esercito requisirono molte fattrici per accoppiarle con asini francesi e di Martina Franca allo scopo di creare soggetti forti e resistenti da usare militarmente, la razza aveva iniziato ad impoverirsi sensibilmente, e si decise di aiutarla con incroci di cavalli avelignesi che gli assomigliavano molto, sia morfologicamente, che per tipo d’impiego.

Gli allevatori non erano però soddisfatti degli incroci ottenuti, e dopo la 2° guerra mondiale seguitarono a cercare di selezionare un cavallo che li accontentasse. I tentativi degli anni 50-60 fatte dall’istituto d’incremento ippico, volti più al miglioramento, che al recupero di una razza in declino, non riuscirono a creare buoni soggetti. Negli anni 70, grazie alla comunità montana dell’Appennino Parmense che s’interessò seriamente delle sorti del bardigiano, si cercò di recuperare tutte le caratteristiche storiche dei cavalli locali, con incroci di riproduttori Franches Montagnes.

Nel 1977 il Ministero dell’agricoltura e Foreste approva e istituisce il libro genealogico del Bardigiano, che diventa a tutti gli effetti razza italiana con specifiche caratteristiche morfologiche. Oggi l’allevamento si è consolidato nelle aree collinari e montane dell’Emilia, Liguria, e parte della Toscana. Il bardigiano è un pony di grande taglia, 145cm. al garrese. Il mantello è baio, baio scuro o morello mal tinto, con possibili balzane se non troppo evidenti e comunque inferiori a 4, stella non troppo grande, non è ammessa la lista. Anche se di costituzione robusta, non manca di vivacità, testa piccola, con il collo arcuato, ad ampia base d’attacco, folta criniera, petto ampio, e dorso di media lunghezza, groppa larga, gli arti sono asciutti con appiombi regolari, stinco e pastorale corto, zoccoli larghi con unghia scura. Rustico e frugale si adatta bene ai mutamenti climatici predilige collina e montagna, e si alleva normalmente allo stato brado. Ha un carattere docile che si presta bene al turismo equestre.


 

 

 

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