PONY D’ESPERIA
L’origine del pony d’Esperia è antichissima e risale a razze
orientali giunte a seguito di mercanti e marinai. Nell 800 il barone
Roselli con uno stallone e 4 femmine provenienti dal Negev, gli immise
sangue orientale. Nel manuale d’ippologia del 1901, Chiari descrive il
pony d’Esperia della Ciociaria, piccolo robusto e vivace.
Nell’ultimo
conflitto Mondiale le truppe marocchine sbarcando ad Anzio a seguito
degli alleati portarono soggetti berberi che si accoppiarono con
individui locali, la razza fu messa a rischio proprio dagli alleati che
usarono questi cavalli impiegandoli su campi minati intorno a Cassino,
per aprire varchi ai propri soldati Il territorio di quella regione è
impervio, con scarsa vegetazione, arido d’estate e rigido d’inverno,
questo piccolo cavallo allevato allo stato brado ed essendo uno dei
pochi animali che riescono a vivere in un territorio così impraticabile,
a conservato la sua tipologia originaria.
Il riconoscimento della razza
è avvenuto nel 1962, ma ci sono voluti altri 30 anni prima che fosse
istituito un registro anagrafico presso l’Apa di Frosinone.
L’associazione allevatori invece è recentissima (2002). Il pony
d’Esperia ha un’altezza di 120-145 cm. al garrese, di colore morello
con criniera e coda abbondanti, sono tollerate tracce balzane e stelle,
testa corta e di forma conica, il collo è proporzionato e non troppo
muscoloso, garrese pronunciato. Il dorso può essere insellato e la
groppa è spiovente, gli arti robusti e asciutti, appiombi regolari,
zoccoli forti e pigmentati.
Molto frugale, ha temperamento, ma se gli si
dà una corretta doma, è un ottimo pony da sella. Avendo una
predisposizione naturale per il salto è un buon soggetto per gare di
pony.
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