LANCI
I lanci sono gare che prevedono il possesso di elevate
forze muscolari da parte degli atleti, oltre all’utilizzo di una tecnica
sportiva che rispetti i principi della biomeccanica, in modo da individuare
in modo preciso ed ottimale i due elementi che influenzano la traiettoria
del lancio, ossia l’angolo di uscita della gittata e, nel caso di disco
e giavellotto, le condizioni aerodinamiche dell’attrezzo.
Le prove prevedono che l’esercizio venga svolto secondo
un ordine dei concorrenti prestabilito secondo sorteggio: ogni atleta ha
a disposizione tre tentativi per determinare gli otto che potranno accedere
alla prova finale, che consta comunque di tre lanci.
Esistono varie tipologie di lancio: di seguito un elenco
sintetico corredato da brevi descrizioni.
GETTO DEL PESO: questa
specialità ebbe origine nelle feste popolari delle isole britanniche, inizialmente
con l’utilizzo di attrezzi di dimensioni non standard.
Solo nell’800 venne stabilito un peso regolamentare per
l’oggetto da lanciare, ossia 16 libbre per gli uomini, equivalenti a 7.257
Kg e 2 Kg per le donne.
Nei primi tempi il lancio si basava principalmente sulla
forza delle braccia, non considerando lo sfruttamento del busto e degli
arti inferiori, mentre negli anni ’50 l’americano Parry O’Brian modificò
la situazione, mediante l’introduzione di una tecnica "dorsale",
che premetteva una maggiore torsione del busto nell’azione, peraltro rapidissima.
Ad oggi alla "dorsale" si è affiancata la tecnica
ancor più perfezionata e "rotatoria", che influisce sulla velocità
d’uscita dell’attrezzo.
LANCIO DEL DISCO:
le origini antichissime di questa specialità sono testimoniate da famose
opere di artisti (un esempio per tutti è il celebre "discobolo" di Milone
datato al V secolo a. C.
Gli attrezzi previsti nell’antica Grecia erano decisamente
maggiorati per diametro e peso oltre che variabili, mentre oggi l’entità
ponderale è fissata a 2 Kg per gli uomini e ad 1 Kg per le donne.
La disciplina del lancio del disco vede il coinvolgimento
principale di forze rotatorie, nonostante l’atleta svolga prima di lasciare
l’attrezzo, oltre alla rotazione in pedana, anche un lieve avanzamento verso
la zona di lancio: tramite l’equilibrio dinamico degli assi che testimoniano
il movimento finale, il disco finisce per uscire dal basso verso l’alto.
LANCIO DEL MARTELLO:
in questo caso l’attrezzo è rappresentato da una testa sferica di metallo,
cui è legato un filo d’acciaio che termina con un’impugnatura triangolare,
dalla lunghezza globale di 120 cm circa e dal peso di 7,260 Kg per gli uomini
e di 4 kg per le donne.
La forza dell’atleta viene impressa sull’impugnatura
e trasmessa, attraverso il filo, alla testa del martello, in modo da generare
un moto uniformemente accelerato dalla velocità proporzionata all’entità
delle forze impresse.
Il gesto atletico si svolge mediante la rotazione personale
del lanciatore all’interno della pedana con il martello impugnato con entrambe
le mani, facendo perno sul piede interno e terminando l’azione con la distensione
completa delle gambe e del tronco.
LANCIO DEL GIAVELLOTTO:
anche in questo caso le prime testimonianze storiche della disciplina provengono
dall’antica Grecia e precisamente dagli scritti di Senofonte, attribuiti
al 776 a. C., mentre per ottenere l’ufficialità di gara olimpica dobbiamo
attendere la quarta edizione delle Olimpiadi moderne, svoltasi a Londra
nel 1908.
Dopo le molteplici modifiche subite dall’attrezzo in
vista di un suo miglior veleggiamento in aria, ad oggi il peso è fissato
in maniera standard ad 800 gr. per gli uomini e a 600 gr. per le donne.
Secondo il regolamento i lanci validi sono quelli in
cui l’attrezzo raggiunge il suolo con la parte anteriore, mentre vengono
annullati quelli in cui esso atterra in maniera orizzontale o con l’estremità
posteriore.
Il gesto atletico prevede una zona di rincorsa lunga
almeno 30 m, al termine della quale il soggetto in massima tensione muscolare
inizia il lancio in una posizione ad arco, che origina la classica "frustata"
del braccio lanciante, che prevede l’azione combinata di gambe, anca, tronco
e spalla.
Una simpatica curiosità riguarda l’intervento della Federazione
Internazionale dell’Atletica (I.A.A.F.) nel 1984, volto a modificare il
regolamento sulla costruzione del giavellotto, spostandone il baricentro
in avanti di alcuni centimetri per garantirne una parabola discendente più
rapida in modo da salvaguardare l’incolumità degli spettatori delle gare
negli stadi, in seguito all’eccezionale lancio della misura di m. 104,80
effettuato da U. Honn.
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