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SALTO

La disciplina del salto è tra le più antiche e chiede agli atleti particolari doti nel raggiungere una velocità ottimale allo stacco, nonché una corretta esecuzione del gesto.

I salti si dividono in due principali categorie: i salti in elevazione e quelli in estensione.

Riportiamo di seguito alcune brevi note descrittive delle singole specialità.

SALTO IN ALTO

Inizialmente la tecnica seguita dagli atleti era quella denominata "ventrale" che prevedeva una rincorsa rettilinea e quindi il salto al di là dell’asticella con il ventre rivolto verso il basso in modo da portare l’intero corpo allineato al di sopra della misura da superare.

Nel 1968, alle Olimpiadi di Città del Messico, l’americano Dick Fosbury vinse la medaglia d’oro adottando una nuova tecnica, che prese per l’appunto il suo nome, e che da allora fu adottata da tutti gli atleti.

Le novità della nuova tecnica consistono in una rincorsa non più rettilinea bensì curva che permette all’atleta di giungere allo stacco quasi di spalle all’asticella.

Il salto consiste nel portare la parte superiore del corpo, fino al bacino, al di là dell’ostacolo e poi, seguendo una curva parabolica, nel richiamare le gambe mentre la parte superiore del corpo inizia la sua discesa.

Con questa nuova tecnica gli atleti sono riusciti a migliorare di molto le proprie prestazioni stabilendo nuovi record mondiali.

SALTO CON L’ASTA

Sicuramente più spettacolare della precedente, permette agli atleti di mettere in evidenza le proprie doti di saltatore nonché di ginnasta attrezzista.

È una specialità molto antica, le sue origini pare risalgano in epoche pre-cristiane quando gli uomini utilizzavano pertiche per superare ostacoli anche per necessità belliche.

Con la realizzazione di aste sempre più elastiche e leggere, è stato possibile migliorare notevolmente nel tempo le prestazioni degli atleti.

Inizialmente l’asta era realizzata con legno (frassino o noce), poi il legno fu sostituito dal bambù che offriva sicuramente più leggerezza e maggior resistenza.

Successivamente si passò all’utilizzo di aste in acciaio per poi adottare aste in fibra di vetro (fiberglass) che garantiscono estrema flessibilità e permettono agli atleti di raggiungere notevoli risultati tecnici.

L’asta, flessa dalla velocità di rincorsa dell’atleta e dalla sua forza di stacco, si piega e accumula energia per poi raddrizzarsi catapultando l’atleta oltre l’asticella.

Solo recentemente la specialità è stata estesa anche alle donne.

SALTO IN LUNGO

Indipendentemente dalla tecnica seguita dall’atleta che serve esclusivamente a garantire un buon assetto di volo e quindi un miglior equilibrio, il risultato, e quindi la bontà della prestazione, dipende esclusivamente dalla velocità d’uscita sull’asse di stacco e dall’angolo di proiezione del centro di gravità del saltatore nella direzione del salto.

SALTO TRIPLO

Tipica estensione del salto in lungo, la sua caratteristica consiste nel fatto che l’atleta, prima dello stacco, compie tre balzi, ciascuno con caratteristiche diverse.

Il primo balzo, detto "hop" è un balzo successivo eseguito sullo stesso arto; il secondo, detto "step" è un balzo alternato; il terzo, detto "jump" è il vero e proprio salto in lungo che conclude l’intera azione.

Anche per il salto triplo la velocità d’entrata al primo stacco è determinante per la bontà della prestazione.