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IL CAVALLO E L'UOMO IN ORIENTE
I nostri antenati che 20.000 anni fa
disegnavano nelle grotte il cavallo colpito da frecce, augurandosi di poterlo
catturare durante la caccia essendo una preda ambita, non avrebbero mai
immaginato che ruolo importante avrebbe avuto questo animale nella storia
dell'uomo. Accingendomi a scrivere l'evoluzione del cavallo con l'uomo, mi rendo
conto che dovrò essere necessariamente riassuntivo, ma a chi interessa questo
argomento consiglio ulteriori approfondimenti, essendo estesa la materia in
merito.
L'inizio dell'addomesticamento del cavallo, tra il terzo ed il secondo
millennio a.C., sembra sia avvenuto su due diverse aree, il territorio sahariano
e quello centro asiatico. Inizialmente venne usato come animale da tiro,
successivamente si capì che poteva essere adoperato anche per viaggiare,
cacciare e guerreggiare. Pitture rupestri (4000/1600 a.C.) trovate in siti del
Sahara algerino, riproducono carri leggeri a due ruote trainate da cavalli.
Nello stesso periodo, tra i popoli delle steppe nel cuore dell'Asia, venivano
allevati e usati cavalli piccoli e robusti per trainare carri. Considerati
fenomenali e fondamentali per scopi bellici, i carri con i cavalli si diffusero
rapidamente. L'Egitto sviluppò carri maneggevoli e stabili in velocità, e per
guidarli avendo le mani libere di tirare con l'arco, gli egizi portavano redini
legate al petto, in questo modo frenavano e spronavano il cavallo con movimenti
del tronco. Il comando al cavallo veniva dato per mezzo di briglie, a cui era
attaccato un musetto che comprimeva la cartilagine nasale dell'animale, oppure
venivano usati dei filetti laterali, dove vi era un morso avvolte fornito di
uncini che conficcandosi nelle guance del cavallo diventavano crudeli strumenti
di controllo.
Questo può fa' immaginare, quanto può essere
stato avvolte duro e crudele l'addomesticamento del cavallo da parte dell'uomo,
in contraddizione con il disinteresse per le sofferenze dell'animale, esso
veniva bardato e agghindato con gualdrappe e vari ornamenti finemente decorati,
come antichi reperti ed immagini testimoniano.
I cavalieri inizialmente
montavano a pelo, seduti rigidamente e in posizione molto arretrata, mentre le
ginocchia erano portate in avanti e strette attorno ai fianchi del cavallo. In
Oriente si inizia a sviluppare l'uso delle selle, le più antiche si ritiene
fossero di feltro o di legno, con applicazioni di tessuti e decorazioni in
metallo prezioso, e già alla fine del secondo millennio a.C., come testimoniano
ritrovamenti sulle montagne Altaiche di Pazyryk e Bashadar, indicano che le
selle erano molto diffuse, anche se da immagini e documenti Mesopotamici e
Ittiti indicano che queste erano usate almeno da mille anni prima, formate da un
unico pezzo, solo successivamente la sella e la coperta da cavallo vengono
separate, per comodità del cavallo ma soprattutto del cavaliere. Vorrei
sottolineare, che su questo argomento vi è una cultura dell'arte orientale
espressa nelle decorazioni di finimenti e coperte da cavallo che conto di
approfondire in futuro.
E' in epoca Assira che il cavallo da sella o da traino
raggiunge la massima diffusione, si iniziano a preferire animali alti e di
portamento come simbolo di regalità e nobiltà. Nel VIII/VII secolo a.C. , vi
è una successiva evoluzione dell'arte equestre Assira, come mostrano i rilievi
a Ninive, vengono creati carri più agili per potere cacciare invece che
combattere, la stabilità dei cavalieri era assicurata da piccole selle, fissate
sotto l'addome e il ventre del cavallo, in questo modo potevano sedersi
disinvoltamente in posizione avanzata, con gambe tese anche se ancora non
conoscevano l'uso delle staffe. i cavalli Assiri erano più simili ai
purosangue, mentre in area Iranica venivano usati i piccoli cavalli delle steppe
importanti nell'economia di quel popolo.
In Persia l'uso del cavallo divenne
così esteso che Senofonte la definisce "La cavalleria più importante del
mondo", ed anche che "Era usanza del paese quella di non farsi mai
vedere a piedi nei viaggi, al solo scopo di diventare abilissimi nel cavalcare
". Ed ancora l'importanza dei cavalli in Persia viene sottolineata da
Erodoto, che nel racconto dell'ascesa al trono del "Gran Re" scrive:
"Il cavallo dei sette capi più importanti di Persia, che avesse nitrito
per primo al levare del sole avrebbe designato il suo padrone come Re". I
loro cavalli erano alti, con fronti piatte, avevano il dorso largo che
permetteva di cavalcare comodamente senza sella, anche se come testimonia
Senofonte usassero coperte da cavallo per montarli comodamente.
E' la cultura
orientale degli Sciti a dare una maggiore importanza a l'arte equestre, popolo
nomade e assai bellicoso, passava la maggiore parte del suo tempo a cavallo ,
animale che divenne importante anche nei riti funebri di quel popolo, dove in
caso di morte del proprietario ( Un capo o un nobile), venivano uccisi i suoi
più magnifici cavalli per essere deposti insieme a lui nella sua tomba. I loro
cavalli erano bassi e di corporatura robusta, la criniera gli veniva pettinata
in avanti e raccolta in un ciuffo sulla fronte, ed ad ideare per primi le
antenate delle moderne selle sono gli Sciti , ritrovamenti di selle piccole con
l'arcione in legno o cuoio imbottite di crine, anche se prive di pomo, ma
provviste di staffe rudimentali fatte da anelli di cuoio.
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