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la merca
Territorio dalla vegetazione folta e intricata, terreno
impervio e acquitrinoso, dove uomini a cavallo (I BUTTERI), tra nugoli di
insetti, abbrancavano bestiame brado nato l'anno precedente, per il rito della
merca.
Ogni anno, da Aprile a Giugno, questo lavoro si ripeteva nelle aziende
Toscane e Laziali, dove l'allevamento del bestiame avveniva allo stato libero.
Con fatica e incitamenti, aiutandosi con lunghi bastoni, le mandrie venivano
guidate ad un recinto.
Maggiore era l'attenzione se si trattava di bovini di
razza Maremmana, forti, dalle lunghe corna e di mole robusta che possono
diventare
estremamente aggressivi se irritati. Dal recinto ogni animale è separato dal
gruppo (sbrancato) dai butteri a cavallo, e indirizzato verso il tondino
(recinto circolare), per la marchiatura, o allo strettoio se necessita di
cure, dove viene immobilizzato e sottoposto ai trattamenti. Nel tondino se ad
essere sottoposto alla merca è un vitello, entrano 3 uomini, nel frattempo sul
fuoco sono stati posti a riscaldare i marchi da apporre, uno per l'anno di
nascita o di marchiatura, uno per il numero progressivo dell'animale, che
verranno impressi ai lati della groppa, ed infine quello che rappresenta il
simbolo dell'allevamento, sarà visibile sulla coscia.
Il vitello maremmano ad
un anno è già sviluppato, agile e forte per la vita libera che ha condotto, e
dentro il tondino è estremamente nervoso per essere stato separato dal
gruppo e dalla vicinanza degli uomini, quindi tutt'altro che arrendevole,
atterrarlo e impastoiarlo sarà operazione poco semplice che si può svolgere in
due modi, con la lacciaia, corda lunga 10/12 metri che ha ad un capo un anello
di ferro dove si fà passare il capo opposto, per formare il cappio , da
lanciare sulle corna del vitello.
Chi lo adopera si pone vicino al palo
fisso posto nel centro del tondino detto giudice, mentre un compagno fa girare
il vitello, chi tiene la lacciaia catturerà l'animale e quando sarà preso, la
corda verrà velocemente avvolta intorno al giudice e recuperata con cura,
per impedire la libertà di movimento al vitello. Ora uno dei butteri lo può
afferrare per la coda mentre gli altri due passano velocemente la corda
intorno alle zampe per impastoiare, simultaneamente verrà infine tirata sia la
corda che imprigiona la testa, che quella che tiene le zampe, in modo da
far coricare sul lato sinistro l'animale, immobilizzato si potrà marchiare. Il
secondo metodo, la presa a mano, consiste nella disposizione di due uomini lungo
la recinzione del tondino, ed un terzo munito di bastone che incitano l'animale
a fare più giri in senso orario, cercando di stancarlo e calmarlo.
Con la
giusta posizione del vitello due uomini afferrano coda e testa, per rallentarne
la corsa, così il terzo buttero potrà afferrare le corna ed in sincronia con
il compagno che tiene la coda atterrare l'animale, mentre l'uomo che prima
teneva la testa velocemente, con una corda, legherà le zampe del vitello
immobilizzandolo. Per i puledri ovviamente il procedimento di cattura è diverso
essendo animali di fragilità e nervilità maggiori,. Fatto entrare nel tondino
il puledro, dovrà essere incitato a girare in senso antiorario rispetto al
buttero posizionato al centro del tondino. Questi lancerà la lacciaia sulla
testa del cavallo da dietro, catturato l'animale e passata la corda intorno al
giudice, si dovrà rallentare la corsa del puledro e avvicinarlo al centro del
tondino.
Ora si potrà iniziare con l'aiuto degli altri butteri ad incapezzarlo e passata la lacciaia dietro le gambe posteriori atterrarlo. La
tradizione vuole che subito dopo il marchio venga effettuata la tosura di
criniera e coda per favorirne la ricrescita più bella e folta. Tutto questo
lavoro di animali e uomini anche se può apparire strano veniva vissuto come una
grande festa da parte dei butteri. La merca rappresentava il risultato finale di
un anno di fatiche invernali, dove il risultato si vedeva sulla
salute e la bellezza degli animali marchiati.
tre fasi della merca
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