CURLING
Le sue origini si perdono in secoli lontani, ma la certezza della sua
esistenza si ebbe nel 1511 in un'incisione trovata in Scozia e in seguito
diventata famosa come la Stirling Stone.
All'incirca nello stesso periodo, questo sport apparve nei quadri dei pittori
fiamminghi Pieter Bruegel e Jacob Grimmer.
Dal 1775 cominciarono a diffondersi pietre circolari con impugnatura di
metallo e nel 1838, con la nascita del Royal Caledonian Club, si giunse alla
definitiva standardizzazione della grandezza e della forma delle pietre di
granito.
Dal 1775 si iniziò a definire regole e tecniche e, nel 1838, venne redatto il
primo regolamento dal Caledonian Curling Club.
Il curling è divenuto sport olimpico nel 1924, ai giochi olimpici invernali
di Chamonix e la disciplina resta olimpica fino a Lake Placid nel 1932. Dopo di
che per più di 50 anni non viene praticata a livello olimpico, fino alla XVIII
Olimpiade Invernale, svoltasi nel 1998 a Nagano. In quell'edizione si
aggiudicano la medaglia d'oro la Svizzera (maschile) e la Norvegia (femminile).
Attualmente il paese con il maggior numero di praticanti è il Canada.
In Italia la pratica del curling ha avuto un luogo d'origine ben preciso:
Cortina d'Ampezzo.
Dopo una fugace apparizione nel periodo tra il 1925 e il 1930, il curling è
stato praticato regolarmente dal 1952, ossia da quando la Fisg (Federazione
Italiana Sport del Ghiaccio) lo ha riconosciuto ufficialmente come attività
sportiva.
Il pezzo forte del curling è la “stone”, una roccia di granito scozzese tonda
(circonferenza di 30 cm, altezza 11,4 cm) e del peso approssimativo di 20 kg
(max. 19,958 kg). Nella parte superiore viene applicata una maniglia mentre il
fondo è concavo.
La superficie di scivolamento di una stone è larga solamente 6-12 mm, questo
permette al pebble presente sul ghiaccio di agire sul movimento della pietra.
Durante il lancio la stone subisce una rotazione e successivamente viene
rilasciata. Se la maniglia viene fatta ruotare verso il corpo del lanciatore il
lancio è detto inturn, viceversa la rotazione verso l'esterno è detta out-turn.
la traiettoria della stone subirà quindi un effetto laterale corrispondente alla
rotazione che le è stata impressa, specialmente verso la fine della sua corsa.
Il curling è giocato da due squadre di quattro componenti ciascuna.
I giocatori sono definiti a seconda dell'ordine di lancio. Il giocatore che
lancia per ultimo è detto skip ed è il capitano della squadra. Gli altri sono il
second, il third e il first. Una partita consiste generalmente in dieci mani
(end). Ad ogni mano tutti i giocatori lanciano a turno due stones, alternando i
componenti delle squadre.
Mentre i primi tre giocatori lanciano le stone e fanno lo sweeping, lo skip
rimane nella zona della casa per coordinare le strategie di lancio. Quando tocca
a lui lanciare questa funzione è ricoperta dal terzo detto viceskip.
Per lanciare una stone il giocatore usa la staffa per darsi una spinta e
scivolare verso la hog line. Prima di raggiungere la linea il giocatore deve
rilasciare la stone. Se la stone non riesce a superare la hog line più lontana,
o supera la back line, viene tolta dal gioco.
Lo scopo è di bocciare le stones avversarie e di piazzare le proprie vicino al
tee.
I giocatori che effettuano lo sweeping, spazzamento, cercano di indirizzare
la stone verso il punto indicato dal capo squadra spazzolando il ghiaccio
immediatamente davanti alla stone in movimento con delle scope: il calore
generato dallo spazzamento causa un momentaneo scioglimento di una parte del
ghiaccio, dal che segue una diminuzione dell'attrito e pertanto una diminuzione
della decelerazione della stone, mentre la traiettoria della pietra diventa più
rettilinea. Inoltre le scope possono essere utilizzate per pulire il ghiaccio
dai frammenti (debris) che si vengono a creare sulla pista di gioco.
Dopo che entrambe le squadre hanno lanciato tutte e otto le stones a loro
disposizione viene determinato il punteggio. La squadra con la stone più vicina
al tee riceve un punto per ogni stone che sia ad una distanza minore dal tee
della più vicina stone avversaria.
La squadra che non ha segnato punti nella mano ha diritto a tirare l'ultima
stone, detta hammer, nella mano successiva.
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