La dieta dissociata,
nota anche con il nome di food combining è stata creata nel 1911
dal medico statunitense William Howard, il quale, per ovviare ad una
grave malattia del tessuto renale, decise di curarsi con una serie di
regole alimentari che tenevano in considerazione il meccanismo di digestione
degli alimenti.
Secondo Howard, la
combinazione non corretta degli alimenti può portare a degli accumuli
sbilanciati nel nostro organismo, con effetti dannosi sulla salute.
Per una corretta digestione, le proteine necessitano di un ambiente
acido, mentre i glucidi di uno alcalino; se durante il pasto si combinano
grosse quantità di proteine e glucidi, si viene a creare un ambiente
troppo alcalino per la corretta digestione delle proteine e troppo acido
per quella dei glucidi.
Per ovviare a questo
processo, la dieta dissociata consiglia di non combinare nello stesso
pasto proteine e glucidi. Consumare principalmente “carboidrati semplici”,
ossia verdure, frutta, cereali, cibi integrali e non raffinati (farinacei).
Consumare poche proteine.
La dieta classifica
gli alimenti in tre categorie: acidi (proteine, uova, carne,
latticini, frutta fresca, pesce), alcalini (carboidrati, pane,
pasta, riso, dolci, biscotti, etc.) e neutri (grassi, verdure,
frutta secca, olio), ossia possono essere assunti sia con le proteine
che con i carboidrati. Sono inoltre consigliati cinque pasti al giorno,
in un arco di tempo che varia dalle quattro alle quattro ore e mezza.
Una giornata di dieta
dissociata prevede, ad esempio, i seguenti alimenti:
Colazione;
latte scremato e cereali.
Spuntino; spremuta
d’agrumi.
Pranzo; 150
grammi di petto di pollo, insalata di pomodori.
Spuntino pomeridiano;
1 banana.
Cena; minestrone
di legumi e verdure, insalata mista.
La dieta consiglia
di bere molta acqua, possibilmente lontano dai pasti.
NOTA BENE:
Tutte le diete debbono essere assegnate da un medico specialista che
individua a livello personale quantità, elementi e tempistica dei
pasti dopo aver sottoposto la persona a rigorosi accertamenti
sanitari.