Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini
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Gatto: storia e leggenda Questo misterioso ed affascinante animale accompagna l'uomo da millenni, ma a differenza del cane, ha conosciuto alterne fortune. Gli antichi Egizi lo osannavano e veneravano come incarnazione vivente e simbolo della Dea-Gatta "Bast", protettrice anche della città di Bubasti, che nel 944 a.C. circa, diviene per merito del faraone Sesonki 1° (XXII° dinastia), capitale a honorem del regno. Sesonki 1° fece ingrandire ed abbellire la città (attualmente Tell Bastah) ed ovunque numerosi sono i simulacri ed i templi in onore della Dea protettrice. Al momento della loro morte, i gatti venivano ad occupare un posto importante anche nelle tombe di famiglia o nelle grandi Piramidi. Si riteneva, infatti, che, in quanto animale sacro avrebbe accolto ed accompagnato l'anima dell'uomo anche nel Regno dei Morti. Erano così mummificati e deposti nelle tombe con gli stessi procedimenti riservati agli esseri umani e li sono stati ritrovati millenni dopo, all'apertura delle stesse, accanto ai loro padroni. Al contrario, nel Medioevo, il gatto come molti altri poveri animali, diviene il simbolo del Maligno. Secondo le arcinote cronache dell'epoca, i gatti erano i compagni delle Streghe, inviati dal Demonio ad insegnargli le pratiche magiche. Nell'oscuro ed infelice periodo della Santa Inquisizione, nessuno era immune dal venire condannato come Strega, Mago od Eretico. Semplici quanto ipocrite faide tra vicini, l'ignoranza e la scarsa moralità davano lo spunto, a persone totalmente prive di principi, di tacciare poveri innocenti di commettere le peggiori infamie contro l'uomo e contro Dio, tutto ciò sfociava immancabilmente in isteria generale con le conseguenze che noi tutti conosciamo. L'isteria è poi caduta nel parossismo e nel ridicolo se si pensa ai numerosissimi procedimenti penali avviati contro i più disparati animali. Ratti esorcizzati, anguille e sanguisughe maledette da Vescovi, moscerini, maiali, rondini, cavalli, galli, e chi più ne ha più ne metta, convocati in processi come imputati con tanto d'avvocati difensori (in rari casi). Alla loro inevitabile quanto comprensibilissima impossibilità nel difendersi o ribattere le accuse, rispondevano le autorità con torture d'ogni genere, fino alla messa a morte sul rogo per essere d'esempio al prossimo animale che fosse voluto entrare in combutta con Satana. Tra tante specie animali, nessuna a però subito il destino dei gatti, perseguitati e bistrattati, e se erano "neri"…tanto meglio! Ai giorni nostri i pareri sono molto differenti, ma conservano il retaggio d'odio dei secoli passati, da ciò si deduce che le definizioni malevole d'opportunista, menefreghista e infido, sono dovute principalmente a preconcetti. Dovremmo invece apprezzare la dolcezza, l'indipendenza e la pulizia di questi piccoli compagni. Non dimentichiamo che sono i cugini dei più fieri animali che esistano come i Leoni e le Tigri e quindi conservano un istinto fortemente predatorio, ciò non toglie che siano capaci d'affettuosità, dimostrataci anche con "piccoli cadeau". Topini, lucertole o piccoli uccelli lasciati dove possiamo trovarli (magari nelle pantofole, o sullo scendiletto!) possono far inorridire molte signore e signori, ebbene, lasciate da parte lo schifo e consideratevi fortunati ed orgogliosi della vostra piccola "fiera"! Un cacciatore che divide la sua preda con voi, come fa il gatto, dimostra solamente il suo affetto e la sua stima e la voglia di contribuire al "ménage familiare" con ciò che ritiene più "gustoso" ed "appetibile". Perciò non punitelo ne urlategli contro, non capirebbe cosa ha fatto di male nel provvedere anche al vostro sostentamento, ma carezzatelo e coccolatelo, premiandolo magari con del buon latte e poi senza farvi scoprire, date degna sepoltura ai caduti "per la pace familiare"! Alessandra Vassallo
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