Nel 1907 Giovanni Augusta fonda
l’Augusta aeromobili presso Samarate (VA). Durante
i primi anni di vita l’azienda si è occupata della
manutenzione di velivoli militari, progettazione
di vari prototipi e costruzione d’addestratori “Ro
41”.
Dopo la scomparsa del fondatore,
l’azienda passa nelle mani della famiglia; per ovviare
alla crisi del settore, il figlio Domenico e la
moglie Giuseppina decidono di iniziare a produrre
motociclette, realizzando un motore a due tempi
di 98 cc.
A causa del secondo conflitto
mondiale e dell’occupazione tedesca dello stabilimento,
l’Augusta interrompe la sua attività. Nel 1950 Domenico
Augusta riprende i progetti motociclistici abbandonati
prima della guerra e fonda la Meccanica Verghera.
Già nel 1946 la MV Augusta aveva presentato la sua
prima motocicletta, la “98”, nelle versioni
“Economica” e “Turismo”; nello stesso
anno i piloti italiani Vincenzo Nencioni, Mario
Cornalea e Mario Paleari conquistano il podio nelle
competizioni di regolarità di La Spezia e Monza.
Al Salone di Milano del 1947
MV Agusta presenta la “98 Lusso” e nuove motociclette
con motore bicilindrico da 125 cc e monocilindrico
a 4 tempi e cilindrata di 250 cc. Due anni più tardi
esce il primo scooter della casa italiana, il modello
“B” di 125 cc.
Nel corso degli anni ’50 le motociclette
MV Agusta continuano a trionfare nelle competizioni,
grazie soprattutto ai modelli “Motore Lungo”,
la 175 CSS (detta “disco volante”), vincendo
nelle classi Sport e moto di serie. In Spagna nasce
il primo stabilimento estero.
Negli stessi anni l’azienda acquisisce
le licenze da parte di Bell e Sikorsky per la costruzione
d’elicotteri; le nuove tecnologie portano a diverse
sperimentazioni motociclistiche.
Nel 1959 MV Agusta definisce
un nuovo sistema di lubrificazione per le motociclette,
talmente affidabile da permettere alla casa italiana
di estendere la garanzia dei motori a 100.000 km.
Nel corso degli anni ’60, a causa
della massiccia diffusione delle autovetture, MV
Agusta punta sulle notevoli soluzioni tecniche delle
sue motociclette. Nascono la 600 a quattro cilindri,
derivata dalla 500 da competizione guidata dal pilota
Mike Haillwood, e la 750 S America.
Nello stesso periodo scompare
Domenico Agusta; a causa dei contrasti tra i dirigenti
del consiglio d’amministrazione, l’azienda subisce
un arresto nello sviluppo delle moto da corsa e
civili.
I piloti MV Agusta, in particolare
Giacomo Agostini e Phil Read, continuano a trionfare
nelle competizioni. Nel 1976 l’azienda italiana
si ritira dalle competizioni, dopo aver vinto il
GP di Nurburgring.
In seguito alla grave crisi economica,
l’azienda è rilevata dall’EFIM (Ente Partecipazioni
e Finanziamento Industria Manifatturiera); il colosso
della finanza decide di bloccare la produzione motociclistica
per risanare il bilancio.
Nel 1992 il Gruppo Castiglioni,
fondatore della Cagiva Motor, nata dalle ceneri
della Aermacchi AMF, decide di rilevare il marchio
MV Agusta; l’ingegnere Massimo Tamburini, direttore
del Centro Ricerche Cagiva (CRC), crea la nuova
MV Agusta F4, partendo da un progetto motoristico
della Ferrari. La nuova motocicletta, dotata di
un propulsore a 4 cilindri frontemarcia e scarico
a “canne d’organo”, si afferma subito come uno dei
prodotti più evoluti al mondo.
Oggi la MV Agusta Motorcycles
S.p.A., il gruppo che unisce Cagiva, MV Agusta e
Husqvarna, ha uno stabilimento a Schiranna, dove
sono prodotti tutti i motori, un altro a Morazzone
(VA) per la produzione dei telai e un terzo a Cassinetta
di Biandronno (VA) per il montaggio finale; completano
il gruppo il Centro Ricerche Cagiva di San Marino
e il Centro Stile Crimson.
Tra le motociclette realizzate
ricordiamo la F4 Ago, dedicata al pilota
Agostini, la F4 Tamburini, prodotta in serie
limitata, la Brutale 910R e la Brutale
Oro.
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