Correre nel verde Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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gambero di fiume

Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), appartiene alla famiglia degli Astacidae (o potamobidi). Vive di solito in torrenti e ruscelli ampiamente ricchi di ossigeno, prediligendo zone in cui vi siano posti dove nascondersi e riposare; ad esempio tralci di alberi caduti o semplicemente del fogliame. Preferisce acque fresche, con temperature massime prossime ai 23°C; ciò è dovuto al fatto di essere un pesce stenotermo.

La sua colorazione per tutto il corpo, non è uniforme; infatti ha gli arti e il ventre color bianco, mentre il resto del corpo tende verso toni più scuri (si passa da un rossiccio ad un verde più marcato o ad un giallo). L’effetto bianco, fa conoscere il gambero di fiume anche con il nome di “gambero dai piedi bianchi”.

Strutturalmente, ha un carapace atletico e resistente per un peso massimo di 90 grammi;

I maschi sono fisicamente più grandi degli esemplari femmina;  le dimensioni del gambero possono raggiungere gli 11 – 12 centimetri.

E’ un animale che vive soprattutto di notte; nella sua catena alimentare possiamo trovare alghe, molluschi, piante acquatiche, insetti e larve; pur non essendo mastodontico, ha un atteggiamento molto combattivo ed aggressivo.

Tale carattere viene impiegato soprattutto nelle lotte sessuali e nella difesa del suo territorio, come testimoniano le mutilazioni riscontrate su arti e chele.

Però la ferocia dimostrata nelle precedenti situazioni, non è sufficiente a proteggerli dagli attacchi dei numerosi predatori (tra cui l’uomo stesso), che cercano di appropriarsi delle sue squisite carni.

Ma anche allo stato larvale, il gambero riamane un’ambita preda; infatti molte larve più grandi, tentano di nutrirsi con quelle più piccole del gamberetto; ad esempio compiono questa azione le libellule, i coleotteri idrodefaghi, i ditiscidi.

Oltre a determinati pesci (anguilla, pesce persico trota e sole, cavedano e trota), anche gli uccelli trampolieri e i corvi sono ghiotti della carne del gambero.

Nella stagione fredda, avviene il processo della riproduzione; gli esemplari femmina portano nel ventre circa un centinaio di uova fecondate; la durata è di circa 6 mesi.

In questo periodo, le uova sono affidate alle cure amorevoli delle fecondatrici, le quali le lavano e le puliscono; pur schiudendosi in Primavera, le larve continuano a rimanere abbranchiate al ventre materno.

L’ habitat del gambero, è molto esteso in quasi tutta Europa.

Il gambero è una razza considerata ad alto rischio di estinzione è infatti presente nella red list dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).

Le cause che minacciano la loro sopravvivenza sono:

  • L’inquinamento organico, che limita in maniera vitale la sopravvivenza del gambero; esso ha un’esigenza molto marcata di vivere in acque pulite e ricche di ossigeno.

  • L’inquinamento inorganico dovuto alla presenza di anticrittogamici; essi, contenendo metalli pesanti, risultano nocivi per gli organismi viventi perché ritenuti tossici. Sono metalli pesanti, il rame, lo zinco, il mercurio e il piombo; hanno alta densità e massa atomica. Tra gli anticrittogamici più conosciuti, ci sono lo zolfo e il rame (ovvero i sali di rame).  

  • La presenza di crostacei esotici introdotti dall’ operato umano e quindi non indigeni (specialmente esemplari sfuggiti da allevamenti); per i gamberi, molto pericolosi sono i Procambarus clarkii (è il crostaceo più pericoloso per la sua incolumità), Orconectes limosus (proveniente dall’ America) e l’ Astacus leptodactylus. La loro minaccia ai danni del gambero, risiede nella competizione per le risorse e per la diffusione di malattie; infatti, tali malattie risultano sconosciute alle specie indigene, e quindi incapaci nella ricerca di una cura. Un esempio è il fungo Aphanomyces astaci (peste del gambero), principale responsabile dell’ elevato tasso di morte delle specie autoctone.

Precedentemente si è introdotto il gambero americano appartenente alla famiglia dei Cambaridae.

La sua lunghezza massima si attesta sugli 11 cm circa; originariamente, anche come ribadisce il suo nome, proviene dagli Stati Uniti d’ America; ha esteso le sue zone abitative, dal secolo XIX, grazie all’ importazione in Europa (soprattutto in acque russe, polacche, francesi e tedesche).

Nella nostra penisola, è utilizzato come regolatore della riproduzione per alcune specie di pesci (esempio il siluro); infatti nutrendosi di quasi tutto l’apparato vivente presente nei fondali, si ciba anche di uova di altri pesci. Abita solitamente zone paludose e corrente molto lenta; anche lui, come il gambero di fiume, è ricercato in cucina per la sua deliziosa carne.

Un’altra tipologia di gambero menzionata, è il Gambero della Louisiana. Le sue origine sono da ricercare nel Messico nord-orientale e negli Stati Uniti centro-meridionali.

Viene considerato il gambero d’acqua dolce  più diffuso al mondo; tale titolo è da attribuirgli per il semplice fatto, che poche zone del globo non ospitano questo esemplare di crostaceo.

Ovviamente tale espansione non è frutto solo della natura, ma della mano dell’ uomo che grazie all’ importazione, ha arricchito una vasta quantità di acque sparse in tutto il mondo con la presenza di questo gambero.

La scelta di questo dislocamento ambientale è stata suggerita dalle seguenti caratteristiche: elevata velocità di crescita e riproduzione, dimensioni accettabili (circa 15 centimetri ed un peso attorno ai 100 grammi) e squisitezza delle carni.

In Italia lo si può trovare in Toscana (bacino dell’ Arno), nel Lazio (bacino del Tevere), in Piemonte e Lombardia (bacino del Po).

A differenza della contrastante colorazione del suo parente di fiume, il gambero della Louisiana ha su di se un tono bruno-rosso (nella fase di massima attività sessuale); la colorazione verdastra è da associare in età giovanile; in questo periodo della loro esistenza, sono molto simili al gambero di fiume italiano.

Ha un corpo energico e un paio di denti post-orbitale; le chele, terminano con un paio di tenaglie simili a tronchesi, differenziandolo dal comune gambero di fiume. L’utilizzo di queste tronchesi permettono al gambero della Louisiana di avere un netto vantaggio su avannotti e pesci.

Durante il periodo della riproduzione, i maschi presentano una lunghezza maggiore delle chele e piccoli denti uncinati.

Gli esemplari europei, si possono distinguere da quelli americani, per via dell’assenza di spine sotto le proprie chele.

La sua alta capacità di adattamento in qualsiasi ambiente acquatico, anche se inquinato, gli hanno permesso di prolificarsi anche in nuovi ambienti climatici; le sue proprietà ecologiche gli permettono di colonizzare l’ambiente circostante.

In conseguenza di queste sue qualità, si hanno frequenti fughe dagli allevamenti espandendosi nelle zone limitrofe; però la sua elevata voracità, che si manifesta ad esempio con il cibarsi di uova di rane e salamandre, tende a minare la stabilità dell’ambiente in cui vive. Non solo si ciba di uova di insetti e anfibi, ma anche di esemplari vegetali, scombussolando così anche l’equilibrio della flora acquatica. Resistente anche alle altissime temperature ( dell’ordine di 50°C), è praticamente un distruttore inarrestabile per quanto riguarda l’ambiente faunistico e vegetale.

Ovviamente tra la fauna colpita dall’azione del gambero della Louisiana, c’è anche il gambero di fiume italico; l’esemplare americano, infatti è portatore sano di malattie deleterie per l’esemplare europeo; una di queste è la peste del gambero.

Per via delle sue caratteristiche distruttive, viene definito “gambero killer”.

Può sopravvivere al prosciugamento dell’habitat in cui risiede momentaneamente, scavando tane nel fondo dei corsi d’acqua per trovare l’umidità che gli permette di vivere fino al prossimo periodo di umidità. Predilige zone paludose e lenti corsi d’acqua, acquitrini e stagni (soprattutto se soggetti a  prosciugamenti).

La frequenza annuale dell’ accoppiamento è strettamente legata alla zona in cui si trova ; si parla di 1-2 volte  in Italia e in zone subtropicali e di 2-3 volte in quelle tropicali.

Sono molto precoci da un punto di vista sessuale; la maturità in un allevamento può essere raggiunta dopo solo 2 mesi, mentre in altre zone, dopo 3 mesi.

La femmina del gambero della Louisiana depone per ogni ciclo riproduttivo circa 700 uova, che verranno covate per un periodo che va dai 20 giorni ai 3 mesi.

 

 

 

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