gambero di fiume
Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes),
appartiene alla famiglia degli Astacidae (o potamobidi). Vive di solito
in torrenti e ruscelli ampiamente ricchi di ossigeno, prediligendo zone
in cui vi siano posti dove nascondersi e riposare; ad esempio tralci di
alberi caduti o semplicemente del fogliame. Preferisce acque fresche,
con temperature massime prossime ai 23°C; ciò è dovuto al fatto di
essere un pesce stenotermo.
La sua colorazione per tutto il corpo, non è
uniforme; infatti ha gli arti e il ventre color bianco, mentre il resto
del corpo tende verso toni più scuri (si passa da un rossiccio ad un
verde più marcato o ad un giallo). L’effetto bianco, fa conoscere il
gambero di fiume anche con il nome di “gambero dai piedi bianchi”.
Strutturalmente, ha un carapace atletico e resistente
per un peso massimo di 90 grammi;
I maschi sono fisicamente più grandi degli esemplari
femmina; le dimensioni del gambero possono raggiungere gli 11 – 12
centimetri.
E’ un animale che vive soprattutto di notte; nella
sua catena alimentare possiamo trovare alghe, molluschi, piante
acquatiche, insetti e larve; pur non essendo mastodontico, ha un
atteggiamento molto combattivo ed aggressivo.
Tale carattere viene impiegato soprattutto nelle
lotte sessuali e nella difesa del suo territorio, come testimoniano le
mutilazioni riscontrate su arti e chele.
Però la ferocia dimostrata nelle precedenti
situazioni, non è sufficiente a proteggerli dagli attacchi dei numerosi
predatori (tra cui l’uomo stesso), che cercano di appropriarsi delle sue
squisite carni.
Ma anche allo stato larvale, il gambero riamane
un’ambita preda; infatti molte larve più grandi, tentano di nutrirsi con
quelle più piccole del gamberetto; ad esempio compiono questa azione le
libellule, i coleotteri idrodefaghi, i ditiscidi.
Oltre a determinati pesci (anguilla, pesce persico
trota e sole, cavedano e trota), anche gli uccelli trampolieri e i corvi
sono ghiotti della carne del gambero.
Nella stagione fredda, avviene il processo della
riproduzione; gli esemplari femmina portano nel ventre circa un
centinaio di uova fecondate; la durata è di circa 6 mesi.
In questo periodo, le uova sono affidate alle cure
amorevoli delle fecondatrici, le quali le lavano e le puliscono; pur
schiudendosi in Primavera, le larve continuano a rimanere abbranchiate
al ventre materno.
L’ habitat del gambero, è molto esteso in quasi tutta
Europa.
Il gambero è una razza considerata ad alto rischio di
estinzione è infatti presente nella red list dell’IUCN (Unione
Internazionale per la Conservazione della Natura).
Le cause che minacciano la loro sopravvivenza sono:
-
L’inquinamento organico, che limita in maniera
vitale la sopravvivenza del gambero; esso ha un’esigenza molto
marcata di vivere in acque pulite e ricche di ossigeno.
-
L’inquinamento inorganico dovuto alla presenza di
anticrittogamici; essi, contenendo metalli pesanti, risultano nocivi
per gli organismi viventi perché ritenuti tossici. Sono metalli
pesanti, il rame, lo zinco, il mercurio e il piombo; hanno alta
densità e massa atomica. Tra gli anticrittogamici più conosciuti, ci
sono lo zolfo e il rame (ovvero i sali di rame).
-
La presenza di crostacei esotici introdotti dall’
operato umano e quindi non indigeni (specialmente esemplari sfuggiti
da allevamenti); per i gamberi, molto pericolosi sono i Procambarus
clarkii (è il crostaceo più pericoloso per la sua incolumità),
Orconectes limosus (proveniente dall’ America) e l’ Astacus
leptodactylus. La loro minaccia ai danni del gambero, risiede nella
competizione per le risorse e per la diffusione di malattie;
infatti, tali malattie risultano sconosciute alle specie indigene, e
quindi incapaci nella ricerca di una cura. Un esempio è il fungo
Aphanomyces astaci (peste del gambero), principale responsabile
dell’ elevato tasso di morte delle specie autoctone.
Precedentemente si è introdotto il gambero americano
appartenente alla famiglia dei Cambaridae.
La sua lunghezza massima si attesta sugli 11 cm
circa; originariamente, anche come ribadisce il suo nome, proviene dagli
Stati Uniti d’ America; ha esteso le sue zone abitative, dal secolo XIX,
grazie all’ importazione in Europa (soprattutto in acque russe,
polacche, francesi e tedesche).
Nella nostra penisola, è utilizzato come regolatore
della riproduzione per alcune specie di pesci (esempio il siluro);
infatti nutrendosi di quasi tutto l’apparato vivente presente nei
fondali, si ciba anche di uova di altri pesci. Abita solitamente zone
paludose e corrente molto lenta; anche lui, come il gambero di fiume, è
ricercato in cucina per la sua deliziosa carne.
Un’altra tipologia di gambero menzionata, è il
Gambero della Louisiana. Le sue origine sono da ricercare nel Messico
nord-orientale e negli Stati Uniti centro-meridionali.
Viene considerato il gambero d’acqua dolce più
diffuso al mondo; tale titolo è da attribuirgli per il semplice fatto,
che poche zone del globo non ospitano questo esemplare di crostaceo.
Ovviamente tale espansione non è frutto solo della
natura, ma della mano dell’ uomo che grazie all’ importazione, ha
arricchito una vasta quantità di acque sparse in tutto il mondo con la
presenza di questo gambero.
La scelta di questo dislocamento ambientale è stata
suggerita dalle seguenti caratteristiche: elevata velocità di crescita e
riproduzione, dimensioni accettabili (circa 15 centimetri ed un peso
attorno ai 100 grammi) e squisitezza delle carni.
In Italia lo si può trovare in Toscana (bacino dell’
Arno), nel Lazio (bacino del Tevere), in Piemonte e Lombardia (bacino
del Po).
A differenza della contrastante colorazione del suo
parente di fiume, il gambero della Louisiana ha su di se un tono
bruno-rosso (nella fase di massima attività sessuale); la colorazione
verdastra è da associare in età giovanile; in questo periodo della loro
esistenza, sono molto simili al gambero di fiume italiano.
Ha un corpo energico e un paio di denti
post-orbitale; le chele, terminano con un paio di tenaglie simili a
tronchesi, differenziandolo dal comune gambero di fiume. L’utilizzo di
queste tronchesi permettono al gambero della Louisiana di avere un netto
vantaggio su avannotti e pesci.
Durante il periodo della riproduzione, i maschi
presentano una lunghezza maggiore delle chele e piccoli denti uncinati.
Gli esemplari europei, si possono distinguere da
quelli americani, per via dell’assenza di spine sotto le proprie chele.
La sua alta capacità di adattamento in qualsiasi
ambiente acquatico, anche se inquinato, gli hanno permesso di
prolificarsi anche in nuovi ambienti climatici; le sue proprietà
ecologiche gli permettono di colonizzare l’ambiente circostante.
In conseguenza di queste sue qualità, si hanno
frequenti fughe dagli allevamenti espandendosi nelle zone limitrofe;
però la sua elevata voracità, che si manifesta ad esempio con il cibarsi
di uova di rane e salamandre, tende a minare la stabilità dell’ambiente
in cui vive. Non solo si ciba di uova di insetti e anfibi, ma anche di
esemplari vegetali, scombussolando così anche l’equilibrio della flora
acquatica. Resistente anche alle altissime temperature ( dell’ordine di
50°C), è praticamente un distruttore inarrestabile per quanto riguarda
l’ambiente faunistico e vegetale.
Ovviamente tra la fauna colpita dall’azione del
gambero della Louisiana, c’è anche il gambero di fiume italico;
l’esemplare americano, infatti è portatore sano di malattie deleterie
per l’esemplare europeo; una di queste è la peste del gambero.
Per via delle sue caratteristiche distruttive, viene
definito “gambero killer”.
Può sopravvivere al prosciugamento dell’habitat in
cui risiede momentaneamente, scavando tane nel fondo dei corsi d’acqua
per trovare l’umidità che gli permette di vivere fino al prossimo
periodo di umidità. Predilige zone paludose e lenti corsi d’acqua,
acquitrini e stagni (soprattutto se soggetti a prosciugamenti).
La frequenza annuale dell’ accoppiamento è
strettamente legata alla zona in cui si trova ; si parla di 1-2 volte
in Italia e in zone subtropicali e di 2-3 volte in quelle tropicali.
Sono molto precoci da un punto di vista sessuale; la
maturità in un allevamento può essere raggiunta dopo solo 2 mesi, mentre
in altre zone, dopo 3 mesi.
La femmina del gambero della Louisiana depone per
ogni ciclo riproduttivo circa 700 uova, che verranno covate per un
periodo che va dai 20 giorni ai 3 mesi.
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