Cari lettori, premetto di non essere
affatto un animalista, ma la dignità non conosce associazioni o etichette di
alcun genere.
Quanti cani si vedono nel periodo
estivo, ancora con il loro collarino vagare senza meta per le vie deserte della
città, generalmente impietosendo qualche vecchietto o qualche ragazzino,
affinché possa elemosinare qualcosa da mangiare e, possibilmente una carezza per
rincuorarlo del gesto disgustoso e irrispettoso del suo legittimo padrone, che
dovendo andare in vacanza con la propria famiglia e avendo quel cane in mezzo ai
piedi, ha deciso senza nessuna remora, di abbandonarlo in strada: "… tanto
qualcuno si prenderà cura di lui e comunque, non morirà certo di fame."
Queste manifestazioni di pura
inciviltà, dovrebbero essere cose di tempi ormai passati, purtroppo oggi
all’inizio del terzo millennio, sono quotidianità sempre più frequenti, che
denotano, secondo il mio modesto parere, una involuzione nei comportamenti
basilari che in una società moderna dovrebbero essere il sale della vita e linfa
vitale di un popolo che cresce culturalmente ampliando sempre più i suoi
orizzonti di civiltà.
I cani e gli animali in genere che si
tengono in casa, sono acquistati nei negozi specializzati e nessuna autorità
impone il loro ingresso nelle nostre abitazioni e, pertanto chi decide
autonomamente di entrarne in possesso, dovrebbe pensare con molta saggezza e
sincerità interiore se questo vincolo è possibile sostenerlo compatibilmente con
i vari impegni e le molteplici esigenze familiari.
Il possesso di un animale non può
essere frutto di un capriccioso egoismo dell’ultima ora. Gli animali si
affezionano ai loro padroni, emanando verso quest’ultimi tutta la loro
devozione, senza sconti o condizioni. Si sono riscontrati molti casi in cui
morto il padrone, il cane si è accovacciato sulla tomba del suo compagno di vita
lasciandosi morire d’inedia. Questa dedizione e questi comportamenti farebbero
più onore a noi esseri umani. Alcune volte credo che noi dobbiamo imparare molto
dagli animali, e non vi nascondo il mio forte imbarazzo, ma la verità è cosa
veramente amara da mandar giù.
Noi siamo perfino capaci di abbandonare
i nostri vecchi genitori in qualche ricovero per anziani, pur di goderci pochi
giorni di vacanza. Ma saranno poi vere vacanze o forse sarebbe meglio
trascorrere lo stesso periodo insieme a loro cercando forse di capirli più
profondamente. I nostri padri hanno vissuto a casa con i loro nonni, anziani si,
ma ricchi di quella saggezza vetusta che ha arricchito i nostri genitori nei
loro sentimenti e nei loro cuori. Cerchiamo quindi di imitarli, ne trarremo
sicuro beneficio e potremo insieme con loro accarezzare il nostro cane,
considerandolo uno della famiglia e, rispettando al contempo i nostri quartieri
e le nostre città.
Massimo Valentini