veterinario
Con il
termine veterinario attualmente viene definito il medico che cura gli
animali, di grande o piccola taglia, senza alcuna distinzione.
Ovviamente, in ambito professionale, esiste una specifica
differenziazione tra i medici in base alle diverse "taglie" degli
animali ed inoltre, recentemente, chi studia per divenire veterinario
ottiene delle conoscenze in zootecnia e dunque di allevamento e la
realizzazione della filiera veterinaria trovando dunque, in ambito
lavorativo, spazi anche per la realizzazione del mangime dei vari
animali.
Dal punto
di vista storico possiamo dire che la veterinaria ha origini molto
antiche, il primo medico per gli animali è addirittura il greco
Aristotele che, in alcune sue opere, descrive malattie di cani, cavalli
e i grandi bovini, ovvero gli animali che maggiormente erano utili nella
vita dell'epoca. Tant'è che il termine arcaico per definire questa
scienza è greco: zooiatria.
Passando
in epoca latina, ricordiamo opere come il "De Rustica" di Lucio
Moderato, dove viene spiegato come curare la maggior parte delle
malattie del bestiame, e la "Historia Naturalis" di Plinio il Vecchio
dove comunque vengono descritti molti comportamenti animali.
Il vero
lancio come scienza autonoma per la veterinaria avviene però solo nel
'700, quando in Francia iniziano ad essere realizzate le prime scuole
specialistiche (in particolare la prima di cui si hanno le notizie è
stata fondata a Lione nel 1761). Dalla nazione transalpina, la
specializzazione veterinaria si allarga a macchia d'olio su tutto il
continente europeo. Nel regno dei Savoia, appartenente poi per storia
all'Italia, ma all'epoca molto vicino alla cultura francese, per la
precisione a Torino, per ordine del sovrano Carlo Emanuele III, nel
1769, viene fondata la prima scuola veterinaria, nucleo dell'attuale
facoltà aperta nell'ateneo torinese.
Al giorno
d'oggi (2012), in Italia, nella formazione dei vari veterinari esiste
già una distinzione primaria, sulla base delle diverse specializzazioni
che si possono prendere nel mestiere di veterinario: la prima,
fondamentale, distingue i medici che studiano e ispezionano le varie
fasi della filiera alimentari, che quindi si occupano principalmente di
animali morti.
Strettamente collegati a questi esistono coloro che studiano gli animali
"da reddito", ovvero i bovini, i caprini, i conigli, gli equini, il
pollame e i suini ovvero quelle specie allevate per fornire alimenti per
gli uomini.
Altra
branca riguarda coloro che studiano gli animali "da affezione" ovvero
quelli che vengono tenuti per casa esclusivamente per fare compagnia.
In ogni
caso, a prescindere dalla prima differenziazione che si desidera
prendere, come accade per la medicina "umana", anche quella veterinaria
ha numerose specializzazioni e branche, come ad esempio cardiologia,
ortopedia, medicina interna. Questo soprattutto perché, principalmente
tra i mammiferi, le differenze tra uomini e animali sono davvero poche.
Alla base
degli studi veterinari si trovano le nozioni di anatomia e fisiologia,
ovvero come è composto e come si comporta il corpo dei vari animali.
Attualmente la disciplina che ordina il mestiere veterinario distingue,
oltre a coloro che lavorano negli studi in città, che curano gli animali
cosiddetti da affezione, anche coloro che lavorano per gli enti
pubblici. Tra questi, che lavorano nei laboratori provinciali di igiene
e profilassi, ci sono anche coloro che si recano nei macelli, per
certificare la salubrità degli animali che verranno utilizzati per
fornire la carne da mangiare per gli uomini. Oltre a questi, sempre in
ambito pubblico, ci sono coloro che realizzano ispezioni in tutte le
fasi della filiera Altro compito importante per i medici veterinari
pubblici è quello di controllare eventuali focolai di epidemie in ambito
animale, e di cercare di bloccare queste possibili epidemie.
Secondo
l'ordinamento italiano, comunque, non esiste il "medico di base"
veterinario, ovvero il medico, pagato dal Servizio Sanitario Nazionale,
che cura gratuitamente gli animali.
Un altro
importante dato da sottolineare è come i veterinari italiani possano
scegliere di essere contrari alla sperimentazione realizzata sugli
animali.
È
possibile per i vari operatori sanitari che lavorano sugli animali
dichiararsi obiettori di coscienza, grazie alla legge n. 413 del 1993.
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