ARTI MARZIALI
JUDO
Termine
giapponese derivato dall’insieme di ju = delicatezza e do =
dottrina, identifica uno sport, o meglio un’attività, fondata sui
principi dell’equilibrio e della non resistenza all’avversario. Il judo
venne ideato e fondato nel 1882 da Jigoro Kano, che raccolse
in un unico sistema tutte le principali tecniche di combattimento senza
armi e non pericolose insegnate nelle scuole giapponesi di jujitsu, per
poi fondare a Tokyo una sorta di "università" del judo, denominata Kodokan.
Questa disciplina comprendeva
esercizi e pratiche dallo spiccato carattere esoterico e rituale, al fine
di consentire – tramite la padronanza del proprio corpo – il dominio delle
emozioni e la serenità dello spirito.
Il judo ebbe col tempo una
grossa diffusione in Occidente, ma è andato via via perdendo gli aspetti
più spirituali per accentuare i suoi caratteri più prettamente agonistici.
L’apprendimento della disciplina
richiede una costante e lunga pratica: i judoisti sono classificati per
gradi, kyu per gli allevi, dan per i maestri
e si distinguono dal colore della cintura (similmente al karate): bianca,
gialla, arancione, verde, blu, marrone per i primi, mentre per i secondi
nera fino al 5° dan, a bande verticali bianche e rosse fino all’8° dan,
tutta rossa fino al 10° dan.
Una particolarità distingue
la cintura femminile, che presenta una striscia orizzontale bianca che passa
centralmente per tutta la sua lunghezza.
In Italia il judo
fu introdotto nel 1920 da Carlo Oletti, mentre risale al 1925 la
fondazione della Federazione italiana di lotta giapponese, assorbita
prima dalla Federazione italiana di atletica pesante e successivamente
dall’attuale Federazione italiana lotta, pesistica e judo
(FILPJ), che ne disciplina tutt’oggi l’intera attività.
Dagli anni Cinquanta il judo
ha visto in Italia un’enorme diffusione ed ha migliaia di praticanti in
varie palestre su tutto il territorio nazionale.
L’ATTIVITÀ
AGONISTICA
Gli incontri di judo vengono
disputati su un tappeto quadrato dal lato non inferiore agli 8 metri di
lunghezza e durano 5 minuti. I judoisti si affrontano indossando
un ampio kimono di tela molto pesante, composto da casacca e pantaloni,
producendo le varie azioni previste dal combattimento.
Tra le principali azioni
ci sono le proiezioni (che consistono nel gettare l’avversario a
terra con sgambetti, colpi d’anca, lanci), le immobilizzazioni (prese
che obbligano l’avversario al suolo per almeno 30 secondi), le leve o
le chiavi agli arti ( che mettono comunque l’avversario a tappeto, dichiarandone
la sconfitta) e gli strangolamenti: ognuna di queste azioni viene
valutata in base alla sua esecuzione con l’assegnazione di un punto (ippon)
o mezzo punto (wazaari).
I primi campionati nazionali
italiani si disputarono a Lanciano nel 1948, ed il judo venne presentato
a livelli dimostrativi come sport nazionale giapponese per la prima volta
ai Giochi Olimpici di Tokyo nel 1964, mentre è stato definitivamente ammesso
alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Nel 1988 si sono svolte le prime prove
dimostrative nel settore femminile alle Olimpiadi di Seul.
Per qualche curiosità:
http://www.judoinfo.com/
http://www.ijf.org/
http://www.judo-educazione.it/
http://www.fijlkam.it/
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