Shaolin Si, il Tempio della Giovane Foresta, più comunemente
noto come il Tempio di Shaolin, Ë stato fondato nel 477 nella Cina settentrionale
(provincia di Honan).
Nel 520 a.C. giunse nel tempio il principe indiano Bodhidarma,
noto anche con il nome Da Mo o Daruma, il fondatore del Buddismo Chan (Zen,
in giapponese). Per ovviare alla fatica delle molte ore di meditazione statica,
il principe ed i suoi discepoli crearono alcuni esercizi per rilassare i
muscoli; osservando il comportamento di alcuni animali, i monaci crearono
un insieme di esercizi detti “le diciotto tecniche dei discepoli di Buddha”
(Sho Pa Lo Han).
Con il passare degli anni, l’attività fisica, la meditazione
e la preghiera divennero la normale dottrina dei monaci del Tempio; soltanto
grazie ai duri e costanti allenamenti era possibile raggiungere la pace
interiore e l’armonia di corpo e mente. Le tecniche di difesa personale
erano sicuramente indispensabili ai monaci durante i loro pellegrinaggi.
I monaci divennero famosi in tutto il Paese per le loro
abilità; in molte occasioni aiutarono la popolazione, combattendo despoti
e banditi.
Le tecniche di combattimento crebbero notevolmente durante
gli anni, tanto da dar vita allo stile tipico del Tempio, lo Shaolin Ch’·an
(Shaolin Classico della Cina del Nord), e a molti altri stili di Kung Fu.
Durante la dinastia Ming (1378 – 1644), nel Tempio giunsero
da tutta la Cina i migliori maestri di arti marziali; da questi incontri
i monaci aggiunsero agli esercizi tradizionali l’uso di altre armi.
Nei primi anni del 1700, la dinastia manciù Ch’ìng (1644
– 1911), ordinò all’esercito di distruggere il Tempio di Shaolin. Il tempio
venne incendiato irrimediabilmente nel 1739 e i monaci furono costretti
a spostarsi nella Cina del sud; qui costruirono un altro tempio, detto “Tempio
Shaolin del Sud”, che dopo pochi anni fu incendiato anch’esso.
Il governo manciù iniziò una vera e propria persecuzione
dei monaci Shaolin; i monaci superstiti si dispersero in tutta la nazione,
insegnando le tecniche soltanto a pochi eletti e riunendosi in società segrete.
Il Kung Fu si arricchì notevolmente di nuove tecniche e fiorirono nuovi
stili (Stili del Sud); tra questi ricordiamo le scuole Hung Gar, Liu Gar
e Mo Gar.
Per accedere al Tempio, i novizi dovevano superare la
prova del “letto”: dormire per una notte su cinque pali a due metri di altezza
dal terreno.
Per molto tempo l’allenamento tipico di un monaco consisteva
nel lavorare per molto tempo su singole tecniche o su specifici distretti
anatomici; ad esempio, per rafforzare le mani, i giovani discepoli colpivano
con forza un sacco pieno di fagioli. Dopo qualche anno i sacchi erano riempiti
con la sabbia, e l’esercizio era ripetuto almeno due volte al giorno.
Per rafforzare le gambe, i novizi correvano intorno al
Tempio con sacchi da dieci chili legati alle ginocchia. Per indurire la
testa, i discepoli la colpivano dapprima con un bastone di legno, e dopo
con un mattone.
Solitamente i novizi entravano nel Tempio all’età di
undici anni. Dopo circa venti anni anni, il discepolo affrontava la prova
finale: doveva uscire dalla porta centrale del Tempio, superando trentasei
maestri di Kung Fu che avevano una sola possibilità di bloccarlo. Se il
discepolo riusciva ad uscire dalla porta, era promosso dal Sommo Abate monaco
di Shaolin, altrimenti restava praticante.
Per molto tempo ai monaci era proibito insegnare i segreti
delle arti marziali a persone esterne al Tempio, avere rapporti con donne,
toccare vino e carne. La giornata iniziava alle quattro del mattino e finiva
alle dieci di sera; per cinque ore il novizio si dedicava alla preparazione
fisica, le altre ore erano occupate dallo studio dei sutra e dalla
meditazione.
A partire dagli ultimi anni del 1900, il Governo centrale
ha avviato una serie di rapporti con il Tempio Shaolin per la diffusione
della cultura del Tempio anche al di fuori della Cina.