ARTI MARZIALI
KENDO
La storia del Kendo è intimamente legata alla storia
del Giappone.
Il Giappone è uno tra i paesi asiatici che meglio a saputo
cogliere e adattare alcuni aspetti della cultura occidentale, e nonostante
ciò il peso della tradizione, della cultura e della religione delle epoche
passate è ancora molto radicato nella contemporaneità. Il Kendo rappresenta
perfettamente il legame con il passato.
Il Kendo, parola giapponese composta da ken – spada e
do – via, quindi “via della spada”, affonda le sue radici nella storia del
Giappone feudale.
Il feudalesimo in Giappone, a differenza dell’Occidente,
accentuò l’etica piuttosto che il diritto. Per molto tempo il potere è stato
gestito dagli Shogun, i capi militari che appartenevano ai clan più
potenti; i rapporti tra lo Shogun, i Daimyo (i signori feudatari)
e i Samurai (guerrieri) erano concepiti in termini morali, per cui
l’autorità e la fedeltà erano valori assoluti. La volontà del signore era
legge.
Nell’epoca Kamamura (1185-1333) i Samurai assumono
il potere, assolvendo ai compiti in maniera profonda e sacrificando la propria
vita per l’interesse della collettività. Dal 1100 al 1600, la spada diventa
“l’anima del Giappone”. Nello stesso periodo il Buddismo Zen diventa la
filosofia di vita del Samurai; il distacco dalle cose terrene e la
meditazione portano i guerrieri ad usare la spada come strumento di conoscenza
e formazione.
Tra il 1337 e il 1602 il Giappone è segnato da continue
guerre; si avverte la necessità di fondare scuole di scherma per formare
i guerrieri comuni (Bushi) senza alcuna tradizione schermistica.
Nasce il Dojo, il luogo della pratica. In questo periodo si sviluppano
anche le scuole specializzate in Iaido, l’arte dell’estrazione della
spada.
Terminate le guerre (1603), il Bushido (codice d’onore
del Samurai, letteralmente “via del guerriero”) e le scuole di scherma si
evolvono qualitativamente per cento anni; scompaiono gli eserciti, ma la
casta dei Samurai conserva il prestigio ed il potere.
Nel 1700 nasce il Kendo che si pratica ancora oggi.
Nel periodo della restaurazione Meiji (1868) venne abbattuto
definitivamente lo shogunato ed il potere ritornò nelle mani dell’Imperatore.
Dopo la sconfitta di Satsuma (1877), in cui Saigo Takamori ed un esercito
di 15.000 uomini tentano di opporsi al governo Meiji, i Samurai perdono
definitivamente ogni diritto di esistenza.
Verso la fine del 1800, le scuole di scherma iniziano
nuovi addestramenti. Vengono adottate un’armatura leggera e la shinai,
un’arma in bambù utile a non recar danno all’avversario. Alcune scuole rifiutano
la novità e continuano a praticare il Kendo con la katana (la vera
spada giapponese) e il bokuto (o bokken, la spada di legno).
Agli inizi del ‘900, il Kendo era praticato nelle scuole,
nelle aziende, nelle forze di polizia e militari, a dimostrazione del radicamento
nelle nuove classi sociali della cultura che ha generato questa arte marziale.
Subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, il
Kendo si è evoluto nella versione sportiva. L’attrezzatura necessaria alla
pratica è costituita dall’armatura (bogu) e dalla shinai.
Il bokken è utilizzato esclusivamente nei kata.
In Italia il Kendo è regolamentato dalla Confederazione
Italiana Kendo:
www.kendo-cik.it
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