La conquista
della Luna
Che fai, tu luna in
ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?
Il 20 luglio del
1969 ci fu la risposta a questa domanda che Giacomo Leopardi mette
all'inizio del Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, poi la smentita, clamorosa,
al “silenziosa”.
Infatti, la luna
disse, non solo al genio leopardiano, ma al mondo intero, in maniera
chiara e diretta: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per
l’umanità”. No, non mi smentite, ricordandomi che le parole erano di
Neil Armstrong, il primo uomo che ha camminato sulla superficie
lunare. Primo sul serio, non come Cristobal Colon (a noi fa più
piacere ricordarlo come Cristoforo Colombo) che mise per primo i
piedi su una spiaggia calpestata da migliaia di anni dai nativi del
luogo. Capsula madre Columbia con dentro Michael Collins lanciata
con il gigantesco “Saturno V” che orbita in attesa che dal modulo
lunare, il Lem “Aquila” scenda anche Edwin Aldrin, detto “Buzz”,
Kennedy, ovviamente il “grande” John Fitzgerald, “misurava le
capacita” i russi, si mordevano le mani, la “guerra fredda” entrava
in una nuova fase.
Per noi italiani
l’indimenticabile Tito Stagno, ci accompagnava commentando ogni fase
dell'accaduto, quasi per mano, alla
scoperta di un mondo nuovo, in una diretta televisiva (anzi, per
quanto riguarda le immagini dalla luna, in leggera differita, dato
che la distanza di trasmissione è, in termini terrestri,
significativamente lontana) continua ed entusiasmante, una delle
poche volte che siamo stati tutti uniti nell’emozione, senza
distinzioni politiche, sessiste, razziali, religiose.
Sarà retorico ma si
respirava realmente l’orgoglio di essere li, sulla luna, grazie
all’apporto di tutti. Di tutti perché, oltre alla concretezza
necessaria anzi, determinante, della Nasa, senza il clima sociale,
impegnato, addirittura rivoltoso, delle popolazioni del nostro globo
non si sarebbe sentita la necessità di un balzo avanti sia
tecnologico ma ancor più psicologico e foriero di cambiamenti
epocali in campo economico (ad esempio la necessità di computer
sempre più affidabili, piccoli e potenti) così prodigioso.
La targa lunare
posata al suolo da Armstrong recita (in inglese ma a noi piace
tradurla in italiano): Qui, uomini dal pianeta Terra
posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 d.C. Siamo
venuti in pace, per tutta l'umanità.
Di una targa che
ripeta il concetto espresso nell'ultima riga ne avremmo tanto
bisogno anche quaggiù ma probabilmente noi terricoli la ignoreremo
comunque.
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