I SATELLITI ARTIFICIALI TERRESTRI
COSPAS/SARSAT,
Landsat,
GPS, Sistema di posizionamento Galileo; sono questi i nomi di
alcuni satelliti artificiali terrestri e sistemi satellitari che ci
permettono ogni giorno di parlare al telefono, navigare sul web, studiare
il clima, utilizzare i comuni navigatori disponibili nelle nostre autovetture,
guardare la televisione e molto altro ancora (il sistema di posizionamento
Galileo sarà attivo nel 2013).
Nell’era
digitale i satelliti artificiali sono tutti quegli strumenti che orbitano
intorno alla Terra o altro corpo celeste per fini tecnologici o scientifici,
messi in orbita dall’uomo. Dal 1957, anno di lancio dello Sputnik
1, sono ormai migliaia i satelliti artificiali che orbitano intorno
alla Terra. Alcuni possono anche esser visti ad occhio nudo, quando
vengono illuminati dal Sole.
I satelliti
artificiali in campo scientifico permettono di effettuare particolari
misurazioni ed osservazioni; fungono da vettori di strumenti di vario
tipo (telescopi, rivelatori, stazioni di terra, etc.). possono scambiarsi
tra di loro una grande quantità di dati oppure possono trasmettere i
segnali ricevuti dalle stazioni di terra su vaste aree geografiche.
Grazie alla loro distanza dalla Terra, risentono in maniera minima del
disturbo causato dall’atmosfera. Hanno bisogno di una modesta manutenzione
e si alimentano grazie all’energia solare. Vengono portati in orbita
da navicelle spaziali, come l’Ariane o lo Space Shuttle.
Per riuscire
a svolgere il suo compito, un satellite artificiale deve combinare la
distanza dalla superficie terrestre e la velocità con cui compie un’orbita
completa intorno alla Terra; perché il satellite sia in equilibrio,
è necessario che la forza gravitazionale e quella centrifuga siano uguali.
In questo modo il satellite non precipita sulla terra a causa della
forza di attrazione gravitazionale, e non viene nemmeno allontanato
da essa (forza centrifuga).
Per avere
misurazioni precise nel tempo, l’orbita di un satellite è inclinata,
con un angolo di 90° (il satellite è sincrono al sole) o maggiore (orbita
eliosincrona). L’orbita di un satellite artificiale è data quindi dalla
sua forma, dall’inclinazione, dal verso di percorrenza e dall’altezza
(quota).
Le orbite
possono essere basse (2000 chilometri), medie (2000 – 10.000 chilometri)
e geostazionarie (35.800 chilometri).
I satelliti
geostazionari descrivono un orbita circolare sul piano dell’equatore.
Sono utilizzati principalmente per la navigazione (GPS) e le telecomunicazioni.
I satelliti
polari (a bassa quota) ruotano attorno ai poli e descrivono
un orbita ellittica. Sono di questo tipo i satelliti utilizzati per
particolari rilevamenti scientifici, dove è necessaria l’assoluta precisione
dei dati raccolti, come i satelliti metereologici (Meteosat,
KALPANA, NOAA, Meteor, etc.).
I satelliti
metereologici rivestono certamente una funzione “vitale” per tutti
noi; possono avere configurazione sia polare che geostazionaria. Permettono
di ricevere informazioni sullo stato dell’atmosfera, trasmettono immagini
della superficie della Terra, consentono di individuare e controllare
fenomeni naturali di particolare intensità, come uragani e tifoni (satelliti
per il remote sensing). Un satellite geostazionario comunica
con una stazione di terra in bande di frequenza che vanno da 1 a 30
GHz. La stazione di terra riceve i segnali attraverso un preamplificatore,
li converte a frequenze intermedie e li rielabora attraverso un demodulatore
per trasferirli agli apparecchi elettronici ed ai computer.
Dagli anni
Sessanta del secolo scorso sono ormai molti i Paesi che inviano i loro
satelliti nell’atmosfera terrestre, contribuendo a creare una serie
di progetti internazionali di enorme portata. Dopo il lancio del
Tiros 1 e del Meteor 1 da parte degli Stati Uniti e dell’ex
Unione Sovietica, si sono succeduti i satelliti metereologici dell’ESA
(Ente Spaziale Europeo) e del Giappone (GMS Himawari 1). Tra
i più importanti satelliti oggi in orbita, ricordiamo gli statunitensi
NOAA e SMS/GOES, i satelliti polari europei METOP,
frutto della collaborazione tra ESA, NOAA, CNNES e EUMETSAT, il Fen
Yun 2 della Cina e l’Insat dell’India.
Per quanto
riguarda l’Europa, nel corso degli ani Ottanta Austria, Belgio, Danimarca,
Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Irlanda, Italia,
Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia si sono unite nel
progetto internazionale EUMETSAT. Gli accordi del 2003 tra Esa e Unione
Europea porteranno nel 2013 al completamento del Sistema di posizionamento
Galileo. A differenza del sistema GPS, il progetto Galileo sarà
rivolto ai settori civili, commerciali e militari.
Fanno parte
della categoria satelliti artificiali anche le stazioni orbitanti, come
il Mir, lo Skylab e l’International Space Station.
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