Correre nel verde VOLARE: trasvolatori e specialità - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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VOLARE: Aereo o Aliante, Elicottero o paracadute è comunque la realizzazione di un sogno

ITALO BALBO

Italo BalboItalo Balbo è una figura simbolo dell’orgoglio nazionale italiano tra gli anni ’20 e ’30.

Nato a Ferrara il 6 giugno 1896, laureato in scienze sociali, capitano degli Alpini, a soli ventisette anni è nominato comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Nel novembre del 1926 diviene sottosegretario per l'aeronautica, e da allora si dedica, con frenetico attivismo, allo sviluppo dell'arma aerea, una passione che lo rende presto famoso in tutto il mondo e che lo porta alle soglie del 1933 ad essere nominato prima generale di squadra aerea, poi ministro dell'aeronautica.

Negli anni del fascismo Balbo, ambizioso e grande organizzatore, sarà uno dei giovani più stimati dal Duce, che in ogni caso non ama circondarsi di personalità troppo carismatiche e così, nominandolo il 26 novembre del 1933, Governatore della Libia, lo relegherà ai margini del centro politico italiano.

Balbo diviene in breve un uomo di successo, orgoglio dell’aereonautica italiana, capace di affrontare anche le prove più dure: la guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale. La guerra civile in Spagna rappresenta la prima sfida per i piloti italiani, che a bordo dei velivoli da caccia Fiat C.R. 42 Falco e Fiat C.R. 32, senza radio a bordo, senza corazzature, senza una cabina chiusa e con scarso armamento, diventano anche oggetto di gravi incidenti, come quello capitato al capitano Ernesto Botto, che il 12 ottobre del 1937, ai comandi di un C.R. 32 sui cieli di Saragozza, si imbatte in uno scontro con un caccia sovietico, dal quale riesce ad uscire vivo seppur con una gamba in meno. In suo onore la 32° Squadriglia Caccia prende il nome di Gamba di Ferro.

La guerra in Spagna è un banco di prova per la nostra aeronautica, che di lì a poco, affronta anche il secondo conflitto mondiale avendo come armamento principale solo il coraggio dei piloti messi a pilotare le "vacche" (così li chiamavano i SM 79, 80, 81, 82).

Intanto, tornando indietro nella storia, nel 1923 Mussolini crea il Commissariato per l'Aeronautica, attribuendosene la direzione ed affidandolo, al vicecommissario Aldo Finzi, sottosegretario agli Interni, un fascista fedelissimo e dinamico. Finzi nello stesso anno fa nascere il corpo della Regia Aeronautica, arma indipendente, con propria divisa, gradi e ruoli, provocando non pochi brontolii tra Esercito e Marina.

In realtà quello di Finzi e Mussolini è lo stesso programma, lo stesso piano per far risorgere il business delle commesse militari. Un sogno che culmina nella costituzione del ministero per l'Aeronautica, a sostituzione del transitorio commissariato, alla guida del quale si pone lo stesso Duce. Comincia la ricerca spasmodica dei record, dei voli sensazionali, delle prestazioni sempre più clamorose, volte a scuotere un mondo politico ancora sospettoso, o perlomeno indifferente, verso quella che per molti era ancora una novità.

Il pilota d'aeroplano diviene in quegli anni anche una figura letteraria, con lo sguardo perso verso orizzonti così lontani da poter essere solo sognati.

Dopo la trasvolata di Linderbergh attraverso l’Atlantico del 1926, e quella del giovane De Pinedo nel 1927 da Roma a Tokio, passando per l'Australia, e relativo ritorno, il 12 settembre del 1929 Balbo diventa ministro dell'Aeronautica promovendo subito la costituzione di organi indipendenti: il centro studi di Montecelio, diretto dall'ingegner Guidoni, per coordinare e promuovere lo sviluppo aeronautico, e la scuola di Alta velocità, a Desenzano del Garda.

Partono i primi raid ma le aspettative di uno sviluppo efficiente e poderoso dell’arma aerea si infrangono presto con la realtà che De Pinedo stesso rivela, quella di aerei da caccia e bombardieri con velocità limitate, e un parco di veicoli da combattimenti indietro di almeno una diecina d'anni.

Il regime rifiuta di prendere in considerazione la possibilità di un fallimento nei progetti del Duce e organizza una trasvolata atlantica con uno stormo di idrovolanti, incuranti del fatto che, nei 32 tentativi di voli oceanici fino a quel momento effettuati nel mondo, avevano trovato la morte ben 22 piloti.

Davanti ad un progetto tanto ambizioso Balbo non può tirarsi indietro. Seleziona i migliori piloti provenienti dalla scuola di Navigazione Aerea d'Alto Mare, diretta dal maggiore Ulisse Longo, e li addestra al volo cieco e alla pratica delle comunicazioni radio.

Il 17 dicembre 1930 decollano da Orbetello dodici idrovolanti S. 55 adattati per il volo oceanico, con l'appoggio di cinque cacciatorpediniere. Dopo le prime difficoltà, dovute al cattivo funzionamento dei motori Fiat, undici aerei riescono, il 15 gennaio 1931, ad ammarare a Rio de Janeiro, dopo aver percorso diecimila chilometri.

L’impresa riesce dunque e ciò sprona Balbo a mettere allo studio nientemeno che un giro del mondo, da effettuarsi nel 1932, nel quadro delle manifestazioni per la celebrazione del decennale della Marcia su Roma.

Il progetto però viene bloccato dalla guerra cino-giapponese che preclude i cieli dell'estremo oriente e dall'arrivo dell'onda lunga della recessione americana. Balbo è costretto a cambiare obiettivo ed organizzare un più modesto raid Orbetello - Chicago - New York – Ostia, con l’appoggio scettico di Mussolini che comincia a nutrire dubbi sulla capacità gestionale del suo ministro.

Lungo il percorso vengono dislocate sei baleniere, due vedette e due sommergibili, e tre stazioni meteorologiche, appositamente allestite in Groenlandia, sono pronte a fornire agli equipaggi via radio, i bollettini necessari.

Il 7 luglio 1933 decollano da Orbetello venticinque S. 55, muniti di due motori Isotta Fraschini da 930 HP. Dopo il sorvolo delle Alpi, le mete successive sono in Islanda, in Canada, per ammarare infine a Chicago e successivamente a New York, dove ai piloti e a Balbo stesso viene riservato un trionfo senza precedenti a Broadway.

Balbo entra così nella leggenda, ricevendo anche gli onori del Duce che lo premia col grado di Maresciallo dell'aria e con un trionfo in stile romano.

Ma questa nuova carica Balbo se la gode poco. Proponendo al Duce una riorganizzazione di tutte le Forze Armate, con chiara preminenza dell'Aeronautica, nonché una riforma del ruolo di capo di Stato maggiore generale, egli infatti si espone troppo e Mussolini per paura di un possibile rivale carismatico lo esonera dai suoi incarichi, riassume "per ragioni politiche" nelle sue mani i ministeri militari, e contemporaneamente lo nomina governatore della Libia. Un gesto che lo allontana dal suo prestigio, dai suoi onori dalla politica italiana, dalla decisione di Mussolini di appoggiare Hitler nella seconda guerra mondiale, e che lo condanna sua malgrado a non tornare più in patria.

Il 18 giugno 1940 infatti, 18 giorni dopo l'inizio della suddetta guerra per errore la contraerea italiana centra in pieno l’aereo di Italo Balbo che non era impegnato in nessuna missione, ma solo in un volo di ricognizione nei cieli africani.