Correre nel verde Benessere e relax: cosmesi, rimedi naturali, naturismo, massaggio e discipline salutistiche - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Benessere e relax: cosmesi, rimedi naturali, naturismo, massaggio e discipline salutistiche

COSMESI

FITOFARMACI

I fitofarmaci (dal greco fitos = pianta) sono sostanze di sintesi chimica (insetticidi, fungicidi, erbicidi, nematocidi, molluschicidi, acaricidi, etc.) utilizzate nella lotta contro gli agenti nocivi alle colture agricole.

Dalla seconda metà del ‘900 il loro uso, a volte indiscriminato e scevro di indispensabili considerazioni ambientali, ha permesso spesso il raggiungimento di ingenti rese produttive, a danno però dell’equilibrio dei vari comparti biologici e della generale visione ecosistemica: infatti l’introduzione massiccia di svariate sostanze xenobiotiche – ossia estranee ai processi biologici – ha ignorato in molti casi gli effetti pericolosamente negativi a carico di organismi non ritenuti potenziali bersagli dei fitofarmaci.

Nati dunque in origine (con elementi naturali quali solfato di rame, di zolfo, di arsenicati, di DDT) per abbattere le densità popolazionali degli agenti competitori (le erbe infestanti) e degli organismi fitofagi (che mangiano e danneggiano le colture), i fitofarmaci si sono trasformati nel corso degli ultimi 40 anni in nuovi agenti chimici sintetizzati dalle industrie ed adoperati in assenza di regolamentazioni precise, responsabili di un impatto dannoso sulla nostra salute e su quella più generale dell’ambiente circostante.

Questa situazione ha causato danni di grande entità, la cui scoperta ha innescato un processo di inversione di tendenza che ha comportato la "dechimizzazione" dell’alimento fino a giungere nel 1992 all’emissione della Normativa CEE 2092/91, la prima che regolamenta e definisce le tecniche agronomiche dell’agricoltura biologica.

L’attenzione principale viene focalizzata sulla contaminazione degli alimenti, delle acque (sia superficiali che sotterranee) e del suolo, per cui molte organizzazioni (si cita come esempio l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) [ex A.N.P.A.- Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente] - e le sue strutture regionali) collaborano continuamente con svariati Istituti ed Enti al fine di redigere rapporti, studi e ricerche di monitoraggio volti a sondare la situazione nel suo svolgimento, al fine di rivelare ed aggiornare i valori di soglia che possano rendere minimi gli effetti nocivi di tali sostanze nel generale ecosistema ambientale.

I fitofarmaci possono presentarsi in molteplici formulazioni commerciali: ne esistono in polvere (secche, bagnabili o solubili), in soluzione, in emulsione, allo stato granulare o gassoso e microincapsulati.

La somministrazione di tali agenti dovrebbe, secondo le norme, avvenire esclusivamente in presenza dell’agente nocivo e non a scopo cautelativo né in quantità massiccia, ossia non oltre i limiti stabiliti da apposite tabelle.

Del resto non è semplice ottenere una visione chiara e definitiva sull’argomento in questione, visto che il destino ambientale di tali sostanze non è univoco, ma risulta spesso influenzato da molteplici fattori, quali:

  • le quantità immesse nel sistema,

  • le caratteristiche climatiche del luogo di introduzione,

  • il rapporto idrofilicità/idrofobicità dell’elemento,

  • la possibilità che esso venga trasportato in diversa sede da processi naturali quali ruscellamento o eluviazione,

  • il grado di biodegradabilità della sostanza stessa.

 

 

 

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