Termine che significa "cura" ed "erbe", la fitoterapia è il termine dato
dal dott. Pouchet nel 1897, per indicare l'impiego di tutta la pianta
nelle applicazioni terapeutiche.
L'uso di questo tipo di cura è antico,
trattato nel Pen-Tsao (libro delle erbe), scritto in Cina nel 3000 a.c. ma
che s'ispirava a dati più antichi, era in uso anche in India ed Egitto.
Oggi è una cura che viene rivalutata, grazie alla quasi totale assenza
d'effetti collaterali.
Ma come agisce? Nelle piante sono presenti sostanze come: la curatina,
alcaloidi, atropina, ecc., che agiscono tramite le fito-stimoline, cioè
produzione di sostanze ageniche di resistenza.
Atre teorie invece affermano che agiscono come ormoni vegetali, attivando
o inibendo le ghiandole.
L'attuale biologia, invece sta studiando sia la
possibilità d'influenza sul sistema vago-simpatico, sia la loro capacità
di opporsi alla proliferazione macrobiotica.
Le medicine moderne
guariscono più in fretta, ma lasciano strascichi per lungo tempo mentre
con la fitoterapia, (la cura con le erbe), viene metabolizzata meglio dal
corpo umano senza lasciare effetti o quasi, nell'organismo.
La medicina
ufficiale si è ispirata alle proprietà delle piante e ne usa ancora per
curare come: valeriana, ginestra, biancospino ecc., ma l'elenco è lungo da
riportare.