Vini

I vini rappresentano contestualmente il mondo della cucina, quello del lavoro e quello della cultura e della tradizione.

Dietro un vino, anche quello di minor qualità (ovviamente di corretta produzione e gradevolmente bevibile), c'è lavoro agricolo, manifatturiero, manutentorio; appena facciamo un passo in più e precisiamo che per questo vino ipotetico esiste una produzione di notevole quantità dobbiamo aggiungere il lavoro di distribuzione, quello terziario, il marketing e il lavoro pubblicitario.

Appena i passi avanti sono due e passiamo a vini che dalla sufficienza passano a voto medio e medio alto, cominciamo a scoprire valori geografici e storici, tradizionali ed innovativi, associativi e meritevoli di sponsor.

Quando infine decisamente allungiamo questi ipotetici passi nel mondo vinicolo e passiamo dal buono al buonissimo, all'ottimo, all'eccellente, al prodotto unico ecco che entrano in campo, con decisione e perfino vanto, valori di orgoglio nazionale, di motivata partigianeria, di articoli giornalistici di settore che vanno ben al di là della recensione, si entra nella poetica, nel racconto, nel libro, nella storia ed infine la degustazione (ultimo rito di conoscenza di questo percorso) di questi prodotti di eccellenza causa spesso un particolare godimento personale del prodotto che sfiora e talvolta entra nell'estasi gustativa.

Il vino non viene usato solo al tavolo di casa, del ristorante o al banco di un wine bar ma anche dentro la cucina come componente di molti piatti. L'abbinamento con le vivande raggiunge una complessità tale che in piena legittimità il ruolo del sommelier si impone in ogni occasione conviviale complessa come può essere, ad esempio, un banchetto di nozze. La trasformazione del prodotto uva nel suo derivato vino è operazione con radici semplici ed arcaiche ma le necessità di mercato richiedono, per la maggior parte della produzione, interventi che spaziano dal management all'ingegneria con indispensabile apporto di manodopera esperta e specializzata e di quel deux ex machina che è l'enologo.

La tradizione appare un elemento poetico, campanilistico e conservativo ma non è solo questo. La cultura e la conoscenza dei terreni, l'esposizione solare, la cura dell'impianto e della singola pianta, la potatura, la raccolta e stiamo ancora parlando di uva appena vinifichiamo chi si può permettere decenni o secoli di esperienza ha un vantaggio, non solo in termini di immagine, di buona misura.