GIOCHI DI CARTE
GIOCHI ITALIANI
TRESSETTE
LA STORIA: il gioco del Tressette
nasce in Spagna ma viene subito rielaborato a Napoli, nel Regno delle
due Sicilie, per opera dei marinai; siamo nel Seicento ed un’antica
filastrocca napoletana dell’epoca fa capire che il gioco ha già fatto
il giro di molti altri paesi, tra questi anche la Turchia; infatti,
recita la canzoncina in dialetto partenopeo: "E’ ‘nnata ‘miez ‘o mare
‘na scarola / E li Turche se la jocano a tressette…".
Fra i giochi di carte italiani,
è quello che si presta al maggior numero di varianti sia per numero
di giocatori sia per le regole che cambiano da regione a regione.
Tra le principali varianti:
TRESSETTE CON LA CHIAMATA DEL TRE che si differenzia dal gioco tradizionale
per la composizione delle coppie di giocatori che avviene nel modo seguente:
il giocatore di mano chiama un Tre che non sia in suo possesso, il giocatore
che detiene la carta chiamata, diventa, automaticamente, il suo compagno
di gioco.
TRESSETTE A NON PERDERE (noto
anche come CIAPA NO, ROVESCINO, TRAVERSONE, VINCI E PERDI): in questo
caso il numero dei giocatori varia da due ad otto ed ognuno gioca per
se; vince il singolo giocatore che al termine delle battute riesce a
prendere meno carte; la strategia, quindi, è a non prendere.
TRESSETTE A DUE che può essere
giocato in due varianti: a META’ MAZZO o a PIZZICHINO. Nel primo caso
si gioca con dieci carte per ciascun giocatore e un mazzo di venti carte
coperte sul tavolo; il giocatore che ha fatto una presa, pesca per primo
la carta dal tallone e la mostra all’avversario prima di inserirla fra
le proprie e altrettanto fa l’altro giocatore. Nel Tressette a Pizzichino
si assegnano ai due giocatori, con distribuzione alternata, quattro
mazzetti di cinque carte ciascuno; ogni giocatore dispone, avanti a
se, i mazzetti coperti, li solleva ad uno ad uno e osserva la carta
inferiore; decide quindi di capovolgere due mazzetti in modo che anche
l’avversario possa vedere le due carte scoperte; prende gli altri due
mazzetti coperti e li usa come normali carte da gioco. Può accadere
che fra le due carte scoperte vi sia un pizzico; in questo caso, prima
dell’avvio del gioco, può raccoglierlo e porlo tra le sue carte in mano.
TRESSETTE COL MORTO (noto anche
come TRESSETTE CON LA GUERCIA); il morto è il compagno, che non c’è,
del mazziere; il morto riceve ugualmente le carte e quando chi è di
mano ha giocato la prima carta, le carte del morto vengono scoperte
e saranno giocate dal mazziere al turno corrispondente.
TRESSETTE ROMAGNOLO o MARAFONE:
si differenzia dal Tressette tradizionale perché viene inserito un seme
eletto come se fosse una "briscola".
TRESSETTE A TRE o TERZIGLIO
o CALABRESELLA dove un giocatore solista gioca contro una coppia; le
regole sono quelle del Tressette classico.
Esistono anche Tressette a
quattro giocatori (QUARTIGLIO), a cinque giocatori (QUINTIGLIO), a sei
giocatori (SESTIGLIO), ad otto e nove giocatori (OTTIGLIATO).
MAZZO DI CARTE:per il Tressette
classico occorre un mazzo di 40 carte italiane;
NUMERO DEI GIOCATORI: il Tressette
classico si gioca con quattro giocatori divisi in due coppie che non
sono precostituite ma che si formano, casualmente, nella prima mano,
nel seguente modo: dopo la distribuzione delle carte, i giocatori in
possesso del 5 di Denari e del 4 di Denari formano la coppia; se il
4 di Denari capita in mano al giocatore che già possiede il 5 di Denari,
l’accoppiamento avviene con il giocatore in possesso del 6 di Denari;
se anche il 6 appartiene al giocatore in possesso del 4 e del 5, si
procede ad una nuova distribuzione delle carte dopo aver opportunamente
mescolato il mazzo;
OBIETTIVO DEL GIOCO: conquistare
le carte che attribuiscono punti alla coppia e raggiungere, prima degli
avversari, il punteggio prefissato;
GLOSSARIO DEL GIOCO:
buongioco – combinazione di
carte che assegna punti da aggiungere a quelli del mazzo;
calare – giocare una o più
carte;
dietra – ultima presa che assegna
un punto alla coppia che la realizza;
mazziere – colui che mischia
le carte e le distribuisce ai giocatori;
napoletana – combinazione di
Asso, Due e Tre dello stesso seme;
pizzico – sono pizzichi gli
Assi, i Due e i Tre;
presa - carte conquistate da
un giocatore dopo la calata;
rispondere al gioco – calare
una carta dello stesso seme;
taglio del mazzo – suddividere il mazzo in
due parti e sovrapporre la
parte inferiore sulla superiore;
tallone - mazzo di carte coperto messo sul
tavolo da gioco;
VALORE DELLE CARTE: la gerarchia è la seguente:
Tre, Due, Asso, Re, Cavallo, Fante, Sette, Sei, Cinque, Quattro, quindi
la carta più alta è il Tre mentre la più bassa è il Quattro.
CALCOLO DEI PUNTI:
Asso vale UN PUNTO
Tre, Due, Re, Cavallo e Fante valgono UN TERZO
DI PUNTO
Sette, Sei, Cinque e Quattro valgono ZERO PUNTI
ESECUZIONE DEL GIOCO: il mazziere,
(colui che siede alla sinistra del giocatore che possiede il 4 di Denari)
dopo aver consentito il taglio del mazzo procede alla distribuzione
delle carte ai giocatori. La distribuzione avviene in senso antiorario
e con la consegna di cinque carte coperte per ciascun giocatore; è ammessa
la distribuzione di una carta per volta o anche la distribuzione di
una prima terna di carte a testa , poi di altre quattro carte e infine
delle ultime tre carte rimanenti.
Nel caso che uno o più giocatori
non abbiano in mano neppure il valore di un punto (un Asso oppure tre
carte di valore rispettivo di un terzo di punto) si rimescola il mazzo
procedendo ad una nuova distribuzione; in caso contrario il gioco ha
inizio e ciascun giocatore deve dichiarare il buongioco che è una combinazione
fra le seguenti che assegna i seguenti punti:
combinazione di quattro Assi
vale quattro punti
combinazione di quattro Due
vale quattro punti
combinazione di quattro Tre
vale quattro punti
combinazione di tre Assi vale
tre punti
combinazione di tre Due vale
tre punti
combinazione di tre Tre vale
tre punti
Asso + Due + Tre dello stesso
seme vale tre punti (è detta anche napoletana).
L’accuso del buongioco nella
prima smazzata è generico, nelle smazzate successive, invece, i giocatori
sono tenuti a specificare di che buongioco si tratti (indicando il seme
mancante nel caso della combinazione a tre carte identiche; o in caso
della napoletana indicando il seme di cui si è in possesso).
La partita di Tressette si
svolge in più smazzate fino al raggiungimento di 21 punti (se si gioca
senza ricorrere al buongioco) o di 31 o di 51 punti.
Il giocatore di mano (colui
che è alla destra del mazziere) cala una carta; il giocatore successivo
deve rispondere (giocare una carta dello stesso seme) al gioco; qualora
non possa rispondere al gioco per mancanza della carta dello stesso
seme, calerà una carta di seme differente che, qualunque sia il suo
valore facciale, sarà, agli effetti della battuta, considerata uno scarto
e non avrà alcun valore agli effetti della presa.
La presa spetta al giocatore
che ha calato la carta più alta dello stesso seme di apertura; chi effettua
la presa diventa giocatore di mano.
Le carte prese vengono poste,
impilate e coperte, davanti ad uno solo dei due giocatori di coppia.
Terminate le carte in mano,
la coppia che ha realizzato l’ultima presa acquisisce un punto (dietra).
Si passa quindi al conteggio
dei punti ottenuti da ciascuna coppia ricordando che le Figure, i Due
e i Tre valgono un terzo di punto; l’Asso vale un punto; a tale somma
vanno aggiunti i punti delle accuse iniziali e dell’eventuale punto
dell’ultima presa.
Dal risultato devono essere
eliminate le frazioni di punto, arrotondando il totale per difetto.
Come molti altri giochi di
carte, il Tressette, ha i suoi messaggi segreti che consentono scambi
di informazioni fra i giocatori in coppia.
E’ consentito "bussare",
"volare", "strisciare"; pronunciando la parola "busso"
si chiede al compagno di calare la carta migliore del seme in gioco;
nelle usanze popolari si può esprimere il segnale "busso" battendo un
pugno sul tavolo; con la parola "volo" si vuole far conoscere al compagno,
che sta per essere giocata l’ultima carta disponibile di un certo seme;
nelle usanze popolari si può esprimere il segnale "volo" lasciando cadere
la carta interessata dall’alto come se planasse; con la parola "striscio
o liscio" si vuol far conoscere al compagno il possesso di due carte
qualsiasi del seme in questione; nelle usanze popolari si può esprimere
il segnale facendo strisciare lentamente verso il centro del tavolo
una carta del seme in gioco accompagnandola con l’indice e il medio
uniti sulla carta.
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