I giochi e il giocare: banale
e scontata introduzione
La storia dei
giochi,
anche limitandola in maniera rigida e limitata, ai soli giochi di "società"
o ai cosiddetti giochi per tutti (quelli dove età, sesso, forza non incidono
e intelligenza e furbizia non determinano in modo assoluto la riuscita)
è antichissima e vasta.
Si dovrebbe cominciare parlando
degli gli aliossi? o raccontando varie forme arcaiche (e non solo) di
divinazione? meglio una trattazione delle bambole e i loro corredi?
oppure la mutuabile e mutante favolistica orale? Com'è difficile per
chi non essendo testimone diretto di episodi vecchi non meno di cinquemila
anni e non avendo ambizioni editoriali e/o di finanziamento di progetti
culturali dare risposte certe. Si possono proporre solo deboli ragionamenti
che possono far supporre nascite, morti e risurrezioni di questi "giochi"
dovute alle pressioni dell'ambiente esterno vissuto dai nostri
predecessori.
Poi, finalmente, la storia ci fornisce prove certe e documentate che
ci fanno respirare meglio con il sollievo della prova documentata. Scacchiere,
descrizioni scritte, rappresentazioni scultoree e dipinti, queste sono
prove certe per archeologi, bibliotecari, antropologi e, era ora, anche
per noi.
Le
carte,
le miniature, pupazzetti antropomorfi, sagome animali o oggetti stilizzati
che, creati dalla dalla creta e dal legno proseguono il loro percorso
attraverso tanti materiali sempre più complessi da trattare, diventando
così bambole, miniature di animali, soldatini, riproduzioni in scala
di mezzi meccanici sempre più specializzati. Le sempiterne biglie, gli
aquiloni, i pattini, raffinate imitazioni degli utensili e dei macchinari
degli adulti veramente funzionanti. "il gioco dell'oca" fatto di dadi,
filastrocche, divertimento e spirito agonistico. Poi i cosiddetti "mondi
di confine" come i
giochi di ruolo
e altri che si inseriscono fortemente nella odierna psicologia applicata,
nelle terapie curative della nuova medicina e nel sociale come ad esempio
la clown terapy per i bimbi o più banalmente e più genericamente, dato
che è per tutti, la "terapia della risata" e a questo punto vogliamo
proporre una domanda per chiarire il concetto: come può essere definita
un'attività circense o un costume da carnevale? Come vedete diventa
difficile, complesso ed affascinante spiegare il "gioco" nella sua totalità.
D'accordo, rimaniamo pure al
gioco cosiddetto da "tavolo"
con dintorni e derivati. Passiamo al presente con occhio al futuro e
porte spalancate al passato recente. Una miriade di giochi di carte,
tanti giochi da scacchiera. Il mitico "Monopoli", saltando tutti i cloni
talvolta più riusciti degli originali o perlomeno più diffusi, come
"risiko", "scarabeo", "trivial pursuit". I trenini, navi, aerei e macchinine
che da giochi talvolta diventano collezione insieme alle, ormai "cult"
da collezione, le "figurine". Il modellismo non è un "gioco", sentenziano
gli appassionati di settore, ma voi mettete un bimbo di dieci anni dietro
ad un bel diorama raffigurante una piccola stazione ferroviaria perfettamente
operativa e funzionante e guadategli con attenzione gli occhi e bocca,
vedrete i primi brillare e la seconda schiudersi. A quel punto sentenzierete
che il modellismo è più "gioco" di tanti altri. Il biliardo, le mitiche
"freccette" di "Handy & Capp", parole crociate e cruciverba, album da
colorare, libri games fino ad arrivare al re dei nostri tempi: il
videogioco!
Bèh basta con le chiacchiere,
rimboccatevi le maniche e cominciate a sognare, cioè a costruire un
domani migliore, ossia a praticare un mondo migliore, ma no, scusate
i refusi, volevamo dire: "cominciate a giocare!".
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