GIOCHI DI RUOLO
Dangeons & Dragons
Nel lontano 1973 viene fondata la TSR (Tactical
Studies Rules) da Gary Gygax e Don Kaye, questa società è assorbita
dalla Wizard of the coast.
Nel 1974 D & D è un marchio registrato
ed è ormai alla portata di tutti. Comincia un’escalation che lo porterà
ad essere sinonimo di “gioco di ruolo” e conosciuto e giocato da milioni
di appassionati in tutto il mondo.
L’idea che con pochi dollari, qualche dado,
matita, gomma da cancellare, fogli a quadretti e fotocopie si possa
dar vita ad un gioco che non ha altro limite che la propria fantasia
che si possa giocare indifferentemente in pochi o in molti (con alcuni
“moduli” anche da soli) è straordinariamente vincente e ingenera anche
il prevedibile effetto contrario, il massimo degli accessori. Dadi poligonali di ogni materiale,
avventure già pronte, miniature di ogni tipo con l’infinito mondo che
ruota intorno ai “soldatini” e/o alla modellistica, gadgets ecc.
Si produce un cartone animato e un film
direttamente legati al marchi, Comics, racconti, romanzi cominciano
ad affiancarsi a questo fenomeno diventato “cult” internazionale già
all’inizio degli anni ’80. Ormai sappiamo bene cosa si è indirettamente
creato al riguardo. Forse, un’ammissione da fare a denti stretti e negandola
nello stesso momento che la si enuncia, è quella che è stato il fenomeno
Dangeons & Dragons a trainare, per milioni di utenti la conoscenza del
“signore degli anelli” e il gusto “celtico” Arturiano, (nello specifico
della figura di Merlino).
Insomma un fenomeno di costume senza pari
che continua in maniera incredibile a coinvolgere milioni di persone
soprattutto nella nuova versione videoludica.
Ogni volta che vedete un gioco dove più
si fa esperienza (traduzione: più si gioca) più “si cresce di livello”
quello è un gioco che deve qualcosa a D & D, poi se si interpreta (magari
scegliendolo o addirittura, non plus ultra, creandolo) un personaggio
allora il gioco di ruolo comincia quel percorso speciale dove la parola
gioco scompare e la parola ruolo si ammanta della magia di una dissacrante
e benefica favola contemporanea.
Qualche volta il percorso che porta un’idea
che sembra destinata a fermarsi a percentuali molto piccole di utenti
diventa un fenomeno di massa e quasi sempre questo le fa perdere la
“sostanza” a beneficio della “apparenza” ma in questo caso ci permettiamo
di dissentire, ne il monitor, ne il grande e piccolo schermo riescono
a negarci, pur massificando milioni di fans, frequenti belle sorprese
di nascite di nuove belle storie, di aggregazioni spontanee fra persone
che non si fermano al gioco in se stesso e di quel bel senso di ricerca
interiore del sogno e della fantasia che è una delle più alte affermazioni
dello spirito umano.
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