Mezzi a motore elettrico
Tra le prime idee su come far muovere i veicoli a motore
ci fu, agli inizi del XX secolo, l’idea di utilizzare la propulsione
elettrica. L’ipotesi venne prima affiancata ad una soluzione ibrida con
una doppia energia, ovvero sia dal petrolio che dall’elettricità e poi
accantonata per utilizzare il meno problematico petrolio.
Agli inizi del XXI secolo, con gravi problemi di
inquinamento e le scorte di petrolio in dirittura d’arrivo, l’ipotesi di
auto elettrica torna prepotentemente alla ribalta.
Al giorno d’oggi esistono molti mezzi che si avvalgono
della propulsione elettrica, ognuno con delle caratteristiche
differenti. Per distinguere i vari veicoli si è giunti ad una griglia di
acronimi per segnare le differenze. La lista che segue segnala i mezzi
dal più inquinante a quello ad impatto zero:
- HEV Hybrid Electric vehicles - veicoli elettrici a
propulsione ibrida
- PZEV Parzial Zero Emission - veicoli
con emissioni molto basse
- LEV Low Emission Vehicles - veicoli bassa emissione
inquinante
- ULEV Ultra Low Emission Vehicles - emissioni molto
basse
- SULEV Super Ultra Low Emission Vehicles - emissioni
ultra basse
- ZEV Zero Emission Vehicles - veicoli zero emissioni
inquinanti.
Un mezzo simile a quelli elettrici è il BEV Batteries
Electric Vehicles - veicoli a batteria zero emissioni, che funziona a
batteria. La differenza è che mentre nel veicolo a batteria l’energia
chimica prodotta da una pila viene riconvertita in energia elettrica e
da lì parte l’attivazione del motore, nel mezzo elettrico “puro” non c’è
trasformazione.
Tra le potenzialità del veicolo elettrico c’è quella di
sfruttare l’energia frenante come fonte di ricarica del mezzo.
Spesso molti enti pubblici decidono di dotare il proprio
parco macchine con veicoli elettrici, oltre a proporre ai propri
cittadini un car sharing con veicoli elettrici.
Attualmente sono maggiormente in commercio i veicoli a
propulsione ibrida tra elettrico e a combustione.
La commistione tra le due tecnologie viene utilizzata per
permettere ai mezzi di diminuire sensibilmente sia il consumo di
carburante che la produzione di gas inquinanti.
Sul finire del ‘900 assistiamo dalle case costruttrici
d’oriente come la Toyota e la Honda, alla produzione in serie di veicoli
ibridi. La prima in assoluto fu la Toyota Prius, sfornata nel 1997
inizialmente in esclusiva per il mercato giapponese. L’Honda arriverà
solo nel 2000 con il veicolo Insight.
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