Correre nel verde Nautica: navigazione, imbarcazioni, diporto e storia della marineria - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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NAUTICA

ROALD AMUNDSEN. L’UOMO DEI GHIACCI POLARI

Nell’agosto del 1906, dopo tre anni di navigazione, la nave Gjøa termina la traversata del Passaggio a Nord-Ovest. A bordo c’è un equipaggio di sei uomini. Il comandante della nave è l’esploratore Roald Amundsen.

Da secoli, ormai, gli esploratori erano a conoscenza di un corridoio che univa Europa ed Asia e che passava sopra il Nord America.

Amundsen, abile marinaio che ha abbandonato la carriera di medico per dedicarsi alle esplorazioni polari, conosce bene l’Artico, i suoi ghiacci ed i mari freddi. È stato inoltre comandante in seconda sulla nave che per prima, dal 1897 al 1899, ha svernato nell’Antartico (la “Belgica”).

Per tre anni Amundsen ed il suo equipaggio percorrono le acque ghiacciate del Passaggio a Nord-Ovest; raccolgono importanti dati scientifici sul magnetismo terrestre e sulla posizione del Polo Nord magnetico, nonché dati etnografici sul popolo degli Esquimesi.

Il successo dell’impresa spinge l’esploratore norvegese a preparare nuove ricerche per raggiungere il Polo Nord geografico. Nel 1909 lo statunitense Robert Edwin Peary conclude la prima spedizione verso il Polo Nord (diversi anni più tardi alcuni studiosi hanno scoperto che, in realtà, Peary sarebbe giunto solo a 40 chilometri dal Polo Nord geografico).

Amundsen decide di abbandonare l’impresa e di condurre una nuova spedizione verso il Polo Sud. Ha inizio una gara contro il tempo, poiché un’altra spedizione, quella guidata dall’inglese Robert Falcon Scott, è sulla stessa rotta.

Nell’agosto del 1909 la Fram lascia il porto di Oslo per circumnavigare l’Africa e dirigersi verso lo stretto di Bering; solo il comandante della nave ed il fratello di Amundsen, Leon, conoscono l’esatta direzione della spedizione. La Fram giunge nell’arcipelago di Madeira; qui Amundsen invia un telegramma a Robert Falcon Scott, informandolo che la sua spedizione è diretta in Antartide.

L’esploratore norvegese ha intenzione di tracciare una nuova rotta verso il Polo Sud; pianta il suo campo base al limite della barriera di Ross, nella Baia delle Balene (il campo base viene chiamato Fraheim, “case di Fram”). Scott è invece accampato a ridosso del canale di McMurdo; in questo modo può proseguire lungo la rotta tracciata nel 1908 dal connazionale Shackleton.

19 ottobre 1911. Amundsen, Olav Bjaaland, Oscar Adolf Wisting, Helmer Julius Hanssen e Sverre Helge Hassel lasciano il campo base a bordo di 4 slitte, ciascuna trainata da 13 cani. Ognuno di loro ha le giuste qualità che possono permettere la buona riuscita della missione. Bjaaland, sciatore ed abile carpentiere, riesce a ridurre notevolmente il peso delle slitte, senza comprometterne la resistenza. Wisting ha già partecipato con Amundsen alla spedizione del Passaggio a Nord-Ovest. Hanssen è un ottimo marinaio che ha imparato a cacciare le foche in acque ghiacciate. Hassel è un abile marinaio ed un ottimo pilota di slitte.

Il 14 dicembre 1911 la spedizione di Amundsen, dopo aver superato catene montuose e vasti ghiacciai, supera il plateau antartico e pianta la bandiera norvegese sul Polo Sud. Il 17 gennaio del 1912 anche Scott conclude la sua missione, ma constata nell’amarezza della sconfitta di esser giunto dopo il rivale norvegese. Scott ed i quattro compagni trovano la morte nel viaggio di ritorno verso il campo base.

Amundsen ha ormai raggiunto il suo obbiettivo, entrando a pieno titolo nella storia dell’esplorazioni. Gli resta da portare a compimento ancora un altro sogno: esplorare dall’alto il Mar Glaciale Artico. Nel 1925 gli idrovolanti N24 ed N25 tentano l’impresa; uno dei due veicoli si schianta sul ghiaccio, e Amundsen è costretto a fare ritorno alle isole Svalbard.

Nel 1926 Amundsen, lo statunitense Lincoln Ellsworth e l’italiano Umberto Nobile sorvolano a bordo del dirigibile Norge il Polo Nord. Due anni più tardi Umberto Nobile è a capo di una spedizione italiana verso il Polo Nord; il dirigibile Italia supera le Alpi e la Svezia per dirigersi verso le Svalbard. In seguito ad una tempesta, Nobile ed altri dieci compagni vengono sbalzati sui ghiacci, mentre il dirigibile scompare per sempre.

Anche Amundsen partecipa alla spedizione internazionale per salvare i superstiti dell’Italia. Il 18 giugno del 1928 l’aereo di Roald Engelbregt Gravning Amundsen scompare per sempre in mare.