Correre nel verde Nautica: navigazione, imbarcazioni, diporto e storia della marineria - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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NAUTICA

JAMES COOK, L’UOMO CHE DOMINAVA I MARI

Era il 1746 ed il giovane James Cook otteneva il suo primo incarico su una nave. La Freelove, un “gatto” di Whitby che trasporta carbone dal nord dell’Inghilterra alla capitale, lo accoglie tra le dure fatiche che il mare riserva sempre agli equipaggi di ogni nave.

Per lui, un robusto diciottenne di un villaggio dello Yorkshire, è un’occasione d’oro per coronare i sogni di avventura, lontana dalla tranquilla carriera di contabile e commerciante alla quale era stato avviato.

Sulla Freelove Cook apprende in fretta la dura vita del marinaio, animato da una passione unica che lo porta in pochi anni a diventare un abile navigatore.

Diversi anni più tardi, il talento di Cook si dimostra nel salvataggio di un’imbarcazione da una violenta tempesta. Il suo coraggio lo porta ad ottenere la stima degli armatori della Friendship, i fratelli Walker, che gli affidano il comando di una nave.

Cook apprende in fretta i segreti della navigazione; i “gatti” di Whitby, imbarcazioni con scafo alto e dal fondo piatto, gli permettono di destreggiarsi con particolare maestria in ogni manovra.

Queste navi, però, sono troppo piccole per accogliere tutti i sogni del futuro esploratore. Nel 1755 James Cook si arruola nella marina militare inglese; l’occasione può soddisfare appieno tutte le sue ambizioni. La marina inglese, infatti, si appresta ad estendere il suo dominio sui mari, portando non soltanto nuove rotte e commerci, ma anche nuove scoperte geografiche e scientifiche.

Sulla Eagle, un’imbarcazione da sessanta cannoni, Cook eccelle per esperienza ed operosità, tanto da esser nominato aiutante pilota.

Nel 1757 la Pembroke salpa in direzione dell’America del Nord. L’ufficiale di rotta James Cook è sulla nave diretta alla conquista di Québec, città conquistata dai francesi e protetta con robuste fortificazioni. La flotta di navi con a bordo 14.000 uomini ha ricevuto l’ordine di risalire il fiume San Lorenzo per giungere alla città fortificata. La Pembroke, guidata da Cook, riesce a tracciare una difficile via lungo il fiume pieno di ostacoli e bassifondi. Cook segna con estrema precisione il percorso e consegna la carta del San Lorenzo ai superiori. Nel settembre del 1759, gli inglesi, dopo aver risalito il fiume seguendo la mappa di Cook, conquistano Québec.

La fama di Cook è ormai nota a molti. Qualche anno più tardi, Cook è al comando della Grenville, una nave da esplorazione nei mari del Nord America, lungo le coste di Terranova e del Labrador. Qui, tra iceberg e ostacoli di altro tipo, Cook raccoglie con estrema perizia una grande quantità di dati che gli permettono di tracciare una precisa serie di carte marittime. Il suo lavoro, minuzioso e preciso in ogni dettaglio, gli conferisce fama di matematico e rinomato cartografo.

La marina inglese continua prepotentemente la sua espansione; vengono tracciate nuove rotte, si cercano nuove basi per rifornire le navi nei grandi spostamenti, nuovi luoghi per caricare ricchezze di ogni tipo.

Tra queste infinite possibilità, una in particolare colpisce per il suo fascino ed il mistero che la nasconde. La “Terra Australis Incognita”, si dice, è piena di ogni ricchezza; è lontana, dicono marinai ed esploratori del pensiero, ma si può trovare, tra Capo Horn e la Nuova Guinea.

In Inghilterra si inizia a pensare concretamente ad una spedizione per giungere alla Terra Australis. L’impresa è grande, così come le ambizioni degli uomini. Lo scienziato Alexander Dalrymple, noto studioso e membro della Royal Society, vuole essere al comando della nave diretta verso la gloria.

Nel maggio del 1768, una nave dell’Ammiragliato, l’autorità al comando della Royal Navy, parte in direzione dell’Oceano Pacifico. Il suo scopo è quello di trovare la Terra Australis e di osservare il raro fenomeno del transito di Venere. L’impresa non è facile: il Pacifico, a dispetto del suo nome, si scaglia con enorme violenza sul tratto compreso tra la Terra del Fuoco e Capo Horn; tempeste ed uragani si abbattono sulle navi con incredibile violenza.

Occorrono una nave capace di dominare la forza dei venti ed un uomo eccezionale che la governi.

Il 26 agosto del 1768 la Endeavour salpa dal porto di Plymouth. Il comandante della nave, il brillante James Cook, ha dato precise disposizioni all’Ammiragliato per la scelta dell’imbarcazione: per riuscire nell’impresa, non occorre una pesante nave militare, ma un’imbarcazione simile ad un “gatto” di Whitby, dal fondo piatto, stabile ed manovrabile in ogni situazioni.

La nave si avventura verso il Pacifico; a bordo ci sono gli osservatori guidati dal botanico Joseph Banks, membro della Royal Society. Ci sono anche artisti ed un equipaggio di più di sessanta uomini.

Cook ha curato nei minimi dettagli l’impresa, raccogliendo con estrema precisione tutti i dati necessari alla navigazione e dando precisi ordini circa le provviste alimentari da portare per scongiurare lo scorbuto, la terribile malattia capace di decimare un equipaggio. L’esperienza gli ha insegnato che questa malattia è più pericolosa di ogni tempesta.

Dopo aver superato senza difficoltà le Isole di Capo Verde, la Endeavour si dirige verso Capo Horn, evitando lo Stretto di Magellano e puntando verso l’Isola degli Stati. La nave supera una burrasca e giunge senza danni nel punto più estremo della Terra del Fuoco. Da lì, dopo i rilevamenti di Cook e le ricerche di Banks, la nave raggiunge Capo Horn.

L’11 aprile del 1769, la Endeavour raggiunge Tahiti, dalla quale l’equipaggio deve osservare il transito di Venere. Il comandante della nave da precise disposizioni circa il comportamento da tenere con gli abitanti del luogo. I Taihitiani si dimostrano socievoli, ma non esitano a rubare strumenti che attirano la loro curiosità, come il quadrante di Cook, indispensabile per le sue osservazioni astronomiche.

Prima di ripartire, Cook ed i suoi collaboratori hanno osservato il transito di Venere e segnato l’esatta posizione dell’isola, preziosa base di rifornimento per le imbarcazioni che esplorano il Pacifico.

Vicino a Tahiti, Cook scopre un gruppo di isole che chiama Isole della Società. Cook si dirige verso Sud, in direzione della Nuova Zelanda, scoperta anni prima da Abel Tasman ma ancora inesplorata. Cook circumnaviga le due Isole della Nuova Zelanda ed effettua tutti i rilevamenti topografici possibili. Dopodichè visita le isole e stringe buoni rapporti con i Maori.

La nave riparte in direzione dell’isola di Tasmania per dirigersi verso il Nuovo Galles del Sud. Da qui giunge la città oggi nota con il nome di Sydney, prosegue sino allo stretto di Torres, ai confini della Nuova Guinea, e punta in direzione dell’estrema punta dell’Africa.

Il 13 luglio del 1771 Cook ed il suo equipaggio entrano nel canale della Manica. Davanti a re Giorgio si presenta un geniale marinaio capace di aver portato a termine una spedizione senza precedenti.

La sua fama gli permette di guidare una nuova esplorazione nell’Atlantico, nel Pacifico e nell’Indiano.

Il 13 luglio del 1772 la Resolution e la nave d’appoggio Adventure partono alla volta del circolo polare antartico. Le due navi sono, ancora una volta, simili ai “gatti” di Whitby.

Dopo aver raggiunto la penisola di Palmer, Cook decide di tornare verso Nord. Prima di rientrare in Inghilterra, il comandante della Resolution scopre le isole Ebridi e la Nuova Caledonia. Con sé il comandante porta numerosi dati che consentono di tracciare nuove rotte e carte.

Il 12 luglio del 1776 il capitano Cook, scienziato-astronomo membro della Royal Society, si avventura alla ricerca di una nuova rotta verso i possedimenti inglesi nei mari del Sud. La Resolution e la nave d’appoggio Discovery partono dal Pacifico per trovare il Passaggio a Nord-Ovest e raggiungere il Pacifico del Sud.

Cook supera il Golfo dell’Alaska e giunge allo Stretto di Bering. Giunto alla Punta di Barrow, Cook viene costretto ad invertire la rotta, poiché i ghiacci rischiano di stritolare la Resolution.

Nel viaggio di ritorno, Cook si ferma nell’isola che aveva scoperto nel 1779, l’isola Hawaii.

Durante la permanenza, gli indigeni rubano una scialuppa dalla Resolution. Cook e alcuni uomini si dirigono sull’isola per trattare con il re dell’isola la restituzione dell’imbarcazione.

Le tensioni tra gli inglesi e gli indigeni sono già da tempo evidenti ed arrivano al culmine proprio in questa occasione. Scoppia un incidente, Cook viene accoltellato da un guerriero, e gli indigeni si scagliano sul corpo del capitano. Dopo aver divorato il suo cadavere, solo alcune ossa ritornano in patria a bordo della Resolution.