Brandy
Il Brandy è un’acquavite di origine anglosassone prodotto o con uva
o con frutta. Fa parte della famiglia della grappe e dei Calvados,
nel senso che in qualche maniera è simile a tutte queste bevande.
Infatti la differenza dalla grappa è che, mentre per preparare il
brandy di utilizzano esclusivamente gli acini di uva, nella grappa
viene fatto fermentare l’intero grappolo.
Il brandy si avvicina al Calvados quando viene preparato con frutta
differente rispetto all’uva.
Il suo nome è un’abbreviazione del termine brande - wine, ossia vino
distillato.
Le origini di questa bevanda affondano le loro radici tra gli arabi,
nel 600 d.C.; l’espansione e le conquiste in Europa di questa
popolazione ha permesso l’espansione della bevanda.
Però mentre per gli arabi era una medicina, per gli europei il
brandy divenne solo una bevanda.
Il brandy arriva in Italia intorno al XVIII secolo, grazie ad un
emigrante britannico giunto in Sicilia per utilizzare le rinomate
uve italiane per produrre il distillato.
Abbiamo detto che per produrre brandy si usa principalmente l’uva
che si fa fermentare, successivamente la bevanda viene distillata e
poi lasciata invecchiare in botti di rovere.
Solitamente dei buoni brandy hanno una gradazione alcolica che varia
tra i 38 e i 40% di volumi.
A seconda di quanto la bevanda resti all’interno della botte, varia
il colore del Brandy. Più tempo rimane chiuso, più acquista un
colore scuro.
Infatti in commercio si trovano brandy diversi a seconda del tempo
di invecchiamento: si parte da quelli che non hanno indicazioni in
etichetta, ossia che sono invecchiati in botte per meno di due anni;
si arriva poi dall’A.C., ovvero la bevanda di due anni di “età”:
passiamo alla V.S., ossia il brandy tra i 2 e i 3 anni, proseguiamo
con il Napoleon che arriva ai 4 anni; Il V.S.O.P., ossia quello
invecchiato 5 anni; l’X.O. di 6 e infine lo Stravecchio ossia quello
che ha oltre i 6 anni di invecchiamento.
Alcune bottiglie, come i vini di annata, riportano semplicemente
l’anno della vendemmia.
Si tratta di una bevanda da fine pasto, da associare con i dolci.
Tradizionale è l’abbinamento con i dolci di mandorle.
Se si ha una buona resistenza all’alcool si potrebbe abbinare questo
distillato con delle carni di cacciagione alla brace.
Per gli amanti dei cocktail un po’ più forti proponiamo di utilizzare
il brandy nella sangria.
Brandy: altre note storiche ed
elenco delle sigle di invecchiamento
Sono denominati brandy i distillati di vino che hanno
la gradazione alcolica tra i 40 e i 60 gradi. Raramente il brandy può
essere un distillato di altri frutti, comunque ci sono brandy che si
ottengono dalla distillazione di albicocche, ciliegie, mele, pesche,
prugne e frutti di bosco.
In antichità era usato come medicinale, le prime
notizie del brandy che abbiamo risalgono agli arabi nel VII - VIII secolo.
Il nome brandy deriva dall’olandese bradewijn (vino
infuocato) quindi è una abbreviazione di brandywine che è la derivazione
inglese del nome originale. Fanno parte dei brandy l’Armagnac, il Cognac,
il Calvados che è un distillato del sidro di mele. Non tutti i brandy
hanno bisogno di essere invecchiati, ma i brandy a seconda dell’invecchiamento
cambiano qualità e denominazioni.
Abbiamo:
-
A.C. con un invecchiamento
di 2 anni
-
Napoleon invecchiati
4 anni
-
V.S. very special
invecchiati 3 anni
-
V.S.O.P. very
superior old pale invecchiati 5 anni
-
X.O. extra old
invecchiati 6 anni
-
HORS D’AGE oltre
i 6 anni di invecchiamento
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