Grappa
Si può definire "grappa"
solo quando è ottenuta da vinaccia coltivata in Italia, e prodotta in
distillerie con sede in Nazionale. Così recita il decreto P.R. del 16 Luglio
1997 n° 287, ma l’Unione Europea già nel 1989 aveva riconosciuto il prodotto
denominato "grappa" come prettamente Italiano. L’origine della
grappa o acquavite ha radici antiche ed è difficile stabilirne la nascita con
certezza, ma sicuramente il termine "grappa" appare per la prima volta
in un romanzo d’Imbriani del 1876.
La grappa ha origini espressamente
contadine, fu persino fornita agli alpini durante la Grande Guerra insieme al
vitto quale piccolo conforto per sopportare le disumane condizioni cui erano
sottoposti, ed in concomitanza di questa triste circostanza che diventa un indiscusso
prodotto nazionale. Purtroppo solo all’inizio degli anni 70 è affermata la
sua tipicità, riconoscendo l’originalità e caratteristica del prodotto.
La
qualità della vinaccia usata è molto importante, e determina le
caratteristiche finali del prodotto, ma cosa è la vinaccia? Non è altro che il
residuo della spremitura dell’uva che comprende, vinaccioli, bucce e raspi, e
può essere polivitigno, in pratica comprensiva di diverse varietà d’uve, o
monovitigno il residuo di un solo tipo d’uva. Le buone annate oltre che
determinare la qualità del vino, producono anche ottime vinacce da grappa.
Perché poi una grappa è diversa da un’altra? Oltre che la scelta dei tipi di
vinacce da usare, subentrano fattori importanti come la conservazione delle
stesse, e la tecnica di distillazione che ha varie metodologie ed influiscono
sul sapore finale del prodotto. Anche ciò che si decide nel metodo di
conservazione della grappa influisce sulle caratteristiche aromatiche.
La grappa
può essere giovane, affinata, o invecchiata. La giovane è imbottigliata
direttamente, o conservata in recipienti di materiale inerte che non cambi il
sapore iniziale per un periodo di 6 mesi. La grappa affinata per un breve
periodo soggiorna in botti di legno, che rende il suo gusto morbido e armonico
caratterizzato dagli aromi del legno in cui a dimorato. La grappa invecchiata
deve sostare in botti di legno per un periodo minimo di 12 mesi, le botti usate
daranno al prodotto le caratteristiche di qualità e aroma.
Per riconoscere al
meglio l’aroma di una grappa bisogna sapere che: quella giovane deve essere
trasparente e incolore, ed essere servita ad una temperatura intorno ai 16°
gradi. L’invecchiata che va da un giallo chiaro ad un colore ambrato deve in
ogni caso essere brillante e trasparente in controluce, e va servita intorno ai
9° gradi. Le grappe si assaporano possibilmente in bicchieri a tulipano e di
cristallo.
Ruotando il bicchiere si aspira il profumo, per riconoscerne l’aroma
che deve essere fruttato o in ogni modo mai d’odore sgradevole come, rancido,
acido, bruciato, etc. Assaporandola deve essere armonica nel palato, e lasciare
un buon retrogusto. Una bottiglia di grappa non dovrebbe mancare nelle case
Italiane, sia per farla degustare agli ospiti a fine pasto, sia per aromatizzare
alcuni piatti semplici, senza modificarne sensibilmente il sapore come avviene
avvolte con l’aggiunta d’altri liquori d’aroma forte. In cucina è ottima
per i flambé o per attutire senza modificare eccessivamente odori troppo
intensi di carne e pesce.
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