QUANDO LO
SPORT FA CADERE LE BARRIERE: L’ESEMPIO DE "L’ISOLA FELICE"
Quello tra
sport e salute è un rapporto particolarmente articolato ed ampio: un’attività
fisica adeguata aiuta a mantenere o recuperare il benessere psicofisico,
spesso minato da abitudini sbagliate, da una carenza di "educazione fisica"
intesa come educazione alla cura del proprio corpo sotto vari aspetti: igienico,
alimentare, sportivo.
Infatti la
prima cosa che si riscontra laddove c’è sedentarietà, stress e alimentazione
sbagliata, è l’insorgere di patologie che spaziano dalle affezioni cardiovascolari
e respiratorie, al diabete alimentare e così via a catena, raccolte con
il nome di "malattia ipocinetica"; da non dimenticare anche gli stati di
ansia, depressione ed altre sofferenze psicologiche che si possono manifestare
quando non si riescono a scaricare le tensioni accumulate giornalmente e
quindi viene meno l’equilibrio delle cariche emotive.
Dedicarsi
allo sport, o meglio ad un’attività fisica controllata (da intendersi come
attività che prenda in considerazione la persona nella sua globalità e specificità,
adattandosi in base a fattori quali l’età, le caratteristiche psicofisiche,
etc), quindi fattibile per tutti, riesce a prevenire i problemi sopra accennati
e nel caso di patologie già esistenti (es. il diabete giovanile) cerca di
alleggerirne le tare ed accelerare i tempi di recupero funzionale.
Attraverso
il movimento diamo la possibilità al soggetto di potersi esprimere
e di vivere la propria corporeità in modo sano, di trovare vie di comunicazione
non verbale con le quali sfogare stati d’ansia, depressione ed altre sofferenze
psicologiche. Questo tema assume poi ancor più rilevanza se consideriamo
persone disabili, dal momento che purtroppo si tratta di soggetti quasi
mai integrati completamente nella società e impossibilitati a ricoprire
il proprio ruolo in maniera attiva e serena.
Ci sono dunque
molteplici associazioni, a livello nazionale (FISD,
SOI) e locali (un esempio è l’A.S.S.C. "L’isola felice" di via Barisano
da Trani a Roma), che operano nel settore sportivo per integrare le attività
di individui normodotati con disabili psicofisici e sensoriali, esulando
dall’umiliante quanto comune logica che risolve gli umani bisogni di relazione
in modo assistenziale.
Durante una
visita in quest’ultima struttura abbiamo parlato con un operatore del settore
e sono emersi i punti cardinali della rilevanza di tali iniziative e associazioni:
nel soggetto disabile massima è l’importanza di sviluppare, in modo omogeneo
al processo di crescita, le tappe evolutive comuni rispetto ai soggetti
normodotati e quindi l’attività sportiva si configura come il mezzo principale
per migliorare l’orientamento spazio-temporale e la coscienza del proprio
essere in senso motorio, oltre a dare un grosso stimolo in senso socioeducativo.
Spesso infatti,
parlando delle difficoltà che affrontano i disabili ci si riferisce a "barriere"
in senso lato, intendendo le molteplici complicazioni che incontra qualsiasi
persona affetta da qualche forma di handicap in vista di una vita serena
e comune: è invece importante scandagliare a fondo la realtà che ci riguarda
e che ci circonda in modo da stabilire e differenziare i diversi ambiti
di azione.
Quando si
parla di tali "barriere", si pensa subito a barriere fisiche o architettoniche,
che innegabilmente creano dei problemi a volte insormontabili per i portatori
di handicap, sottoposti a gravi forme di disagio se non di vera e propria
emarginazione sociale e che spesso vengono indicati agli organi competenti
a all’opinione pubblica come "obrobri edili" da eliminare al più presto,
ma spesso non si pensa ad un’altra barriera, senza l’abbattimento della
quale non è facile distruggere quelle fisiche: la barriera psicologica e
sociale.
E’ questo
l’ostacolo che più di altri crea pregiudizi e divari fra i normodotati e
i disabili, motivo di problematica emancipazione ed inserimento nella società:
la soluzione più logica è quella di creare momenti di aggregazione ed integrazione
per rivalutare sotto una nuova luce limiti e capacità della persona, inteso
nel senso più ampio della parola.
A questo
scopo sono impegnate in ambito sportivo le molteplici associazioni culturali
e gli enti che operano nel settore, nell’impegno di realizzare progetti
congiunti che prevedano la perfetta commistione di attività ricreative e
competitive, al fine di un’educazione e di un coinvolgimento personale e
di un miglioramento globale dei singoli partecipanti: non dobbiamo quindi
sottovalutare la fondamentale azione che ha l’attività motoria dilettantistica
e non.
Le finalità
di tali associazioni sono, come già accennato, sia ricreative, sia di vera
preparazione atletica: in pratica molti dei vari progetti permettono l’inserimento
in un team, la possibilità di socializzare e di sperimentare lo spirito
di squadra e la sana competizione, portando ad un contesto fortemente stimolante
per ogni soggetto, all’interno del quale si coltivano con ottimi risultati
abilità in vista di risultati agonistici.
Un’esperienza
costruttiva che impedisce di trasformare il tempo libero in tempo perso:
organizzare la giornata di molti di questi ragazzi significa cercare di
impiegare al meglio il loro spazio-tempo e valorizzarli nei più vari aspetti
con attività di diversa entità che vadano dai giochi sportivi, ai giochi
da tavolo, all’artigianato, ai corsi per l’uso del computer, ad attività
artistico-musicali.
Si tratta
di progetti aperti ed impegnativi che coinvolgono a pieno utenti e operatori:
un’idea per il volontariato e una realtà da non dimenticare mai.
Alessandra
Giordani
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