PING PONG
Il ping pong, chiamato anche tennis da tavolo, nasce
da un passatempo praticato già nel medioevo, in particolar modo nei
giardini e a corte, detto gioco del Badminton, di cui nel 1875 vengono
stabilite le prime regole.
Il primo Campionato Mondiale disputato in Europa
fu nel 1926 a Londra e nello stesso anno nacque la F.I.T.T (Federazione
Internazionale Tennis Tavolo).
In Italia il tennis da tavolo divenne disciplina
sportiva nel 1960 ed è stato riconosciuto come Federazione Italiana
Tennis Tavolo dal CONI circa 20 anni più tardi.
Ogni anno in Italia si svolgono il Campionato Nazionale
a squadre e gli Assoluti, mentre in Europa si gioca la Champions League
per le società di serie A, competizione in cui l’Italia nel 2005 si
è aggiudicata il secondo posto.
Oggi è la Cina il paese che vanta il maggior numero
di praticanti del ping pong, seguita da Corea e Giappone.
Uno dei più grandi campioni di tennis da tavolo è
un cinese: Kong Linghui, che ha ottenuto la medaglia d’Oro nella categoria
“singolo maschile” alle Olimpiadi di Sydney del 2000.
Tra gli altri grandi nomi del ping pong abbiamo:
l’austriaco Schlager, campione del mondo 2003; il cinese Ma Lin, vincitore
della coppa del mondo sia nel 2004 che nel 2005; gli svedesi: Waldner,
campione del mondo nel 1989 e nel 1997, e Perrson che è stato campione
del mondo nel 1991.
Il gioco si svolge in un’area della lunghezza di
14 metri, larga 7 metri e alta minimo 5 metri, transennata da pannelli.
Al centro dell’area si trova il tavolo da gioco che è lungo 2.75 metri
e largo 1.52 metri.
Il tavolo deve inoltre essere costituito da un materiale
uniforme che permetta un rimbalzo uniforme della pallina, è di colore
scuro con linee di demarcazione di colore bianco.
Il tavolo da gioco è diviso in due parti uguali (o
campi) attraverso una rete in nylon alta 15 cm ; il compito del giocatore
è quello di rinviare la pallina nel campo avversario con l’aiuto
della racchetta.
Il materiale che caratterizza gli strumenti di gioco
è cambiato nel corso degli anni: oggi si utilizzano delle racchette
in legno rivestite in sughero o tela gommata per colpire le palline,
mentre fino agli inizi del 1900 si utilizzava una sorta di tamburello;
proprio in base al tipo di materiale utilizzato per ricoprire la racchetta
il gioco si differenzia in tre tipologie: attacco, all round (misto)
e difesa.
Le palline, inizialmente in sughero e in gomma, oggi
sono in plastica o celluloide, bianche o arancioni, del peso di circa
2.5 grammi e di una dimensione di circa 38 mm.
Dal suono emesso dai nuovi materiali è nato il nome
onomatopeico (che ricorda un suono) che oggi utilizziamo per indicare
questo sport: il ping pong.
La pallina è molto leggera e per questo, per il corretto
svolgimento della gara, il tennis da tavolo deve essere svolto in luoghi
chiusi per impedire agli agenti atmosferici di spostarla.
Il ping pong si può giocare in due (singolo) o in
quattro (doppio).
Un match (o incontro) è articolato in cinque partite
(set) composte ognuna da 11 punti, nel caso in cui entrambi i giocatori
totalizzino 10 punti, vince chi distacca l’altro di 2 punti.
Ogni match è regolato da un ufficiale di gara che
deve vigilare sul corretto rispetto delle regole e sulla corretta condotta
dei giocatori.
Per vincere l’incontro ci si deve aggiudicare 3 set
su cinque; il giocatore che batte per primo (stabilito tramite sorteggio),
ha diritto ad effettuare 2 servizi, così come avverrà per tutta la partita
per entrambi i giocatori; solo nel caso in cui si arrivi a parità con
10 punti, ad ogni giocatore spetterà un servizio per volta.
Nel servizio si colpisce la pallina che deve rimbalzare
prima nel proprio campo e poi oltrepassare la rete e giungere in quello
avversario; si ottiene un punto se: l’avversario manca un rinvio o lo
sbaglia, effettua un servizio non valido, commette un fallo e non può
ripetere.
Si commette un fallo se: si tocca la rete, si tocca
il tavolo con la mano in cui non si ha la racchetta, si sposta il tavolo,
si colpisce la pallina per 2 volte di seguito, la pallina non è rinviata
o rimbalza più di una volta nel proprio campo.
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