MEDICINA DELLO SPORT
Si definisce medicina
dello sport quella branca della scienza medica che si occupa di
studiare i fenomeni collegati alla pratica di attività sportive.
Chiunque si impegni nello svolgimento
di una disciplina sportiva infatti, seppur con intensità e caratteristiche
commisurate al carico di lavoro ed alle specificità dell’attività stessa,
sottopone il proprio sistema biologico a delle sollecitazioni, che nella
grandissima maggioranza dei casi, inducono delle modificazioni sulla propria
conformazione fisica ed organica.
Gli effetti derivanti da una
pratica costante di attività sportiva coinvolgono principalmente l’apparato
respiratorio e l’apparato cardiovascolare: le loro modificazioni,
sia funzionali che morfologiche, sono da attribuire soprattutto alle maggiori
esigenze metaboliche che manifesta un organismo sotto sforzo.
Tale organismo quindi assiste
in genere, nel caso dell’apparato respiratorio, ad un miglioramento degli
scambi gassosi dovuto all’aumento degli alveoli attivi e ad un aumento del
calibro delle vie respiratorie, mentre per quanto riguarda l’apparato cardiocircolatorio,
seppur con notevoli differenze quantitative in base al tipo di attività
in questione, ad un ingrandimento dell’organo stesso (cuore) e ad una positiva
riduzione della frequenza cardiaca a riposo.
Di grande importanza nell’ambito
di questa branca medica il filone della scienza della nutrizione, ad essa
strettamente collegato e volto, grazie allo studio del metabolismo applicato
all’’esercizio fisico, alla creazione di regimi alimentari calibrati e personalizzati
in grado di ottimizzare la salute dell’individuo in base alle sue specifiche
e mutevoli esigenze nutrizionali.
Un altro aspetto fondamentale
della medicina dello sport
è quello relativo alla valutazione dello stato di salute e dell’idoneità
fisica di un soggetto che si appresti alla pratica di una determinata attività.
L’eventuale giudizio di
idoneità medico-sportiva è ormai obbligatorio per legge sia in caso
di atleti agonisti (nel qual caso deve essere rilasciato a seguito di visite preventive
e periodiche effettuate da esperti iscritti alla Federazione medici sportivi
italiani secondo il decreto ministeriale 18 febbraio 1982 e quello del 13
marzo 1995 che prevede una scheda sanitaria che tuteli la situazione degli
sportivi professionisti), sia in caso di attività sportiva non agonistica
(quindi la frequenza di piscine, palestre e centri sportivi, per le quali
è previsto un certificato, attestante la buona salute e la mancanza di controindicazioni
alla pratica di attività sportiva non agonistica, rilasciato da medici di
fiducia o da pediatri convenzionati con il Servizio sanitario nazionale).
Esistono in tal senso nei soggetti
sia controindicazioni assolute, sia relative, legate sia alla tipologia
dell’attività specifica sia alle caratteristiche dell’eventuale patologia:
la maggior parte di questi problemi è di solito da attribuirsi a patologie
dell’apparato cardiovascolare ed è comunque sempre consigliabile che il
giudizio medico, sia pur preventivo, sia fornito da esperti che abbiano
una conoscenza adeguata della situazione globale del soggetto.
Le attività sportive in base
agli studi di fisiologia e biomeccanica possono essere suddivise in più
categorie:
-
attività ad impegno prevalentemente
anaerobico
-
attività ad impegno aerobico-anaerobico
-
attività ad impegno aerobico-anaerobico
alternato
-
attività di potenza
-
attività di destrezza
La medicina dello sport, nata
principalmente per far fronte ai problemi traumatologici e chirurgici causati
dagli sport maggiormente diffusi (calcio, sci, rugby, pugilato, etc), ha
oggi esteso i propri campi di applicazione allo studio dei problemi fisiologici
e biochimici connessi all’allenamento e allo sforzo, alla selezione psicofisica
degli atleti, e soprattutto negli ultimi tempi, alla ricerca dei metodi
diagnostici atti a svelare e a prevenire il ricorso al doping.
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