La pallanuoto è un gioco di squadra praticato in
acqua. Due schieramenti, composti da sette giocatori ciascuno, si affrontano
in una piscina rettangolare, con lo scopo di spingere la palla all’interno
di una porta, posta al centro della linea di fondo avversaria.
La Water-polo, termine inglese che designa la pallanuoto
in tutto il mondo, fa la sua prima apparizione in Gran Bretagna.
La leggenda narra di un gioco, precursore della pallanuoto,
risalente al 1863. In Scozia, ad Aberdeen, un’associazione di nuotatori,
chiamata “Bon Accord Club of Aberdeen”, programmava partite simili al
rugby, da svolgersi nelle acque del fiume Dee. Le due squadre si scontravano
in una sorta di rugby fluviale, cercando di portare una vescica di maiale
rigonfiata (la palla) da una sponda all’altra. Il gioco era piuttosto
violento. L’ultimo difensore proteggeva la meta che, di solito, era
una barca o una piattaforma e, appostato nei pressi, aspettava di tuffarsi
sugli attaccanti avversari, per impedirgli di segnare.
Nel 1870, in Inghilterra, la “London Swimming Association”
decise di nominare una commissione, preposta a regolamentare il nuovo
football acquatico. Fu proprio Londra che ospitò nel 1874 la prima partita
ufficiale di Water-polo. L’obiettivo del gioco era quello di depositare
la palla in una meta designata.
Qualche anno più tardi, lo scozzese William Wilson
ebbe l’idea di introdurre in acqua delle porte, in modo da permettere
il lancio della palla verso la rete avversaria. La forza cedeva pian
piano il passo alla velocità e alla tattica di gioco. A Liverpool, qualche
anno dopo, fu stilato un regolamento che accoglieva il modo di giocare
scozzese quasi per intero. Il regolamento ufficiale, adottato ancora
oggi, risale al 1930 ed è stato stabilito dal Twpd, il Comitato internazionale
della pallanuoto.
Oggi la pallanuoto si gioca in piscina. Lo specchio
di gara deve essere lungo 30m e largo 20m, e ha una profondità minima
non inferiore a metri 1,80, almeno per i campionati delle categorie
maggiori.
Al centro della linea di fondo sono situate due porte
galleggianti lunghe 3m e alte 90 cm. La partita si gioca con un pallone.
I giocatori in acqua sono sette per squadra (6 più il portiere). La
partita si svolge in quattro tempi, ognuno dei quali deve essere di
nove minuti effettivi per le squadre di serie A1 e A2 e di 7 minuti
effettivi per le squadre di categoria fino alla serie B inclusa. Per
tutte le categorie gli intervalli previsti sono tre, di due minuti effettivi
ciascuno. I nuotatori devono indossare per regolamento una calottina,
di un colore determinato, mentre il portiere di ciascuna squadra ne
indossa una di colore diverso dai compagni.
Ogni partita è controllata da due arbitri, che rimangono
a bordo piscina e hanno entrambi lo stesso potere decisionale. Lo score
board di gioco è redatto da un segretario, mentre un cronometrista si
occupa di fermare il tempo ad ogni segnale dell’arbitro, e un “trentista”
ha il compito di quantificare il possesso palla di ciascuna squadra.
Lo scopo del gioco è quello di segnare più reti della
squadra avversaria. Per far ciò è necessario che la palla sia depositata
in rete da ciascuna squadra non oltre i trenta secondi dall’inizio di
ogni azione d’attacco. Questa ultima comincia nel momento in cui una
squadra prende possesso della palla. Superati i trenta secondi, l’arbitro
fischia un’infrazione di tempo e la palla passa agli avversari. Dal
2006, inoltre, la deviazione ultima di un difensore, su un tiro d’attacco,
non provoca più un corner bensì una semplice rimessa in gioco da parte
del portiere.
Quando un arbitro fischia un fallo grave, la squadra
che lo commette rischia fino all’espulsione per quattro minuti del giocatore,
giudicato particolarmente violento. Per tutto questo tempo la squadra
è costretta in inferiorità numerica ed è quindi alto il rischio di subire
gli attacchi avversari. Ogni fallo grave produce comunque l’assegnazione
di un rigore o di un tiro libero alla squadra avversaria. Il giocatore
che l’ha commesso viene costretto ad abbandonare la vasca per 20 secondi.
Alle Olimpiadi del 1900, a Parigi, la pallanuoto
fa la sua prima apparizione e la nazionale inglese si aggiudica i primi
quattro oro olimpici di questa nuova disciplina. La pallanuoto continua
ad essere uno sport molto diffuso in Europa anche se esportato e molto
praticato anche negli USA e in Australia.
Tra le squadre di Club europee più conosciute spiccano
soprattutto le grandi della Coppa dei Campioni: il Mladost di Zagabria,
il Partizan di Belgrado e lo Jadran di Spalato.
In Italia la pallanuoto fa la sua prima apparizione,
anche se in una forma piuttosto acerba, a Roma, nei laghetti di Villa
Borghese.
Nel 1912 il sette di Genova, “S. G. Andrea Doria”,
vince il primo campionato italiano e inaugura tutta una serie di successi
nazionali. Le Rari Nantes di Firenze, Napoli e Camogli sono le squadre
vincitrici dei campionati a cavallo della seconda guerra mondiale. La
Pro Recco vince 14 campionati nazionali tra il 1959 e il 1974 e nel
1964 si aggiudica una Coppa Campioni. Le squadre di Pescara e di Posillipo
sono quelle che hanno vinto più titoli negli untimi anni.
Due sono le grandi scuole riconosciute ancor oggi:
quella napoletana e quella ligure.
La prima si rifà alla Canottieri Napoli, alla Rari
Nantes Napoli e al più recente Circolo Posillipo; la seconda può vantare
i 19 scudetti complessivi della Pro Recco ma anche i titoli conquistati
dalle Rari Nantes di Camogli, Bogliasco e Savona.
La scuola siciliana è al primo posto per quanto riguarda
la pallanuoto femminile. In questo momento non ha rivali in altre regioni
e, per il numero di squadre presenti sul territorio, e, per il livello
tecnico delle giovani leve.
La nostra nazionale maschile ha collezionato due
vittorie ai campionati del mondo rispettivamente nel 1978 e nel 1994.
Il “Settebello”, soprannome conquistato dagli azzurri a seguito di ripetuti
successi, ha vinto per ben tre volte l’oro olimpico: nel 1948 a Londra,
nel 1960 a Roma, e nel 1992 a Barcellona.
Molto più recente è lo sviluppo della pallanuoto
femminile, presente alle olimpiadi, per la prima volta, soltanto nel
2000, a Sydney.
La nazionale italiana, guidata da Pierluigi Formicoli,
ha conquistato la medaglia d’oro alle olimpiadi di Atene nel 2004. Il
“Setterosa”, soprannome delle italiane, ha coronato così una lunga serie
di otto successi, conquistati su scala mondiale ed europea. Queste vittorie
hanno dato lustro alla squadra ed acceso l’interesse di tifosi e degli
spettatori per questo sport declinato al femminile.
La pallanuoto è regolamentata dalla FIN (Federazione
Italiana Nuoto). Per informazioni potete consultare il seguente link:
http://www.federnuoto.it/