IL VINO
La leggenda attribuisce la nascita
del vino a Noè, per via della sua biblica sbornia (Noè, scoperto il
succo fermentato dell’uva, ne bevve tanto da perdere il senso della
ragione tanto che spogliatosi nel luogo più sacro della casa – il tabernacolo
- si esibì in atti impudenti tanto che il figlio Cam, deridendolo, andò
a chiamare i fratelli affinché anche loro si divertissero ad assistere
allo spettacolo ma Sem e Javet ebbero compassione delle condizioni del
padre e lo coprirono con un mantello movendosi a ritroso per non vedere
le sue vergogne. Quando Noè, smaltita la sbornia, seppe della mancanza
di riguardo del figlio Cam lo maledisse insieme con tutta la sua progenie)
ma la storia ci tramanda la presenza della vite in Egitto e in Mesopotamia
già nel IV millennio prima di Cristo.
La magica pianta venne introdotta in Egitto dalla
vicina Mesopotamia e coltivata nelle terre fertili del Nilo; ed il vino
fu classificato, già da allora, per anno di vendemmia, tipo di vino,
zona di origine e nome del produttore.
Nel 1000 a.C. gli egiziani non si accontentarono
più dei loro vini e ne importarono dalla Palestina e dalla Siria; era
quello il periodo di maggior diffusione del vino. Anche la Grecia non
era da meno; lo racconta Omero (VIII canto dell’Odissea) quando descrive
il banchetto di Alcinoo in onore di Ulisse.
A Roma, invece, il vino diventò abbondante solo dopo
le guerre puniche e la conquista della Sicilia ma, al contrario degli
Etruschi che amavano bere il vino in compagnia delle loro donne, i romani
impedivano – anche con leggi severissime - alle donne di bere vino e
accedere al termopòlium (osteria)
La storia del vino è lunga e affascinante: il Rinascimento
ci permette di conoscere i più fini degustatori del vino quali Lorenzo
il Magnifico, Raffaello, Michelangelo (nella Cappella Sistina dipingerà
la colossale sbornia di Noè), Luca Signorelli (che accettò di affrescare
il Duomo di Orvieto a patto che sul contratto di fornitura d’opera fossero
inseriti la retribuzione e due boccali di buon vino) e l’elencazione
potrebbe continuare a dismisura non senza dimenticare il celeberrimo
quadro di Caravaggio "Bacco adolescente" (conservato agli Uffizi di
Firenze) dove la maestria dell’artista riesce a dare al vino e all’uva
una solenne esaltazione.
Se nell’antichità bere il vino rappresentava una
cerimonia, un rito da compiere con boccali sontuosi, è solo nell’età
moderna che il vino, rosso o bianco che sia, diventa il nostro compagno
di tavola.
Quando il vino è buono diventa quasi una medicina
e i suoi benefici effetti sono immediati: favorisce la digestione, migliora
l’attività respiratoria in quanto le arterie si dilatano, ha un effetto
diuretico, le vitamine in esso contenute sono importanti per l’efficienza
fisica.
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