ENOGASTRONOMIA
Se gastronomia significa buona cucina ciò che appassiona
di più i cultori del vino e della gastronomia è il cercare un’intesa tra il
vino e il cibo; un’intesa a volte sottile a volte marcata legata molto
spesso alle abitudini campanilistiche della regione in cui siamo nati; e
così i piemontesi apprezzeranno di più un vino corposo che si sposa bene con
le carni rosse, gli emiliani gradiranno un vino frizzantino che agevola di
più la digestione, i siciliani un vino profumato e ricco di sole; le
diversificazioni sono tante proprio perché la nostra Italia presenta varie
qualità di vini mettendo in imbarazzo gli stessi degustatori che pur se gli
assaggi fanno parte del loro lavoro, si specializzano in una sfera limitata:
Si trovano, infatti, degustatori di
vini piemontesi,
toscani,…
Se poi, al profumo e al gusto di un vino si associa una
pietanza la soddisfazione che se ne ricava non può che essere di letizia e
di estasi.
A questo punto è d’obbligo una diversificazione: vini
bianchi o vini rossi? E perché non quelli rosati?
Parlando dei vini bianchi la prima cosa che salta
all’occhio è il colore che non serve però ad individuare le caratteristiche
più importanti che sono il sapore (vino dolce, abboccato, secco, corposo) e
il bouquet (fruttato, profumato di fiori); vini questi che vanno consumati
giovani, non oltre il terzo anno di vita, pena l’imbrunimento e la perdita
di quelle caratteristiche che formano il loro pregio.
In linea di massima il principio vale anche per i vini
rosati che glorificano tutto il loro sapore se bevuti freschi e
giovanissimi.
Anche fra i rossi ci sono vini che devono essere bevuti
giovani ed altri che, invece, migliorano con l’invecchiamento senza
dimenticare che l’abitudine di seppellire le bottiglie di vino in cantina,
dimenticarle per quindici o venti anni e stapparle cariche di polvere o di
ragnatele, nelle grandi occasioni, è soltanto un’ingenuità poiché il vino
per un certo periodo resiste e migliora ma, poi, scolorisce, perde un poco
alla volta le sue caratteristiche migliori e diventa decrepito con un sapore
amarognolo e marsalato; occorre, inoltre, tenere a mente che quando si parla
di invecchiamento questo va inteso riferendosi al periodo in cui il vino
riposa in botti e non certo nelle bottiglie.
Ben pochi vini italiani arrivano al loro periodo ottimale
dopo otto/dieci anni dalla vendemmia; sono i vini più nobili come il
Barolo,
il
Grignolino, il
Corvo di Salaparuta
rosso o
bianco, il
Brunello di Montalcino…
che vanno serviti con le
carni rosse, la cacciagione, i piatti dai sapori
decisi che sopportano un accostamento con caratteristiche altrettanto
decise.
Come indirizzo generale si può affermare che ci sono vini
che vedono il loro perfetto accostamento solo con dati cibi, altri, invece
si adattano perfettamente a tutto il pasto come ad esempio tra i bianchi il
Soave, il Riesling, il Tocai, l’Orvieto,…e fra i rossi il Barbera, il
Bardolino, il Merlot, il
Chianti,...
Una regola importante da puntualizzare: i vini rossi
vanno serviti a temperatura ambiente stappando la bottiglia almeno due o tre
ore prima del pranzo affinché il vino possa ossigenarsi ed essere in grado
di offrire il meglio del suo profumo e del suo sapore al momento giusto; i
vini bianchi vanno serviti freschi (freddi solo gli spumanti).
Una percezione istintiva che forse sulla quale non si è
mai riflettuto, ma corrisponde a verità, è che con la stagione calda si
gradiscono di più i vini leggeri, freschi, giovani, non impegnativi,
spumeggianti, preferibilmente bianchi, poco alcolici, dissetanti; con
l’autunno e la stagione fredda cambiano le nostre predisposizioni
enologiche, ritorna l’appetito, in cucina si sta più volentieri a preparare
piatti succulenti, servono quindi vini più severi da bere con molto
rispetto, in brevi sorseggi e intensa meditazione.
Come scegliere il
bicchiere giusto per gustare alla
meglio il vino? Anche se un bicchiere sbagliato non compromette la bontà di
un eccellente vino, ma ci rovina il piacere di berlo, un bicchiere a calice,
con un gambo abbastanza lungo per portare a proprio agio il bicchiere in
alto o in basso, con le pareti alte per scuotere il vino in senso rotatorio,
il fondo tondo e globoso sono particolari da considerare per aumentare il
piacere del palato e, PROSIT!
|