Salumi ed insaccati
Conosciuto fin dall’antichità, il salume ha spesso accompagnato l’alimentazione
umana. Dalla tradizione di mantenere alcuni “ritagli” di carne all’interno di
budella e cotenne abbiamo gli antenati dei moderni insaccati, ovvero della carne
letteralmente inserita, “insaccata” appunto, in budella e retine. Essendo il
salume e il più generico insaccato carni essiccate, attualmente i due termini
vengono utilizzati come sinonimi.
Nella realtà dobbiamo sottolineare come il salume derivi esclusivamente da parti
di carne lasciate semplicemente essiccare utilizzando spezie, sale ed aria
buona, mentre l’insaccato derivi da una precedente lavorazione della carne che,
proprio per rimanere compatta, viene inserita nelle budella.
Storicamente con il termine salume ci riferiamo ad un alimento prodotto con
della carne e, per mantenerlo, messo sotto sale oppure fatto essiccare. Si
tratta di seguire degli espedienti classici che nei tempi antichi venivano
utilizzati per mantenere la carne degli animali di casa uccisi. Al giorno
d’oggi, con l’arrivo della modernità, alcuni procedimenti sono stati modificati
ma in campagna, spesso, si utilizzano le tecniche di conservazione “classiche”.
Solitamente al termine salume colleghiamo la carne di maiale ma al giorno
d’oggi, nel 2011, questa parola può essere collegata alla carne di vitello, con
ad esempio la bresaola, e il tacchino, con la fesa.
Inoltre ai tradizionali processi di essiccamento e salatura dobbiamo aggiungere
anche la cottura delle carni, con ad esempio il prosciutto cotto.
A seconda delle località, e delle tecniche di conservazione, possiamo notare
modi diversi di preparare salumi simili: possono cambiare la quantità di sale,
di peperoncino o di spezie in genere.
Alcune carni, a volte rimasugli della lavorazione degli animali, prima di essere
fatte essiccare, vengono inseriti nelle budella degli animali o in retine.
Questa specifico modo di mantenere la carne viene indicato con il termine
insaccati.
Sia si utilizzi l’essiccatura all’aria o sotto sale, l’attesa per poter gustare
il salume varia dal mese per i salami più piccoli e le salsicce essiccate, ai
7/8 mesi per i prosciutti più grandi.
In alcune zone d’Italia, alcune salsicce, non lasciate essiccare completamente,
vengono conservate mettendole all’interno di un barattolo o sotto strutto o
sotto olio e consumate nei mesi successivi.
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