Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Uovo di Struzzo

Uova di Struzzo

Le dimensioni dell’uovo di struzzo lo collocano sul tetto del mondo con il titolo di “Uovo più grande” in assoluto; esso se posto a confronto con l’uovo di gallina, risulta circa 25 volte più grande.

L’uovo di struzzo presenta una quantità minima di colesterolo rispetto all’uovo di gallina ed ha anche un alto livello di digeribilità; molto utilizzato di questa tipologia di uova è il suo guscio.

Il diametro di tali uova è mediamente di 10-15 centimetri e la loro altezza è di circa 15-18 centimetri.

Il loro peso è variabile e va dagli 800 grammi ai 1500 grammi che corrisponde a circa 23-25 un uovo di gallina.

Tali uova sono caratterizzate da una geometria ovale, da una tonalità bianco granuloso e il loro sapore somiglia molto all’uovo di gallina.

La consistenza e la durezza dell’uovo di struzzo sono molto elevate e ne è la conferma la loro resistenza al peso anche di un uomo adulto e la loro capacità a resistere a svariati tentativi di rottura del suo guscio.

Una frittata abbastanza sostanziosa può essere ricavata da un uovo di tale tipologia, in grado di sfamare circa 10-12 persone.

In campo culinario l’utilizzo dell’uovo si struzzo rispetto a quello di gallina non varia; infatti questo uovo viene impiegato per preparare squisiti dolci oppure la pasta fresca; non è molto consigliabile preparare un uovo sodo con l’uovo di struzzo poiché ci vorrebbero circa due ore.

Nell’arte del decoupage sono molto utilizzati i gusci delle uova per creare oggetti artistici e graziose decorazioni.

Il commercio è povero di uova di struzzo poiché gli allevatori sono più propensi a vendere la carne dello struzzo adulto piuttosto che privarsi delle uova da cui possono nascere piccoli struzzi da far crescere.

Gli allevatori diretti possono commercializzare le uova di struzzo che per le loro dimensioni sono vendute singolarmente.

Da circa un secolo e mezzo in Sudafrica (massimo produttore)  è diffuso l’allevamento degli struzzi per commercializzarne le uova, le piume, la pelle e la carne.

Una tradizione di tale paese vuole che la persona più giovane, presente durante il pasto, riceva un uovo di struzzo svuotato per mezzo dell’applicazione di una serie di fori ricavati bucherellando il guscio.

Nel globo vi sono mediamente circa 2 milioni di esemplari di struzzo; impressionante è la capacità di deposizione delle uova da parte della femmina che può arrivare fino a deporre dalle 40 alle 200 uova all'anno.

Lo spessore del guscio dell’uovo di struzzo è di circa 3 millimetri e ciò conferisce ad esso una formidabile durezza che rende la rottura un’operazione non semplice; a tal proposito si consiglia l’utilizzo di un trapano per non rovinarne il guscio.

Di seguito sarà riportata la modalità per aprire un uovo di struzzo:

 

 - Utilizzare un bicchiere come piedistallo su cui posizionare l’uovo.

-  Lavorare con una punta piccola  (oppure un chiodino e martello) per originare il primo forellino e di seguito utilizzare una punta del 10 per aumentare le dimensioni del foro.

- Ora con l’ausilio di uno spiedino installato nel buco si deve mescolare per poter provocare la rottura del tuorlo, in questo modo la fuoriuscita viene agevolata.

- Accuratamente capovolgere l’uovo e agitarlo per bene in modo da farne colare l il contenuto.

 

La tecnica appena descritta è ottima se si vuole preservare intatto il guscio da impiegare in lavorazioni di decoupage da cu si possono ottenere splendide creazioni personalizzate.

La freschezza di tale tipologia di uova è molto più estesa delle altre tipiche uova.

L’apporto calorico è di circa 2.000 kilocalorie (Kcal) per un esemplare dal peso di un chilogrammo.

Oltre ad avere un alto grado di digeribilità e una bassa percentuale di colesterolo l’uovo di struzzo presenta un’alta concentrazione di proteine.

Storicamente nel XV° secolo in Europa le uova di struzzo erano già note come testimoniò la presenza di una di esse all’interno della “Sacra Conversazione” (tempera su tavola, 1472, 248x 150 cm, Pinacoteca di Brera, Milano) grazie a Piero della Francesca (1415-1492, San Sepolcro, Toscana).

Quasi centralmente alla scena si può notare un uovo di struzzo appeso ad una enorme conchiglia posta sopra il capo dei protagonisti; la nascita di Venere è rappresentata appunto dalla conchiglia e l’uovo come il frutto della generazione.

La scelta dell’inserimento di questo elemento alimentare all’interno di un dipinto è dovuta probabilmente alla presenza delle uova nelle chiese del ‘400, poste lungo le catene delle lampade ad olio con lo scopo di evitare che i ratti divorassero il contenitore dell’olio una volta scesi dalle catene.

Il maiale e lo struzzo hanno un elemento in comune, ovvero il detto “con il maiale non si butta niente”; ciò vale anche per lo struzzo poiché di esso sul mercato trovano diverse forme di commercializzazione la carne, le ciglia (usate in campo cosmetico), le piume e la pelle.

Il popolo egiziano nel passato utilizzava le uova di struzzo come coppe per consumare bevande oppure come contenitori di profumi.