BRANZINO -
Spigola
Il Branzino (anche
chiamato Spigola) è un pesce osseo dell’ordine dei perciformi.
Nei mari italiani
possiamo trovare due specie diverse di questo pesce, il Dicentrachus
Labrax e il Dicentrachus Punctatus. Entrambi i tipi di esemplare
hanno il corpo lungo fino ad un metro, possono raggiungere i dodici
chili di peso. Il colore delle sue squame è argenteo - grigio -
verde nelle parti superiori, bianco nelle inferiori. E’ nell’aspetto
esteriore che risiede l’unica differenza tra le due specie: il
Punctatus ha infatti una serie di puntini neri lungo il corpo, a
differenza del Labrax.
La bocca del
Branzino ha la mandibola un po’ sporgente ed è formata da piccoli
denti; gli opercoli sono spinosi, le due pinne dorsali sono
rispettivamente sostenute da raggi, dure nella prima, e flessibili
nella seconda; la pinna caudale è appena biloba, ossia, divisa in
due lobi.
Comune nel Mediterraneo, questo pesce abita presso le coste e si
trova anche in acque salmastre, all’imbocco dei fiumi. Ama nuotare
lungo i fondali, anche se non si spinge a grandi profondità, può
trovarsi al massimo a venti metri sul fondo del mare.
Spesso per cercare delle prede, i Branzini riescono a risalire per
un tratto i fiumi, grazie alla loro capacità di resistere a grandi
variazioni di salinità.
Il Branzino è un predatore assai vorace, è carnivoro e si nutre di
crostacei e piccoli pesci, che cattura soprattutto durante le ore
notturne.
Questo pesce era già noto ai romani che, per la sua acclarata
voracità, chiamavano lupus. Ancora oggi in alcune regioni è noto, in
maniera dialettale, come pesce lupo. Ma attenzione a non chiamarlo
così in pescheria, perché esiste davvero un Pesce Lupo (chiamato
così con un decreto del ministero delle politiche agricole e
forestali del 2005), che qui da noi è poco noto, ma che ha un
discreto successo nel nord Europa.
Le sue carni sono pregiate e saporite, infatti il Branzino è un
pesce molto apprezzato sulle tavole, anche per le spine che sono
relativamente poche. Come secondo piatto può essere ottimo sia ai
ferri che al cartoccio, che risultano essere i due modi più semplici
per gustare questo ottimo pesce.
A
causa di questo grande successo culinario, la Spigola viene anche
allevata.
Per quanto riguarda la possibilità di pescare questo animale
possiamo dire che solitamente la pesca viene effettuata tramite
canne ed esca, più raramente con reti a strascico. La voracità è la
curiosità di questo pesce sono un aiuto per i pescatori, infatti la
spigola abbocca a quasi tutte le esche che gli vengono buttate,
senza fare grandi eccezioni.
Il luogo ideale dove pescare questo predatore del mare sono i porti,
perché spesso, soprattutto i giovani esemplari si muovono i
prossimità dei nostri moli alla ricerca di cibo. Ricordiamo che la
lunghezza minima di una spigola pescata è di 23 cm per legge (25 in
Sardegna), esemplari più piccoli vanno rigettati in mare per non
incorrere in sanzioni.
Esistono diversi metodi per allevare questi pesci, per semplificare
citiamo l
'allevamento "a terra" con l'utilizzo di grandi vasche di
contenimento dove vengono fatti crescere i pesci e l'allevamento "in
mare" dove i Branzini sono posti in grandi gabbie per la
delimitazione. Quest'ultimo è sicuramente il miglior metodo per
allevarli perché il branzino così può vivere e nutrirsi nell'habitat
naturale. La spigola allevata si differenzia da quella allo stato
brado per il colore: più scuro sul dorso e nettamente più chiaro sui
fianchi. Da un punto di vista nutritivo invece possiamo dire che gli
esemplari di allevamento hanno maggiori proteine e grassi rispetto a
quelli pescati.
Per legge pesci d'allevamento devono essere
contraddistinti di un cartellino di riconoscimento. Infatti il
pesce di allevamento è facilmente riconoscibile grazie a questo
marchio, che deve essere sempre esposto e ben visibile. In questa
etichetta si devono trovare:
Data la scarsità di allevamenti in Italia, il pesce
di allevamento subisce molti controlli dalle ASL, quindi l’esemplare
proveniente dal nostro Paese risulta essere molto sicuro.
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